LE OPINIONI

L’analisi del presidente di Federalberghi Luca D’Ambra: «La situazione è difficile non solo a livello isolano»

Abbiamo raccolto le opinioni di un importante esponente di Federalberghi: «Non c’è dubbio che questo è uno dei periodi più difficili per l’industria alberghiera. Non è la prima volta che subiamo una crisi economica del comparto, ma il livello d’impatto del COVID-19 è molto più alto di tutte le crisi precedenti. Il recupero arriverà, ma quando e in quale forma è del tutto incerto. Capire l’attuale situazione e immaginare l’aspetto che potrebbe avere una ripresa, aiuterà il nostro comparto a prepararsi quando quel giorno arriverà. Il turismo rischia di cambiare radicalmente nel suo svolgimento e fare un’analisi unicamente territoriale rischia di dare un’idea limitata. Siamo interconnessi in un mondo che nel bene e nel male ha scelto la globalizzazione. L’afflusso di migliaia di arrivi dipende da un vettore che se fallisce, influenza il nostro numero di arrivi come quello di un’altra destinazione a migliaia di Km di distanza». D’Ambra ha poi precisato: «Federalberghi Ischia al momento ha suddiviso il direttivo in vari dipartimenti di competenza. C’è il comparto Collaboratori in cui tutti sentiamo vivamente la preoccupazione per tutti i nostri dipendenti. Abbiamo poi il gruppo di lavoro Economico che si divide in due parti; la prima porta alla luce le stime, i dati e i numeri per quantificare le difficoltà economiche a cui andiamo incontro. L’altra parte del gruppo invece lavora ad un programma di rilancio in termini di comunicazione e promozione. In queste settimane l’interazione con la sede centrale di Roma di Federalberghi è stata a dir poco rovente. In relazione alla stesura dei testi riguardanti emendamenti, presentati alle varie forze politiche, volte al supporto del comparto turistico, è stato fatto presente molto ma non possiamo ritenerci soddisfatti. Non c’è comparto produttivo che sia esente dalla crisi che ha colpito, colpisce e colpirà la nostra economia già in difficoltà. La nostra categoria però ha bisogno di un trattamento di maggiore attenzione. Il turismo negli ultimi anni è stato l’unico comparto che ha retto la concorrenza internazionale subita da altri settori. Abbiamo dato lavoro a migliaia di giovani, rendendo gli istituti professionali una vera fucina di grandi competenze; abbiamo moltiplicato gli addetti, contribuendo a migliorare anche l’aspetto dell’territorio». Ha poi concluso: «Come possiamo vedere da alcuni grafici in una situazione molto realistica con ripartenza al 1 Luglio rischiamo più di un terzo delle presenze complessive per ogni azienda, arrivando ad una stima di circa 1,2 milioni di presenze in meno. Dobbiamo valutare tutto l’indotto che attraverso la mancanza di queste presenze comportano su tutto il comparto turistico».

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