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Lacco Ameno, il porto della discordia

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. Va avanti l’iter amministrativo intorno al project financing per la zona portuale del comune all’ombra del Fungo presentato dalla società “Marina del Capitello”. Si tratta in pratica di un progetto per la riqualificazione del porto turistico, elaborato dall’attuale concessionario della struttura, Giuseppe Perrella, che tra l’altro era stato convocato in Comune subito dopo il consiglio comunale dello scorso 5 novembre dall’apposita Commissione, formata dall’ing. Grasso (responsabile dell’UTC), dall’avvocato Salvatore Conte e dalla dott.ssa Marcella Montesano, Segretaria Generale del Comune di Lacco Ameno, per rendere chiarimenti su alcuni aspetti del progetto. Tutto parte lo scorso mese di agosto, quando la società di Perrella inviò al comune una proposta per “la riqualificazione del sistema di ormeggi per la nautica da diporto“. Agli inizi del mese successivo, il 3 settembre, una delibera di giunta diede mandato all’ing. Grasso, Responsabile del V° Servizio/Servizi Tecnici,  di istituire un’apposita Commissione per effettuare un’istruttoria circa i vari aspetti tecnici, amministrativi ed economici del progetto e verificarne così l’attendibilità oltre che la fattibilità. La Commissione, istituita lo scorso 26 ottobre, comprendeva la dottoressa Giulia Di Matteo (segretario del comune di Capri) che però, per motivi personali, rinunciò all’incarico. Il suo posto in commissione, come detto, è stato preso dal neo segretario comunale di Lacco, Dott.ssa Montesano che, insieme a Grasso e all’avvocato Conte, nella seduta del 5 novembre ha espresso parere favorevole sulla proposta della società di Perrella, non riscontrando motivi ostativi alla “dichiarazione di interesse pubblico”, cosa che poi è stata deliberata dalla Giunta il giorno successivo, quando l’organo di governo ha statuito anche che la scelta del Concessionario avvenga mediante l’esperimento di una gara ad evidenza pubblica secondo il D.lgs. 163/2006 con aggiudicazione sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Le principali condizioni tecniche ed economiche della proposta verranno poste a base della gara, precisando che il promotore, in questo caso la società “Marina del Capitello” facente capo a Giuseppe Perrella, avrà il diritto di prelazione. La proposta in esame, configurandosi d’interesse pubblico, impone che qualsiasi successivo provvedimento possa essere assunto soltanto in seguito a deliberazione del Consiglio Comunale. L’iter prevede ora che il progetto preliminare proposto sia inserito nella Programmazione triennale dei lavori pubblici, previa pubblicazione prima della loro approvazione all’Albo Pretorio dell’Amministrazione per un periodo di sessanta giorni. Nelle more sarà indetta la procedura di gara con il sistema, come detto, dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con il progetto preliminare posto a base di gara ma soggetto a offerte tecniche migliorative e aumento sul canone annuo. Il diritto di prelazione da parte del proponente scatterà in caso di prevalenza di altro concorrente. Per il sindaco Giacomo Pascale, tale soluzione è praticamente obbligata: «L’attuale concessionario del porto – afferma il primo cittadino – ha avanzato questa proposta con la formula del “project financing”. Siccome il Comune si trova in dissesto finanziario, avevamo il dovere di valutare se questo progetto poteva essere d’interesse pubblico». I costi, o parte di essi, saranno sostenuti anche dall’ente pubblico? «L’investimento per ammodernare le strutture del porto – risponde Pascale – viene eseguito a carico dei privati, quindi senza bisogno di finanziamenti pubblici. È stato detto e scritto in modo completamente errato che noi volevamo affidare questa struttura al concessionario, per poi impegnarci a trovare denari pubblici per quanto riguarda gli investimenti necessari. Non è affatto così. In realtà, col project financing il privato ha lanciato una proposta progettuale, e il nostro iter amministrativo sta continuando per permettere che essa venga messa regolarmente a bando. La proposta originaria, in termini d’investimento, occupazione e canone, prevede valori indicativi a base d’asta, in base ai quali tutti potranno concorrere per aggiudicarsi l’affidamento, lasciando al proponente, come prevede la legge, il diritto di prelazione». Di tutt’altro avviso il consigliere d’opposizione Giovanni De Siano, il quale esprime la propria contrarietà verso l’attuale concessionario e promotore del progetto: «Che l’approdo turistico di Lacco Ameno – afferma De Siano – sia di pubblico interesse, non credo ci sia nulla da obiettare, anzi, sono il primo a ritenerlo tale. Quello che invece non riesco ad accettare è il fatto che  la Giunta comunale approvi il project  financing proposto proprio dalla “Marina di Capitello s.c.a.r.l.”. Io mi chiedo come sia possibile anche solo il pensare di prendere in considerazione la proposta di un soggetto  che in tre anni di gestione dell ‘approdo ha versato nelle casse comunali la miserabile cifra complessiva di 160mila euro,  ovvero meno di quello che versava in un anno la “Nautica mare” gestita da Gennaro Amato per soli 44 posti barca. La “Marina del Capitello” al momento della presentazione del project financing  non aveva pagato nemmeno una rata di quanto dovuto al comune per la concessione di quest’anno!  Il sindaco, anche in sede di consiglio comunale ha ribadito che non gli interessa sapere se chi gestisce il porto corrisponda il dovuto al comune, ma solo che l’approdo funzioni e che si crei un indotto: in pratica è come se io vivessi in una casa senza pagare il fitto dovuto, andando però ogni giorno a mangiare in un ristorante di lusso». L’esponente dell’opposizione chiude con una promessa che sa di minaccia: «Voglio che al sindaco, alla giunta e all’intera maggioranza sia ben chiara una cosa: farò tutto quanto nelle mie possibilità di amministratore e di cittadino, e mi rivolgerò a tutti gli organi competenti, per evitare che un bene della collettività sia “regalato” per cinque anni al “parente” del Senatore o a chi per esso. La legge prevede un iter ben preciso, con pubblicazione di bando europeo: se l’amministrazione e il responsabile dell’Utc intendono percorrere altre strade, lo facciano pure. Sarà poi la magistratura a verificare se si è agito all’interno della legalità o meno».  

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