CULTURA & SOCIETA'

AMARCORD PROCIDA Federico e Aniello, due giovani indimenticabili

DI RITA BOSSO

Federico Sandolo e Aniello Vitiello fanno parte del gruppo di pionieri: con loro inizia la storia che stiamo raccontando. Federico è morto qualche anno; ne parla la moglie Antonietta. Quando sbarca a Procida, Federico ha sedici anni, ha lasciato la scuola da un pezzo, ha fatto apprendistato nell’officina meccanica di Salvatore Panzatuosto. Coglie al volo l’opportunità di studio offerta da Procida, frequenta il triennio della scuola professionale, alloggia alla pensione Eldorado, sostiene l’esame di ammissione al Nautico, trascorre gli ultimi due anni in una casa affittata con Augusto Iodice e con i fratelli Tagliamonte.

Al momento della scelta dell’indirizzo di studi, i Panzatuosto boys non hanno alcuna esitazione: saranno direttori di macchine. Stanno a proprio agio in sala macchine, sono abituati a smontare e vivisezionare i motori, a sentirne la voce, a insozzarsi di grasso; ragionano di cicli termodinamici e di rendimenti, sfottono gli ufficiali che stanno sul ponte di comando, così fighetti con le loro divise inamidate.

Federico intende mettere a frutto Il diploma da direttore di macchine, progetta di navigare a lungo corso; prima, però, lo aspetta il servizio militare in marina. L’incontro con Antonietta porta alla ridefinizione degli obiettivi; è il 1973, sul piroscafo che va a Ponza è colpo di fulmine tra il marinaio in divisa e la genovesina, lui in licenza, lei in vacanza dai nonni, lui diretto a Le Forna, lei a Giancos. Il 23 giugno del 1977, appena dopo san Silverio, si sposano; si stabiliscono a Formia, lui naviga sulla tratta Ponza-Terracina dei fratelli Mazzella. Nel giro di un paio di anni nascono due bambine.

Federico sogna di entrare in Caremar, la società in cui il padre è stato marinaio quando era ancora privata e si chiamava Span; la Caremar degli anni Ottanta, però, è un miraggio, per accedervi bisogna avere appoggi in alto loco, la domanda presentata da tempo giace insieme a tante altre in qualche cassetto della sede al Beverello. Antonietta vorrebbe il terzo figlio, Federico dice no a modo suo: “Vabbè, faremo il terzo figlio quando io entrerò in Caremar.” Ma la Caremar, un giorno, telefona; la voce è quella di un compagno del Nautico, Angelo Monti, da poco a capo dell’ufficio tecnico della società. Federico si fionda a Napoli. Il capitano d’armamento Michele Riccio esamina libretto di navigazione e titoli. Dopo una settimana, Federico prende servizio su un aliscafo Caremar; dopo alcuni mesi gli tocca offrire da bere all’equipaggio per festeggiare la nascita del terzogenito Giacomo.

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Altro pioniere è Aniello Vitiello. Dopo il servizio militare naviga sulle petroliere della Gulf, prende l’abilitazione a capitano di macchine, poi cerca un’occupazione che gli consenta di essere presente in famiglia, accanto alla moglie Maria Antonietta e alla piccola Assunta, oggi architetto. Aniello lavora con la Vetor, prima sulle cisterne, poi sugli aliscafi. “Procida ci ha indirizzati al mondo del lavoro”, dice; in realtà anche l’amore per il giardinaggio, a cui si dedica da quando è in pensione, ha origini procidane più che ponzesi.

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