CULTURA & SOCIETA'

La scomparsa di Don Pasquale Sferratore: ancora lacrime e dolore a Monterone. L’amato parroco delle “quattro chiese” lancia messaggi anche da morto

LA CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MICHELE, LA CHIESA DI SANTA MARIA AL MONTE, LA CHIESA DI SANTA LUCIA E LA CHIESINA DELLA ROSE I QUATTRO LUOGHI DI CULTO IN CUI DON PASQUALE SFERRATORE INCONTRAVA LA IL SUO POPOLO DI FEDE ISCHITANO, ITALIANO E STRANIERO -" –Ebbe a spiegare i motivi per i quale aveva fondato la Chiesina delle Rose sotto la torre Nacena. Quelli che... soffrono l'ambiente chiuso, il caldo, lo spazio ristretto, affermò Don Pasquale, quelli che sono un poco allergici alle chiese; quelli che dicono: io non sono come gli altri; quelli che sono amanti delle novità e delle cose belle; quelli che non vanno mai in chiesa. A questi ho pensato. Non mi aspetto lodi e plausi da nessuno. La mia soddisfazione è sola quella di aver fatto una cosa utile per tanta gente, che diversamente non sarebbe andata in chiesa, non avrebbe partecipato ad una santa messa”

Una giovane donna della contrada foriana di Monterone che ha chiesto di mantenere l’anonimato, ci ha rivelato di aver sognato l’altra notte il parroco battagliere e buono scomparso. “Mi è apparso in sogno come lo incontravo tutte le domeniche in chiesa a San Michele, ci dice la ragazza, solo che aveva una veste lunga bianca e la mantellina dello stesso colore proprio come un papa. Sul capo portava,il suo abituale basco non nero come sempre, ma anch’esso bianco. Mi mise la mano in testa e sulla fronte e mi disse: non piangete,comportatevi bene, la Madonna vi assiste, io ci sarò sempre, il virus al più presto vi lascerà in pace, le vostre vite miglioreranno, io vi guardo dal cielo… poi come una nuvola bianca si è allontanato e…mi sono svegliata…”

DON PASQUALE COL VESCOVO LAGNESE

Ad una settimana dalla scomparsa che si desiderava mai potesse accadere del parroco da prima linea amato e subito rimpianto della parrocchia di San Michele a Monterone di Forio e non solo, il dolore della gente dell’antica contrada foriana, è ancore vivo,avvertito fin nel profondo, come fosse di un’ora fa. Il sette dicembre prossimo, fra poco meno di un mese, il giorno prima della festività di Maria Immacolata, il prete canterino, l’emulo di Don Matteo, almeno per i consigli e l’uso della bicicletta, il sacerdote che ha criticato di suo la credenza popolare dell’apparizione di Zaro, il parroco che negò che si facesse dall’altare della sua chiesa di Monterone l’elogio funebre politico ad un defunto parrocchiano militante comunista, poliglotta con quattro lingue di sua conoscenza, avrebbe compiuto la bellezza di 88 anni, portati fino a qualche mese fa, alla grande, con la grinta e l’esuberanza che per lo più lo hanno fatto apparire simpatico fra i parrocchiani che lo hanno seguito nelle cerimonie religiose e non solo, nel paese e perfino fra i turisti italiani e stranieri in vacanza a Forio.

DON PASQUALE SFERRATORE E PAPA GIOVANNI PAOLO II SUL PIAZZALE DEL SOCCORSO A FORIO

Il suo popolo di Monterone gli stava preparando l’ ennesima festa di compleanno, questa volta ancor più memorabile. Parliamo di Don Pasquale Sferratore, il sacerdote simbolo di un quartiere della vecchia Forio, a capo di un’antica parrocchia dove esplicava la sua missione sacerdotale con una carica di umanità e di spiritualità inimitabili, capace di conquistare l’affetto di credenti e non credenti sul suo cammino di combattente del Signore e della chiesa con cui era legato da ben 62 anni di intensa attività pastorale .Lo ha fatto alla sua maniera, cantando le lodi del signore e di Maria Madre con canzoni napoletane di particolare impatto emozionale senza altresi farsi mancare nel suo repertorio canoro la celebre canzone “Mamma son tanto felice…” cavallo di battaglia di Luciano Tajoli, utilizzando le sue doti musicali e vocalizie di prete canterino anche in canti laici per sceneggiare passi del vangelo e momenti gioiosi di vita cristiana nell’amore verso la Madonna e quindi la mamma, nel rispetto verso i santi e verso i propri fratelli in Cristo. Da diversi anni la sua immagine, il suo volto sono stati familiari ai telespettatori di TeleIschia, dove don Pasquale ogni sabato pomeriggio teneva assiduamente una personale trasmissione molto seguita, in cui regala a chi lo ascoltava e lo vedeva un appassionato sermone intervallato dalla esecuzione vocale di classiche e celebri canzoni napoletane ed italiane, facendo tra l’altro, sfoggio di una voce dirompente che col passare del tempo diventava sempre più viva ed accattivante.

DON PASQUALE SFERRATORE COME DON MATTEO IN BICICLETTA FIN DENTRA LA PARROCCHIA

Ma Don Pasquale Sferratore che in passato è stato anche cappellano su navi da crociera, ha fatto parlare di se e si lasciava ammirare anche per altro. Come per essere anche un eccellente scultore, “allivo” di Castaldi, con la pietra di tufo verde di cui la zona alta del Ciglio è ricca. Per essere stato curato ed animatore del culto dell’antica chiesa di Santa Maria al Monte. Per essere l’amato parroco da oltre mezzo secolo della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo a Monterone, dove il sacerdote dall’ugola d’oro curava il suo gregge non soltanto da un punto di vista spirituale, ma anche umano. Don Pasquale ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile non solo per la comunità monteronese, ma per chiunque – credente o non credente – abbia avuto bisogno del suo aiuto o di una semplice parola di conforto. Un prete insomma d’altri tempi. Il fondatore della chiesa di Monterone fu Erasmo Castaldi, detto Zotta, che la edificò nel 1748. Gli eredi ne conservarono il patronato fino al 1936, anno in cui divenne parrocchia. Un’alluvione nel 1910 arrecò seri danni strutturali all’edificio, senza però rovinare le tele e gli altri oggetti d’arte conservati all’interno (le preziose pale d’altare d’Alfonso Di Spigna, il pulpito ligneo e gli arredi più importanti). Nel corso dei lavori di ricostruzione, finanziati dai contributi dei fedeli, il sacerdote Pietro Calise fece aggiungere un orologio sul lato sinistro, in modo da creare una simmetria con il campanile del lato opposto. Una lapide con data 1919 collocata a sinistra dell’ingresso ricorda l’evento dell’alluvione e gli interventi di riparazione e di rinnovamento voluti dallo storico sacerdote.

DON PASQUALE SFERRATORE E DON GIUSEPPE NICOLELLA SACERDOTI DOC FORIANI A SANTA MARIA AL MONTE

Per oltre mezzo secolo Don Pasquale Sferratore ne è stato il parroco inamovibile e nello stesso tempo fratello, padre, nonno dell’intera comunità di Monterone ed oltre confine. Infatti poco distante dalla sua parrocchia, è possibile ammirare l’ultimo “capolavoro”dello straordinario Don Pasquale, quella “Chiesina Regina delle Rose”, così ebbe a denominarla, che da circa un decennio richiama, in particolare d’estate, fedeli foriani e stranieri per la messa domenicale straordinaria, come straordinario è il luogo di culto creato dal defunto parroco di Monterone. In realtà è una Chiesa che non sembra una Chiesa ma un giardino; è decorata con sculture in tufo verde, cosi come anche l’altare è scolpito alla maniera delle altre opere che adornano la chiesina. Don Pasquale Sferratore durante l’estate celebrava Messa per i turisti e i residenti che preferivano questo spazio all’ esterno. Un particolare di questa Messa alla Chiesa Regina delle Rose è che siccome l’ Isola è da sempre meta preferita dai turisti tedeschi, Don Pasquale aveva aggiunto una messa in lingua madre tedesca. Nel giardino Don Pasquale ha pensato bene di lasciare le antiche macine scolpite nella pietra di tufo e altri strumenti utilizzati per fare il vino essendo stato egli di famiglia contadina. La chiesina Regima delle Rose è stata costruita ai piedi dell’antica Torre Nacera, una delle tante Torri di avvistamento usata dai contadini foriani per scrutare il mare ed essere pronti in caso di incursioni piaratesche dal mare, cosa non tanto rara nel 1550, data a cui si fa risalire la costruzione della Torre stessa, che originariamente era a due piani, ora, anche se in buono stato, ne resta un solo piano. Senza giri di parole, con la sua solita schiettezza nel parlare, Don Pasquale Sferratore così spiegò le ragioni che lo spinsero convinto a costruire la Chiesa Regina delle Rose, suo fiore all’occhiello della propria movimentata e proficua missione sacerdotale nella sua terra natia. Quelli che… soffrono l’ambiente chiuso, il caldo, lo spazio ristretto, affermava Don Pasquale, quelli che sono un poco allergici alle chiese; quelli che dicono: io non sono come gli altri; quelli che sono amanti delle novità e delle cose belle; quelli che non vanno mai in chiesa. A questi ho pensato. Non mi aspetto lodi e plausi da nessuno. La mia soddisfazione è sola quella di aver fatto una cosa utile per tanta gente, che diversamente non sarebbe andata in chiesa, non avrebbe partecipato ad una santa messa”. Fra le cose preziose che Don Pasquale lascia a chi verrà dopo di Lui, c’è una lettera.

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SANTA MARIA AL MONTE DON PASQUALE GIOCA CON I SUOI RAGAZZI

La lettera che le mamme dei ragazzi di Monterone a Forio d’Ischia indirizzarono lo scorso anno, al loro amato parroco don Pasquale Sferratore. Essa è quanto di più edificante un sacerdote nella sua missione pastorale possa ricevere dai suoi parrocchiani..“Ti osserviamo quando sei in mezzo a loro, gli scrivono le mamme dei bambini e ragazzi della parrocchia, e vediamo che il tuo volto cambia completamente espressione: ti ristori, ti rassereni, ti ricarichi. Noi mamme affidiamo i nostri figli a te, sicure che le tue parole e i tuoi consigli daranno ottimi frutti”. Infatti Don Pasquale con i ragazzi della parrocchia che li ha visti nascere e crescere alla pari con quelli di oggi di eguale devozione e senso dell’apprendimento si è sempre trovato a meraviglia riscoprendo nella paterna frequentazione il proprio essere fanciullo quale è stato. Un valore che lo ha aiutato a penetrate nell’animo dei ragazzi di cui era circondato, e comprendere tutto il bello della loro innocenza e predisposizione ad essere guidati da un padre spirituale e non solo dalle tante risorse come il loro Don Pasquale.

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Foto Giovan Giuseppe Lubrano

antoniolubrano1941@gmail.com

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M. Luisa Cassara'

RINGRAZIAMO DIO INFINITAMENTE PER QUESTO SUO CARO SACERDOTE ANCORA VIVO IN MEZZO AI SUOI.
Articolo stupendo, Grazie.

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