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Perrella, richiesta choc: «Adesso staccate l’acqua a tutti gli abusivi»

L’amministratore di Marina di Capitello, dopo il distacco della fornitura idrica al porto operato dall’EVI, scrive al consorzio, al Comune di Lacco Ameno ed alla Procura chiedendo che si applichi lo stesso principio agli immobili oggetto di RESA. Insomma, un’entrata a gamba tesa all’insegna del “Muoia Sansone con tutti i Filistei” che certo farà discutere e non poco

Un atto di diffida che a tratti potrebbe apparire surreale e che pure segna l’ennesimo atto della battaglia infinita che si combatte per la gestione del porto turistico di Lacco Ameno. Dopo che nel braccio di ferro tra Comune e Marina di Capitello Scarl l’ente di Piazza Santa Restituta ha piazzato un colpo importante, con il giudice della sezione distaccata di Tribunale di Iscbia che di fatto ha sancito come l’EVI dovesse procedere al distacco della fornitura idrica al porto turistico di Lacco Ameno dal momento che l’attuale gestore non ha titolo per detenere la concessione. Nemmeno il tempo di prendere atto della disposizione che arriva la replica di Giuseppe Perrella che stavolta però suona quasi alla stregua del classico “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Quest’ultimo ha trasmesso un atto di diffida con contestuale ad Alessandro Condurro (legale rappresentante della Evi spa), al segretario comunale di Lacco Ameno Ciro Pettinato ed al responsabile del IV Settore Alessandro Delle Grottaglie nonché alla sezione Tutela Ambiente e Territorio della Procura della Repubblica di Napoli nell’interesse della società Marina di Capitello Scarl.

Di fatto nella sua nota Perrella ha inoltrato diffida “affinché il segreario del Comune di Lacco Ameno (nella persona del dott. Andrea Pettinato) provveda a pubblicare, ai sensi dell’art. 31 comma 7 TUEL presso l’albo pretorio di appartenenza, l’elenco degli immobili attinti da ordinanza ex art. 31 DPR 380/2001, per i quali risulti accertata l’inottemperanza alla demolizione ed oggetto di RESA con conseguente ed automatica immissione in possesso da parte dell’ente comunale e apprensione dei relativi beni alla mano pubblica con contestuale trasmissione dei relativi dati all’autorità giudiziaria competente (anche al fine di acclarare l’abusiva occupazione di beni oramai pubblici)”. L’amministratore di Marina di Capitello ha inoltre diffidato “il responsabili del settore dirigente del Comune di Lacco Ameno (nella persona dell’architetto Alessandro Delle Grottaglie) affinché trasmetta ad EVI spa l’elenco degli immobili attinti da ordinanza ex art. 31 DPR 380/2001 e da RESA, per i quali risulti accertata l’inottemperanza alla demolizione con conseguente ed automatica immissione in possesso da parte dell’ente comunale e apprensione dei relativi beni alla mano pubblica”. Stesso diktat viene indirizzato anche all’Evi affinché “richieda la trasmissione ad opera del responsabile di settore/dirigente e/o del segretario comunale del Comune di Lacco Ameno degli immobili attinti da ordinanza ex art. 31 DPR 380/2001 e da RESA, per i quali risultati accertata l’inottemperanza alla demolizione con conseguente ed automatica immissione in possesso da parte dell’ente comunale e apprensione dei relativi beni alla mano pubblica”. La stessa EVI, giusto per rimarcare il concetto, viene poi invitata a “recedere unilateralmente dai relativi contratti con conseguente distacco delle fornitura idrica e a verificare se i predetti immobili siano serviti da fornitura idrica”. E giusto per completare l’opera, al responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, Ciro Migliaccio, viene chiesto di verificare l’ampliamento di tali obblighi. Insomma, il ragionamento è chiaro: niente acqua a me, niente acqua a tutti coloro che hanno un’ordinanza di demolizione che pende loro sul capo. E non ci vuole molto a capire che questo tipo di fardello grava come un macigno su tantissimi cittadini isolani. Insomma, un’uscita che magari giuridicamente potrebbe anche avere una logica ma che si fa fatica a non definire quantomeno “infelice”.

Nel lungo ed articolato esposto diffida Giuseppe Perrella ripercorre anche il lunghissimo iter e il contenzioso in atto con il Comune guidato dal sindaco Giacomo Pascale. Sottolineando in diversi passaggi l’assoluto ed insindacabile diritto a poter usufruire della proroga della concessione sancita anche da una serie di pronunce che vengono minuziosamente citate. Poi ricorda che “fino ai primi di giugno 2023 l’approvvigionamento di acqua necessaria per lo svolgimento dell’attività portuale – servente anche rispetto ad ulteriori porzioni del territorio comunale – avveniva attraverso numero 2 contatori intestati al Comune di Lacco Ameno, rispetto ai due pagamenti (e in ragione delle regulae iuris cristallizzate nel contratto sottoscritto inter partes) vi è sempre stata contestazione con l’amministrazione comunale di Lacco Ameno. Sta di fatto che, a seguito di comunicazione da parte del comune di Lacco Ameno alla EVI spa, quest’ultima provvedeva all’interruzione dell’erogazione dell’acqua, apponendo i sigilli ai due contatori che servivano l’attività svolta dalla società scrivente”. A quel punto la storia è abbastanza nota: si arriva allo scorso 5 giugno quando per poter proseguire la propria attività la Marina del Capitello chiede 2 allacciamenti idrici ex novo alla EVI ma il 15 giugno l’azienda che si occupa del servizio risponde scrivendo testualmente che la richiesta “non può trovare accoglimento in quanto l’esame della documentazione presentata a supporto della richiesta ha evidenziato la mancanza del requisito del legittimo possesso degli immobili a cui asservire la fornitura”. Da qui il ricorso ex art. 700 proposto da Giuseppe Perrella che è stato respinto dal giudice dott. Pastore Alicante, decisione che ha indotto il legale rappresentante della società che gestisce il porto a proporre reclamo dinanzi al Tribunale di Napoli. Poi quest’entrata a gamba tesa, a scrivere un’altra pagina “memorabile” di una guerra che davvero sembra non finire mai.

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