CULTURA & SOCIETA'

La piaga del body shaming vista da Ischia

Un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso anche sulla nostra isola analizzato nelle parole di Debora, una OSS

Quante volte abbiamo sentito, anche in forma indiretta, frasi del tipo: “guarda quella tipa come è grassa”, oppure “guarda quel tipo come è viscido con tutti quei tatuaggi” o ancora: “quanto è goffa quella ragazza con tutto quel grasso addosso”. Insomma, offese e critiche gratuite al solo fine di deridere e discriminare una persona per il suo aspetto fisico, per una caratteristica corporea come avere dei chili in più, la magrezza, l’altezza o la bassezza, il colore dei capelli o l’acconciatura, la muscolatura, la presenza di tatuaggi o piercing, o anche malattie considerate antiestetiche come la psoriasi, l’acne, l’irsutismo. Una forma di bullismo anche questa, aggressiva, che colpisce il carattere fisico perché considerato non aderente ai canoni estetici della società. Questa forma di violenza induce la vittima alla vergogna: tale vergogna riduce l’autostima e può portare a malattie quali disturbi alimentari, ansia e depressione. Quella del body shaming sembra a dir poco una tendenza imbarazzante e inaccettabile, che ghettizza, a volte usata anche attraverso commenti che a primo acchito sembrano innocui, ma in realtà mascherano un pensiero discriminante. 

Body Shaming

Incrociando il pensiero di Debora, una OSS isolana, che da sempre e’ al fianco di chi combatte per abbattere i muri dell’ignoranza e del pregiudizio, imbastiamo questo argomento e le diamo voce. “Posso dirti che io, anche attraverso il mio profilo FB, mi concentro su una fetta particolare di donne, curvy o BBW e uso nudi artistici per diversi motivi. Innanzitutto la popolazione maschile apprezza più di quanto sia disposta ad ammettere una fisicità morbida, e lo fa perche’ sono le donne stesse a farsi guerra volta all’autodistruzione che ha del paradossale. Il mito “Belen” non interessa gli uomini, ma le donne!

Body Shaming

Parte da noi – continua Debora – proporre corpi plastificati per rispondere a una società che ci distorce talmente tanto da volerci irreali.  Cio’ determina che siamo noi stesse ad avallare dinamiche distorte e feroci, e se e’ vero che i “saperi situati” sono tutti maschili e che non esiste parita’ di sesso, e’ vero anche che noi donne non abbiamo coraggio e volonta’ di sottolineare il martirio sul corpo femminile che caratterizza la societa’ attuale. E aggiunge – E’ normale la ciccia, la smagliatura, la cellulite. Non e’ normale pensare di essere degne di respirare solo se appariamo come FB, Tik tok, Instagram e i modelli commerciali impongono. Il body positivity deve essere un concetto educativo che deve partire in primis dalle donne. Poi – concliude – in genere io mi limito a dire che la bellezza non ha taglia, laddove esiste un concetto di salute a 360 gradi e laddove e’ normale avere dei contenuti da mostrare e non un involucro vuoto e di fatto inutile”

E’ giusto sottolineare che quanto espresso  non rema contro la chirurgia estetica, soprattutto se abbraccia quella ricostruttiva. Amarsi vuol dire anche migliorarsi. Stravolgere se stessi e’ , invece, un concetto diverso, e farlo perche’ lo riteniamo indispensabile o non verremo mai accettate, e’ specchio di una dismorfia della societa’ che va combattuta a tutti i costi. E piu’ persone siamo a chiedere un rapporto armonico con la verita’ e la vera bellezza e piu’ abbiamo speranza di lasciare pensieri costruttivi alle nuove generazioni. Perche’ ognuno e’ bello in quanto e’!

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Rossy

Incominciamo a dire che nessuno è perfetto. Quindi quel dito puntato verso alcuni esseri umani è crudele. Dire che ognuno è bello in quanto è, purtroppo è solo una frase che non viene mantenuta in questo mondo di ipocriti. Oggi si fa la gara a chi è più bello e con un fisico tosto. L’occhio vuole la sua parte si sa ma siamo fortunatamente tutti diversi.

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