L’addio a Giovanni, il prof e quel caffè mancato: e oggi salta “Ischia in festa”
Le struggenti parole di Domenico Castagna, che fu docente del ragazzo alle scuole medie: intanto i commercianti annullano la manifestazione in programma su via Roma e Corso Vittoria Colonna
La comunicazione arriva direttamente dal presidente dell’Aicom, Marco Laraspata, nel tardo pomeriggio di ieri. Oggi, in segno di rispetto per la sua prematura scomparsa, la consueta manifestazione domenicale “Ischia in Festa” non si svolgerà. E’ il modo con cui commercianti ed organizzatori della kermesse hanno voluto ricordare ed onorare la memoria del 24enne Giovanni Basile, che ha smesso di combattere una lunga malattia con la leucemia che lo tormentava ormai da anni. Una morte che ha gettato nello sconforto l’intera comunità isolana, in particolar modo tutti coloro che hanno conosciuto un ragazzo che è stato capace fino alla fine di affrontare un destino avverso con una straordinaria dignità.
Una
figura, quella del giovane ischitano, che con un pizzico di rimpianto
ha voluto ricordare anche il prof. Mimmo Castagna, che al povero
Giovanni aveva fatto da docente alle scuole medie. Ricorda Castagna:
«Non
siamo riusciti a prenderci quel caffè promesso, ricordi? Ti
incontrai per strada, eri felice di dirmi che la prima battaglia
poteva essere vinta. Peccato, non abbiamo avuto il tempo per quel
caffè! E ora cosa potrei scrivere di te e per te, Gio’, che non ci
siamo già scritto e detto in questi anni, attraverso i tanti
messaggi che ci siamo scambiati da allora, da quel freddo gennaio del
2014, quando aveva avuto inizio la tua guerra. Ti ho conosciuto a
undici anni, eri poco
più che bambino e sei entrato a far parte della mia nuova classe, la
prima di allora. Sorridente, deciso, senza timore,sei subito entrato
nei cuori e nelle simpatie di tutti, compagni e professori. E come
poteva essere diversamente, tu così educato,sincero e gentile. Mai
una parola fuori posto, mai un comportamento sbagliato, mai un gesto
di arroganza. Il nostro piccolo lord. Ti ho visto crescere, maturare,
ti ho visto sbagliare, come è normale che sia, ti ho aiutato a
leggerti dentro e a scegliere, quando in terza avevi dubbi sul futuro
scolastico e tu mi hai illustrato i tuoi sogni e confidato le tue
speranze».
Lo
struggente e commovente ricordo del professore continua così: «Ti
ho vissuto nella quotidianità nei tuoi anni forse più belli e più
difficili, quelli della preadolescenza. Ma ti ho sempre seguito,anche
dopo, come cerco di fare con tutti i miei alunni che non voglio
diventino mai “ex”. Ti chiedevo dei tuoi successi, delle tue
eventuali difficoltà; tu sempre, sereno, dicevi ” va tutto bene,
prof.”. Perché tu hai sempre sorriso alla vita, anche quando la
vita ti ha messo davanti a una prova durissima . Ci siamo scritti
tanto in questi anni! Tu spesso rispondevi dal letto d’ospedale. E
quante lezioni di vita mi hai dato! Diciamo che è stato uno scambio
di lezioni, pure sbilanciato:io ho impartito per te semplici lezioni
di grammatica, storia, geografia e tu in seguito mi hai ripagato,
insegnandomi la dignità nella sofferenza, la tenacia della speranza,
l’amore per la vita, sempre e comunque. Mai ho sentito un lamento
dalla tua bocca, mai hai imprecato contro un destino beffardo, hai
sempre guardato avanti! I tuoi verbi erano solo al futuro».
E poi la conclusione: «Adesso
è come avere un buco profondo nell’anima, perché, è vero, quando
va via un alunno il cuore di un insegnante sanguina. Ciao, Gio’, ci
lasci con i tanti “perché” in tasca, quelli che sempre ci
assalgono quando vanno via giovani vite . A questi ”perché” non
sempre riusciamo a dare risposte. Certo sei partito nel giorno in cui
la tua bella isola, che amavi e vivevi pienamente, festeggiava il suo
momento più bello. Voglio pensare che tu sia stato contento di
questo, orgoglioso di essere vissuto , sia pure per poco tempo, nel
posto più bello del mondo, come dicevi spesso. Ciao, amico mio.
Ricordati di noi tutti, che ti abbiamo voluto un mondo di bene.
Peccato,solo, davvero, per quel caffè!”