LE OPINIONI

IL COMMENTO Così dopo la crisi Ischia potrà rilanciarsi

DI LELLO PILATO

Nessuno pensi di potersela cavare da solo.Serve una rivoluzione sistemica.Sarà il caso di attrezzarsi sin d’ora. Premesso che sarà difficile tornare alla normalità, bisognerà studiare nuove modalità di comportamento, studio, lavoro, vita sociale per mantenere sempre una distanza di sicurezza l’uno dall’altro. Tutto dovrà essere ripensato: teatri, stadi, cinema, aerei, treni ed il trasporto pubblico in genere, affinché contengano meno gente e meno ammassata. Non oso immaginare cosa sarà del nostro turismo, dei nostri meravigliosi parchi termali, stabilimenti balneari con annesse spiagge e strutture alberghiere.A quanto è dato sapere, per ora dobbiamo rassegnarci; ci dicono che il virus resterà tra di noi e visto che non è ipotizzabile una vita economica e sociale a porte chiuse e serrande abbassate in eterno, bisogna studiare con immediatezza formule idonee e produttive per il rilancio della nostra economia turistica.

Il mondo intero è in pieno fermento per arginare questa sciagura mondiale, istituzioni politiche, scienziati, accademici, sindacalisti, gente di cultura, ricercatori e studenti, imprenditori. E il nostro sistema imprenditoriale?Di sicuro si tornerà a viaggiare e ad andare in vacanza. Dovremo essere pronti e chissà che a seguito di questa epocale criticità non riusciremo a ritornare agli antichi fasti di produttività e qualità dell’accoglienza (?) che ci competono. Tanto dipenderà dal nostro sistema politico, culturale e soprattutto imprenditoriale. Si consideri che le destinazioni turistiche sono connotate dalle proverbiali 6 A: Attractions (fattori di attrattiva); Amenities (servizi per shopping, entertaninemt); Access (accesso e mobilità);Assemblage (prodotto,pacchetti di offerta); Ancillary Services (tour, escursioni, etc); Accomodations (imprese ricettive).

Si dia innanzi tutto inizio alla formazione di una qualificata ed efficiente destination management organization che abbia il ruolo di guida e coordinamento nel processo di gestione e commercializzazione del nostro territorio e che abbia come obiettivi principali la formulazione di strategie territoriali, lo sviluppo di piani di marketing integrato rispetto al complesso delle politiche di promozione e comunicazione, lo sviluppo di una rinnovata cultura dell’accoglienza, la gestione della sicurezza della crisi congiunturale che stiamo vivendo ed infine l’elaborazione di un processo di sviluppo sostenibile. Quanto sopra descritto potrebbe addirittura incrementare i servizi già esistenti sul nostro territorio attraverso lo sviluppo di nuove imprese dedicate alla formazione e al miglioramento dell’offerta complessiva. Tutto ciò andrebbe gestito da un’organizzazione manageriale competente e professionale, una partnership pubblico-privata con la partecipazione attiva di associazioni di categoria, imprese, sindacati ed organismi pilota quali ad esempio la Camera di Commercio mediante una formula organizzativa di tipo consortile. Quando ho fatto riferimento ai fattori di attrattiva(Attractions), mi si consenta di ricordare che alcuni elementi essenziali che potrebbero identificare una destinazione turistica come la nostra, sono in nostro possesso da sempre e , paradossalmente, a costo zero da quando esistiamo. Mare, sole, terme, sentieri, bellezze ancora tutte da scoprire. Sarà il caso di valorizzare, finalmente, quanto madre natura ci ha donato. Quanto bisogno di vacanza, benessere e soprattutto salute ci sarà quando questo incubo finalmente sarà alle nostre spalle?

Le aziende che avranno il privilegio e la forza di resistere a questa epocale sventura dovranno farsi trovare pronte ed a tal proposito è di vitale importanza adeguarsi e rinnovarsi sicuramente rilanciando la nostra offerta termale promuovendo i benefici curativi e terapeutici delle nostre acque termali, apprezzate sin dall’antichità,accreditandosi con certificazioni scientifiche dell’Istituto Superiore della Sanità e perché no, della Organizzazione Mondiale della Sanità. Ci attende una grande sfida, ma stiamo attenti: sarà la sfida della qualità. Non ci sarà più tempo e spazio per improvvisazione e approssimazione, non impererà più la corsa a sterili traguardi numerici di presenze registrate. Resisterà solo chi offrirà più QUALITA’ e chissà che non ne beneficerà anche il nostro martoriato regime tariffario. L’utenza vacanziera sarà più esigente ed attenta nella scelta delle destinazioni turistiche e considerato che la fase di transizione verso la normalità sarà lunga e irta di insidie è necessario ed impellente la messa in opera di piani strutturati, sorvegliati e controllati al fine di gestire con professionalità le sconvolgenti misure di contenimento, sanificazione, igienizzazione costante degli ambienti comuni e di distanziamento sociale.

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità, a tal proposito ha già emesso delle linee guida in merito. Auspico e sono certo che ci sarà un ritorno ad affidare le scelte di destinazione turistica ai tour operators che di sicuro offrono più servizi, garanzie e qualità di assistenza rispetto ai siti web o alle scelte fai da te. Ma saranno pronti e capaci i nostri imprenditori di trasformare questa criticità in opportunità di rilancio e di sviluppo della nostra economia, piuttosto che attendere solo gli aiuti dello Stato che, mai come in questo tragico momento sta facendo la sua parte a mezzo di rinvii fiscali, immissione di liquidità e concessione di prestiti garantiti con copertura statale pari allo zero? Che dire, lo spero e me lo auguro! Ma riuscirà il comparto turistico ad assorbire e soddisfare la totale offerta del mercato del lavoro?Saranno avviati al lavoro gli oltre 10.000 lavoratori stagionali della nostra comunità isolana? Non credo e ho forte preoccupazione in merito.

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Chissà che non sia il caso di riscoprire la nostra antica vocazione contadina e rilanciare il comparto agricolo attraverso l’attività di bonifica e riconversione di vasti territori trascurati da destinare all’agricoltura. I Comuni diano inizio ad una operazione di censimento dei terreni abbandonati ed incolti ed a mezzo di cooperative e consorzi e si facciano parte diligente e dirigente per proporre il rilancio di un settore strategico quale l’agro alimentare magari attingendo a Fondi Europei per l’acquisto di mezzi ed attrezzature e per il funzionamento delle organizzazioni produttive medesime. Di pari passo potrà essere incentivato anche il settore degli allevamenti di animali per consumo alimentare di tutti i tipi, al di là delle specie comunemente utilizzate dalle nostre comunità e che già identificano la nostra gastronomia. Sarà vitale e necessario avviare una circolazione virtuosa delle risorse economiche all’interno del territorio isolano alimentando i consumi a/e di casa nostra evitando, almeno per un periodo di tempo limitato, l’acquisto di beni e quant’altro a mezzo piattaforme web per tutti i comparti di mercato. Bisogna cogliere questa occasione per cambiare e innovare il nostro modello di sviluppo turistico e non; ridisegnare la nostra economia ed investire sulla sostenibilità ambientale, sul riassetto del territorio, sulla innovazione, la formazione; un PAESE che ponga a fondamento della sua azione la coesione sociale riaffermando il principio della centralità del lavoro. Tutto andrà bene ma facciamo in modo che tutto possa andare meglio. Tutto tornerà alla normalità ma credo che comunque nulla sarà normale perché nulla era normale.

* DIRETTORE D’ALBERGO E PRESIDENTE CIRCOLO PD DI ISCHIA

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Luigi Boccanfuso

“ non impererà più la corsa a sterili traguardi numerici di presenze registrate” e “resisterà solo chi offrirà più qualità “.
Con la mentalità che si ritrovano un certo numero di “titolati” imprenditori e l’inerzia di molti “ titolati” amministratori locali…….temo che perderemo anche questa occasione irripetibile per migliorare l’offerta turistica.
L’amico Lello Pilato con i suoi spunti lungimiranti ha lanciato un sasso importante nell’acqua cheta…del tessuto sociale ischitano, ma temo che in pochi lo capiranno.

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