CRONACAPRIMO PIANO

Le parole di Cinzia Massa, Segretaria CGIL Napoli: «Salari adeguati e contratti reali per sconfiggere il lavoro nero e l’illegalità»

In quest’intervista si è dato ampio spazio alle tematiche legate al mondo del lavoro e alle difficoltà che incontrano tanti lavoratori

Da sempre le questioni che riguardano il lavoro sono al centro dell’attenzione e, in particolare, sull’isola d’Ischia il tema degli stagionali è uno dei più caldi. Viviamo in un luogo che, inutile nascondercelo, vive di turismo. Indubbiamente il mercato è cambiato negli ultimi decenni e fenomeni come sfruttamento, contratti non rispettati a sfavore dei lavoratori, caporalato e mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro sono, ahinoi, all’ordine del giorno. Eppure per risolvere questi annosi problemi basterebbe rispettare le leggi. Sembra scontato, ma è così. Se e vero che a Ischia c’è un imperante sfruttamento e un dilagante lavoro nero durante la stagione estiva, è anche vero che tutto questo si verifica in molte altre località. Le cause sono diverse e da parte delle istituzioni, siano esse nazionali o regionali, ci sono sempre proclami per migliorare la situazione. Eppure nulla cambia, o quasi. Per avere un quadro più chiaro sul mondo del lavoro e sui rapporti che i sindacati hanno con le istituzioni e con l’ispettorato del lavoro, abbiamo deciso di ascoltare Cinzia Massa, Segretaria Cgil Napoli e Regionale che ha focalizzato la propria attenzione sul ruolo svolto dalla CGIL a favore dei lavoratori e di chi decide di non accettare contratti che non tengono conto della dignità della persona:

L’isola ha notevoli complessità dal punto di vista occupazionale a causa di un lavoro quasi strettamente stagionale. Una situazione di certo anomala…

«Parliamo di un’anomalia che si lega alla mancanza di offerte occupazionali. Tutto ciò è dovuto al fatto che i salari sono bassi e che molti contratti sono pirata, nel senso che non rispettano il tempo di lavoro stabilito. Contravvenendo alle leggi, molto spesso capita che si facciano più ore del dovuto e questo è indubbiamente inaccettabile. La mancanza di offerte di lavoro quindi è da addurre a un dilagante sfruttamento e a dei salari irrisori».

Spesso si ha a che fare con situazioni legate a orari insostenibili di lavoro e paghe da fame. Come rompere questo modus agendi?

«Sembra banale dirlo, ma la via maestra per cambiare questa realtà consiste nel rispettare i contratti. La legalità non è un qualcosa di superfluo o di accessorio. Per invertire la rotta credo che sia necessario far capire a tutti la rilevanza dei contratti e l’importanza dei diritti dei lavoratori»

Ads

In che maniera l’attività sindacale potrebbe e dovrebbe essere più ficcante?

Ads

«Il sindacato, a mio modo di vedere, è incisivo perché noi siamo nei luoghi del lavoro e ci battiamo da sempre per far rispettare i diritti dei lavoratori. Quello che manca è un raccordo con le istituzioni e con l’ispettorato del lavoro. Queste due realtà hanno poca possibilità di andare a fare le verifiche necessarie ed è così che si innesca un divario tra quello che è il bisogno e quello che si fa. Se viene a mancare il contributo delle istituzioni e dell’ispettorato, risulta non semplice scovare i casi di lavoro nero, di caporalato e di sfruttamento. Molto spesso veniamo a conoscenza di queste tristi realtà solo dietro a una denuncia e ciò dovrebbe farci riflettere non poco. Io penso che sia giunta l’ora di creare una vera sinergia che consenta a chi di dovere di fare più controlli e, laddove è necessario, di fare più multe».

Negli ultimi anni i controlli delle forze dell’ordine hanno fatto emergere la presenza di lavoratori in nero anche sull’isola e pure in forma marcata. Come si combatte questo fenomeno?

«La risposta è sempre nel concetto di legalità che deve esplicarsi attraverso la stipula di contratti reali e tangibili che rispettino le ore effettive di lavoro. Urge combattere chi fa dell’illegalità un baluardo, arricchendosi alle spalle dei lavoratori grazie al lavoro nero che, come è noto, non tiene conto dei sacrosanti diritti della sicurezza. A tal proposito, vorrei ricordare che le morti sul posto di lavoro stanno aumentando sempre di più e questo non è più accettabile. Il comparto turistico che caratterizza Ischia, così come quello di tante altre mete del Belpaese, non è esente da queste dinamiche del lavoro nero. Una simile piaga sociale è ovunque e si insidia in qualsiasi settore. Ci tengo a ricordare però che i sindacati come la CGIL sono dalla parte dei lavoratori e cercano in ogni modo di estirpare questi mali che attanagliano i nostri tempi».

La carenza di forza lavoro anche nelle località turistiche è figlia del reddito di cittadinanza o anche di tutto quanto abbiamo detto finora?

«Io non penso che la carenza di forza lavoro sia da attribuire al reddito di cittadinanza. Questa misura ha indubbiamente delle pecche perché doveva servire a creare occupazione e non a creare nicchie di lavoro nero, ma allo stesso tempo ritengo che il reddito non sia il vero problema. Per capire le cause di una carenza di forza lavoro bisogna tornare a quello che abbiamo detto prima. Se si offrono lavori sottopagati, contratti pirata con orari fasulli che non corrispondono al vero e altre forme di sfruttamento è ovvio che si preferisce non lavorare e intascare i soldi del reddito. Mi rendo conto che è un cane che si morde la coda, ma se oggi ci troviamo in queste condizioni è perchè qualcuno continua a violare i contratti e a operare nell’illegalità. Tutto questo si ripercuote sui lavoratori e, come è ovvio, sul tessuto sociale».

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex