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LETTERA APERTA AL SINDACO D’ISCHIA ENZO FERRANDINO

 

Ti scrivo per la stima che nutro verso la tua persona  e per speciali  trascorsi di vita visssuti che mi legano in certo qual modo a due importanti membri della tua famiglia: tuo padre Camillo mio coetaneo e tuo zio Silvestro di alcuni anni più avanti.  Incomincio da tuo padre Camillo studente di prima media nella mia stessa classe col prof. Giuseppe Balsofiore nell’anno scolatico 1951-52 (l’anno dopo cambiai sezione). Con noi  c’erano  Nino Monti oggi esimio professore, Salvatore Pollio diventato cardiologo, Francesco De Angelis funzionario della Comunità europea a Bruxelles, i defunti Peppe Di Manso, Pasquale Scotti e Letizia Pollio, Luisa Pilato, Anna Calise, Giovan Giuseppe Pilato, Franco Migliaccio, Pasquale Vetere ed altri che in  questo momento non ricordo. Era una bella scolaresca che studiava e si divertiva anche,  nelle gite al Cretaio nei venerdì della Via Crucis e durante l’ora di educazione fisica col prof. Limoncelli. Con tuo Padre Camillo e con Nino Monti  legavo bene. Ci capivamo e scambiavamo battute, specie nell’attesa  mezz’ora di ricreazione.  E’ rimasta una cordiale amicizia. Con tuo zio Silvestro, giovane avvocato con personale studio legale in via Iasolino al didietro della vecchia officina Sossio, Candido e Landolfi, il rapporto invece  fu diverso. Nacque  su basi, per così dire, ideologiche. dal momento che entrambi frequentavamo la sezione della Democrazia Cristiana quali membri del direttivo del partito. Tuo zio  Silvestro Ferrandino nellla DC locale era considerato  giovane professionista di valore e di un avvenire politico importate. Alle elezioni comunali del 1965, io giovane candidato ventiquattrenne  ero in lista per  la prima volta insieme a tuo zio Silvestro,Enzo Mazzella, Nunzio Albanelli, Franca Barile ed altri. Ad un  memorabile comizio ad Ischia Ponte Silvestro mi chiese di parlare prima di lui, perche egli con la sua voce forte e convincente avrebbe voluto parlare per ultimo a chiusura di quella storica serata,. Quando terminai il mio discorso tuo zio prima di avvicinarsi al microfono per il suo intervento, mi tese  la mano e me la strinse, poi  mi abbracciò e fra  i complimenti che mi fece mi disse amabilmente:” mi hai bruciato tutti gli argomenti che mi avevo appuntato…”- Ma dopo  se la cavò alla grande, infiammando una piazza che scandiva a viva voce il suo nome. Le elezioni furono vinte e tuo zio Silvestro fu subito nominato assessore e vice sindaco. Tuo zio veniva dall’azione cattolica dove negli anni  ’50  ricopriva la carica di giovane presidente diocesano, Era molto stimato dal Vescovo Cece che lo riteneva a Ischia un intellettuale di punta. Quando decise di lascare l’isola per andare ad espletare la professione  di notaio a Genova prima ed a Savona pori, per tutti noi, per il partito, per il Comune d’Ischia fu una perdita gravissima. Fin qui la parte personale coinvolgente, per sentirmi meglio “legittimato”  a rivolgermi prima che al sindaco, alla persona amica  che come dicevo in apertura, stimo senza tante riserve. Da quando sei diventati sindaco di Ischia, non ho avuto ancora il piacere di incontrarti al Comune, ma nei miei articoli,  In più di una occasione ti ho chiamato in  causa  per segnalarti deficienze nel paese fin troppo evidenti per non incorrere nel rigore della critica. Mi piange il cuore vedere anche per questa estate lo storico Ponte Aragonese percorso nei primi anni del ‘500 dalla celebrata Vittoria Colonna  e soltanto otto mesi  fa (ottobre 2017)  da  ministri degli interni mondiali del famoso G7, versare nelle identiche condizione di  degrado dello scorso anno, di due anni fa, tre, quattro e chissà giù giù fino a quando. A me pare un assurdo difficile da comprendere e da digerire. Non so  a Te come cittadino e sindaco di questo paese, che effetto fa. Immagino ti senti arrossito dalla vergogna, non per colpa tua specifica, ma per colpa di quel sistema aberrante che non ti pungola abbastanza per scattare e perdere la pazienza per il coinvolgente modo generale che prende tutti,  di curare la cosa pubblica. Ti capisco. Non afferro invece il concetto secondo cui è abilitato ad intervenire solo il Genio Civile OO.MM. E il Comune che fa ? Spedisce  la solita letterina di segnalazione, aspettando  e sperando ? Secondo me, a dispetto del sistema,  non è così che deve funzionare.  Qui ci si trova di fronte ad un’ autentica  emergenza, ad un “caso grave” che per disgrazia dei cittadini dura da anni. Il Ponte Aragonese, senza  manutenzione, sta crollando e con  lui la storia. La incolumità  fisica di chi oggi lo percorre o vi sosta per godere del sole e del mare, è messa a dura e pericolosa prova. Lo stesso discorso critico  va fatto, principalmente per ragione di estetica e di spazio, per la banchina di Portosalvo occupata per quasi tutta la sua ampiezza, dall’enorme  bruttura delle biglietterie che dovevano essere rimosse già da mesi passati, e invece, contro il volere di tutti,  stanno ancora lì a fare scempio della zona. Inoltre sulla stessa banchina, ingabbiato dalle citate biglietterie, si erge il monumento al Redentore. Per il quale  già dai primi anni ’70 dalle colonne di Ischia Mondo proponevamo il suo spostamento sull’antico tondo di Marc’Aurelio in mezzo al porto borbonico. Tale proposta la rilancio  ancora una volta oggi nella speranza che venga considerata fattibile. Caro sindaco ho richiamato, la tua attenzione su alcuni problemi che purtroppo inspiegabilmente non trovano ancora soluzione. Mi rendo conte  che chi ti circonda al Comune ti sta facendo vivere in questi giorni ore  difficili, minando la tua stabilità  di sindaco che ha puntato tutte le sue carte  sull’ambizioso progetto della “Bella Ischia”.  A  questo punto, aggiungo e ti dico, tieni duro. La mediocrità spesso non vince. Ricordati delle problematiche segnalate. E trasmettici qualche speranza,

                                                                                                     antoniolubrano1941@gmail.com

DI ANTONIO LUBRANO

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

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