CRONACAPRIMO PIANO

L’AUSPICIO DI STANI VERDE: «CHE IL NATALE FORIANO TRACCI LA ROTTA»

Lunga intervista al sindaco di Forio che si sofferma sugli investimenti fatti per promuovere Forio e l’isola in un periodo di bassa stagione e si augura che possa arrivare il classico effetto domino. Poi spazio anche sulle immancabili polemiche, sul caso CISI-EVI, sul calo turistico. Poi un plauso a Legnini e l’analisi sul calo di presenze nel 2023. E ancora…

Partiamo dal Natale, che non vuol essere soltanto un momento di intrattenimento per residenti e turisti, ma forse c’è anche un messaggio simbolico: far sì che il turismo isolano non sia limitato soltanto ai mesi tra primavera e fine estate. E Lei, oltre che sindaco, è anche un addetto ai lavori.

«Sono troppi anni che sentiamo parlare di destagionalizzazione, di prolungamento della stagione turistica, ma in concreto non ci sono azioni che permettano di realizzare questo obiettivo, da tutti perseguito a parole ma per il quale mai nessuno ha posto la prima pietra. Oggi, con gli importanti investimenti che stiamo facendo sul Natale, noi stiamo gettando le basi proprio per creare gli eventi, l’intrattenimento e la visibilità che dovrebbe poi consentirci negli anni non dico di destagionalizzare al 100%, ma quantomeno permetterci di allungare la stagione turistica a 8-9 mesi».

«Dopo decenni di parole, per la prima volta stiamo varando azioni concrete per una reale destagionalizzazione turistica. Il Natale sull’isola deve diventare un brand da consolidare negli anni, e l’investimento fatto non credo sia eccessivo, anzi»

È giusto affermare che si vuole trasformare il Natale sull’isola in una sorta di brand come è successo a Salerno o più recente a Gaeta?

«La nostra intenzione è quella, cioè di creare un brand per il Natale, ma non solo questo. Si parte dalla creazione del brand natalizio, per poi proseguire a marzo o aprile con un altro brand, quello degli eventi di bassa stagione, di primavera o gli eventi autunnali di fine stagione. Noi vogliamo far sapere che c’è un’isola definita come la più bella del mondo – e non siamo noi a dirlo – dove a ottobre, a novembre, a dicembre, a marzo, ad aprile ci sono tante esperienze da fare. Restiamo al momento presente: a ottobre qui si fa ancora il bagno in mare. Dunque, attraverso i grandi eventi che stiamo organizzando con l’intento di farli diventare appuntamenti fissi, vogliamo far conoscere al mondo le potenzialità della nostra isola, non soltanto del Comune di Forio».

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È però importante che in casi del genere partecipi sempre l’intero contesto locale, visto che si possono anche organizzare iniziative, ma se il turista poi trova i vari esercizi commerciali chiusi, l’obiettivo viene vanificato. Dunque serve, anche nel tempo, la collaborazione di tutti.

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«Questa è una critica che ci è stata mossa da più parti, ma è una critica stupida. Certamente io chiederò, e anzi l’ho già fatto, ai ristoranti e ai negozi di restare aperti. È normale che non tutti accoglieranno il nostro appello, perché molti vogliono prima vedere i risultati di queste iniziative. Però, bisognava comunque partire, e lo abbiamo fatto col piede giusto iniziando a ottobre, e anzi si sarebbe dovuto farlo anche prima. Per la prima volta si parla di Natale sull’isola d’Ischia. Tutto questo fa parte di un percorso più ampio, che potrà portarci al risultato finale, grazie alla continuità negli anni a venire. Un’altra cosa che dobbiamo far capire a tutti, anche a chi ci critica sostenendo che sono pochi gli alberghi aperti a Natale, è che durante il periodo festivo ci sono migliaia e migliaia di persone che dall’isola d’Ischia si spostano e magari vanno a vedere le luci di Salerno, il castello di Limatola, a San Gregorio Armeno. Oggi dobbiamo renderci conto che questo esodo riguarda isolani che vanno in terraferma a spendere. Dobbiamo quindi dargli un motivo adeguato per restare, e indirizzare tali flussi verso il nostro territorio. Un’altra idea che abbiamo è quella di valorizzare le strade e le spiagge anche in inverno, con le saune su alcuni arenili e tutti i servizi relativi, cosa che a lungo è sempre stata fatta, solo che nessuno lo sa».

«Grazie a una generale spending review, abbiamo reperito i fondi necessari per il Natale ma anche per il recupero e la valorizzazione della Colombaia, che merita di essere riportata al suo originario splendore»

Rispetto a quando noi eravamo bambini, oggi ci sono i social network, che da tanti vengono considerati come un “termometro” delle opinioni. E ovviamente sul programma natalizio e i suoi costi, si è innescato un enorme dibattito tra favorevoli, contrari e posizioni intermedie.

«Credo che le persone debbano innanzitutto riflettere su una cosa: sono tantissimi anni che sento parlare di destagionalizzazione ma non si fa mai nulla. Vogliamo continuare così, oppure vogliamo concretizzare i fatti come stiamo facendo noi? Io credo che 600mila euro per un centinaio di eventi che durano per un mese, non siano eccessivi, anzi».

Quasi cinque mesi di sindacatura sono un arco di tempo sufficiente per chiederle cosa ha trovato in linea con quello che si attendeva quando si è insediato, e che cosa le ha fatto “rizzare i capelli”? E magari cosa l’ha sorpresa positivamente?

«Io credo che sia tutto da riformare. Lo sapevamo prima e lo abbiamo constatato anche durante questi primi mesi. È in atto da parte nostra una spendingreview. Sicuramente l’opposizione storcerà il naso perché riterrà la cosa contrastante con l’investimento per il Natale, allora ributto la palla al mittente. Si saranno chiesti da dove vengono fuori le risorse per questa e altre iniziative? Glielo dico io: stanno venendo fuori appunto dalla spendingreview. Abbiamo tagliato delle spese inutili e stiamo investendo per cose importanti. Un esempio è il luogo dove stiamo parlando io e Lei, cioè la Colombaia, per dieci anni completamente abbandonata. Noi oggi dopo pochi mesi ci stiamo attivando per rimetterla in sesto. La Colombaia non può e non deve essere considerata come un luogo di degrado, ma è semplicemente un pezzo della nostra storia che è stato maltrattato, come una bella donna trascurata, ed è nostro compito riportarla allo splendore che merita».

«Legnini è un commissario di enorme valore. Grazie a lui e nonostante la pesante burocrazia, anche noi sindaci possiamo varare le azioni che ci competono, e che senza il suo operato non avremmo potuto realizzare»

Intanto i sindaci devono trovare la quadratura del cerchio per il Cisi, cosa storicamente non facile. Sembra che si vada nella direzione di un Consiglio di Amministrazione con sei componenti: classico modo indolore per non avere problemi?

«La possibilità di un cda è prevista. Non vedo quindi perché dovremmo accentrare il potere nelle mani di una singola persona quando invece possiamo essere in sei ad incidere. Credo che ci sia l’accordo di tutti, perché siamo persone perbene e penso che siamo mossi tutti dallo stesso spirito, quello di poter risollevare le sorti di questa nostra partecipata».

Un giudizio sull’operato di Legnini.

«Legnini è una persona di grandissimo spessore, sia umano che professionale. Ha creato una struttura commissariale con professionisti di altissimo livello che lo stanno supportando. Un lavoro egregio purtroppo frenato spesso dalla burocrazia. Ma questo non è colpa sua. Diciamo che, considerando appunto la pesante burocrazia, sta facendo già dei miracoli. Poi tocca anche a noi sindaci dover fare il lavoro che ci spetta, perché egli ci mette a disposizione tutte le energie possibili e immaginabili, però siamo anche noi che dobbiamo fare il nostro lavoro: io penso che come comune di Forio lo stiamo facendo egregiamente. A Santa Maria al Monte e al Corbaro abbiamo cominciato i lavori, a breve inizieremo i lavori in via Giovanni Mazzella. Tutto questo, senza un bravo commissario, non sarebbe stato possibile». 

«Il leggero calo dei flussi turistici ci può far bene: meno turismo di massa, più qualità e più sostenibilità per il territorio»

A chi sostiene che ogni tanto c’è qualche mal di pancia interno alla maggioranza, cosa risponde?

«Non è vero. Se dall’esterno c’è quella sensazione è perché io sono un sindaco molto democratico. Spesso apriamo delle discussioni, che danno vita a confronti: è impossibile pensare che dodici consiglieri, quattro assessori e il sindaco siano sempre d’accordo al cento per cento su tutto, quindi nulla di strano. Ma siamo prima di tutto un gruppo di persone intelligenti, capaci dal punto di vista amministrativo, la discussione si chiude sempre con idee condivise da tutti, che poi danno vita alle azioni amministrative, e questo è il motivo per cui stiamo viaggiando a una velocità incredibile. Quello che si vede all’esterno non è nulla rispetto a quanto abbiamo seminato, e che andremo a raccogliere da qui a qualche tempo».

C’è stato un calo dell’11,5% delle presenze turistiche, ma si dice anche che ci sia stato un incremento della qualità. Tra le varie valutazioni e i distinguo, lei come addetto ai lavori che idea ha maturato?

«Io credo che questa piccola crisi sia positiva, perché ci ha fatto riflettere e ci ha fatto capire che forse la strada su cui ci eravamo incamminati da diversi anni, quella del turismo di massa, non è la strada giusta per la nostra isola, anche perché il turismo di massa spesso non è un turismo sostenibile, mentre noi dobbiamo comunque preservare la nostra isola. Quindi penso che un po’ di qualità in più, un po’ di numeri in meno ci faranno crescere meglio».

«Quanto realizzato finora è niente rispetto a ciò che abbiamo seminato e che porterà presto i risultati. Sono convinto che mio padre, sempre pronto a spronarmi verso il meglio, approverebbe quanto stiamo facendo ma ci inviterebbe a non abbassare mai la guardia»

Noi abbiamo avuto il piacere di conoscere un altro Verde, suo padre, che era una persona abbastanza “critica”. Oggi approverebbe l’operato del sindaco di Forio o troverebbe sempre qualcosa da obiettare?

«Mio padre obiettava sempre, specialmente quando ero io a fare le cose. Però poi quando non c’ero – questo me lo raccontava mia madre – diceva che anche quando le cose andavano benissimo, lui aveva qualcosa da ridire perché non voleva che abbassassi la guardia, quindi credo che anche in questo caso avrebbe fatto lo stesso, dicendo che stiamo andando bene, però appunto non dobbiamo abbassare la guardia».

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