CRONACA

L’INTERVISTA A IL GOLFO «Un’isola che mi è entrata nel cuore»

Dopo aver ricevuto la civica benemerenza, Suor Edda fu intervistata per Il Golfo da Gaetano Ferrandino. Nella circostanza le chiedemmo in primis quale fosse il ricordo più bello dei 25 anni trascorsi sull’isola e la religiosa rispose al cronista: «Non esiste un momento bello, bello è stato ogni attimo nel quale ho dato tutta me stessa per aiutare il prossimo in ogni modo, prestando soccorso in ogni modo attraverso le mie ragazze. Capire chi e di cosa aveva bisogno non era difficile, bastava guardare la gente quando si recava a messa. E poi il mio rapporto con i bambini, che da subito mi parvero angioletti, e mi hanno sempre dato una spinta incredibile ad adoperarmi per questa struttura».

Con Suor Edda avemmo modo di parlare anche dei tanti bambini che lei aveva cresciuto e che nel frattempo erano diventati uomini e lei con un pizzico di commozione spiegò: «E’ stata ed è tuttora una continua gioia del cuore, e non è tutto. Molti di loro portano i loro figli a scuola, qualcuno nel frattempo è diventato anche nonno. Questo è un qualcosa di bello e gratificante che è il premio più bello per il mio operato. Ecco, sono fatti e circostanze che davvero mi fanno scoppiare il cuore di gioia anche se mi piace sottolineare che non sono sempre state rose e fiori: ma anche nei momenti più difficili, possiamo rivendicare di aver sempre aperto le porte a tutti e non averle mai chiuso a nessuno. E questo, lasciatemelo dire, è un motivo di orgoglio».

Un quarto di secolo è davvero tanto, chiedemmo a Suor Edda se avesse mai immaginato di rimanere così a lungo sull’isola e la sua risposta fu anche un atto d’amore verso la nostra terra: «Onestamente no, non lo avrei mai messo in preventivo. Arrivai sull’isola, a Casamicciola, perché dovevamo aggiustare questa struttura (l’attuale orfanatrofio, nel frattempo divenuta scuola paritaria dell’infanzia “Santa Maria della Provvidenza”, ndr). Sembrava una sorta di missione impossibile e allora chiesi alla Madre generale di Qualiano di potermi recare a Ischia per rimettere le cose a posto. Poi, naturalmente, avrei fatto ritorno a casa. Ricordo che in quel periodo ricevetti una comunicazione poco garbata da parte della Regione Campania con la quale si riferiva che le suore non erano adatte a prendersi cura dei bambini e ragazzi minorenni. Successe al termine di un’ispezione e dovemmo mettere a posto una serie di schede. Dopo un paio di mesi di permanenza sull’isola, la suora che si trovava qui fu spostata alle missioni a Manila. La cosa mi dispiacque parecchio, sono sincera, aveva fatto tanto per questa casa. A quel punto chiesi alla madre di poter rimanere io sull’isola per proseguire il mio lavoro, che consisteva anche nel metterci alle spalle la permanenza presso l’Hotel Italia, che era una cornice francamente inadeguata. Così è nato il mio rapporto con Casamicciola, che continua tutt’ora. L’isola, davvero, mi è entrata nel cuore».

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