LE OPINIONI

LO DICO A IL GOLFO Il coronavirus e tutti i rischi legati all’insularità

Cari Ischitani tutti,

Per chi non mi conosce di persona, mi chiamo Vito Di Maio e sono un ricercatore del CNR. Non mi occupo di virus o di Epidemiologia, ma un po’ di cultura scientifica per il lavoro che faccio credo non mi manchi e ho deciso di scrivervi questa lettera aperta per dare un contributo a chiarire, se possibile, alcuni aspetti della questione Coronavirus. Dopo aver visto un mare di cose strane, principalmente via Facebook, ma anche da articoli di giornali locali, e non ultima l’intervento televisivo della signora Dalla Chiesa, vi scrivo questa lettera nella speranza di dare un sia pur modesto contributo a vedere le cose in un’ottica di logica e concretezza. Ho sentito in questi giorni un mare di polemiche sui rischi di contagio che possono venire da turisti del Nord e cose del genere. Non entro nel merito dell’opportunità economica di fare queste cose. Non ho interessi economici nel settore alberghiero/turistico di Ischia ma sono conscio del fatto che l’isola, oltre il turismo, non ha molte altre risorse. Facciamo quindi una valutazione pacifica e lineare del rischio Coronavirus a Ischia e delle possibili fonti di contagio.

Ogni mattina da Ischia partono navi e Aliscafi carichi di persone che vanno a lavorare, studiare, fare cure specialistiche e quant’altro a Napoli (quando non direttamente a Milano, Bologna, Torino, ecc) o nelle zone limitrofe e sbarcano a Napoli e Pozzuoli. Queste persone, allo sbarco, prendono mezzi di trasporto. Metropolitana, Bus, Tram, Cumana, Funicolari, Taxi. Ogni mattina, da Napoli arrivano operai, Insegnanti, Fornitori, Rappresentanti, Medici, Infermieri, ecc., che per arrivare al porto hanno preso Metropolitana, Bus, Tram, Cumana, ecc. Ogni sera la maggior parte di queste persone fa il tragitto inverso. Non ho i numeri dei pendolari, ma credo che possiamo tranquillamente parlare di parecchie centinaia di persone che si spostano tra ischia e la terra ferma. Ogni giorno, solo contando i treni ad alta velocità ci sono una quarantina di arrivii che connettono Milano, Venezia, Bologha, Firenze, Torino, Genova a Napoli. Ci sono poi Gli aerei (almeno una 15ina di voli al giorno) e i Bus. Non ho i dati numerici ma guardando solo i treni ad alta velocità credo che gli scambi di persone siano dell’ordine di qualche migliaio al giorno. Comprendono persone che tornano dal nord per lavoro, persone che vengono al sud per lavoro o affari, studenti fuorisede delle università del nord, rappresentanti, imprenditori, gente che va a far visita ai parenti emigrati anni fa, ecc.

Ora volendo anche escludere che alcune di queste persone arrivino poi direttamente a Ischia singolarmente, la maggior parte di queste persone scendendo a Napoli prendono Metropolitana, Bus, Funicolari, Cumana, Taxi, ecc per raggiungere le zone della città di loro interesse. Anche chi non viene dalle città del Nord ma, ma da Roma, ad esempio, si è, molto probabilmente, scontrato anche a meno di un metro con gente che veniva dal nord e transitava nella stazione Termini. Queste persone provenienti dal Nord si incontrano con i flussi Ischitani nei mezzi di trasporto, nelle università, nei tribunali, negli Ospedali, negli uffici in generale, per strada, alle biglietterie, nei bar e chi più ne ha più ne metta. Perché tutta questa tiritera? Per mettere in evidenza che il contatto con persone proveniente dalle regioni interessate ai focolai, in maniera diretta o indiretta, è quotidiano da parte degli Ischitani. Per mettere in evidenza che NON SIAMO ISOLATI. Chi viene in un Bus turistico dal nord non ha maggiori possibilità di trasmetterci il virus di quanto non ne abbia il nostro compagno, la nostra compagna che ha preso un mezzo pubblico a Napoli,

Se si dovesse verificare una qualche positività ad Ischia, la prima cosa a cui io penserei per cercare un paziente zero non è al gruppo arrivato con un bus. Le probabilità maggiori sarebbero a favore di chi si muove continuamente tra Ischia e la terra ferma e in terraferma usa mezzi di trasporto collegati alle Ferrovie o all’aereoporto ai bus a lunga percorrenza (Flexibus per esempio). Unico sistema per proteggere Ischia dal contagio è quindi quello di chiudere il flusso tra Ischia e la terra ferma. Ma sapete Benissimo che Questo non è Possibile. Ischia non ne autonoma ne autosufficiente. Ma facciamo finta di voler davvero chiudere tutti i collegamenti con la terra ferma. Siete sicuri che ormai non è troppo tardi? Pensateci un attimo. I sintomi da coronavirus in quasi il 90% dei casi sono assenti o sono semplici accenni di raffreddore senza febbre. IL virus diventa un killer spietato solo per chi è immunodepresso o ha patologie già debilitanti.

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Siete sicuri di non essere già stati infettati senza neanche esservene accorti? Siete sicuri quindi che il coronavirus non sia già ad Ischia da un bel po’ ma che fortunatamente non ha ancora incontrato la persona debole o immunodepressa e quindi non ce ne siamo accorti? Non essendoci ricoveri non è scattato il piano di isolamento e prevenzione e non sono stati fatti tamponi. Come fate a sapere che il coronavirus non è già’ ad Ischia? Ovviamente questo è vero anche per Napoli e per ogni altra città Italiana con un elevato tasso di connettività con le regioni industrializzate del nord, ossia, per tutte le città Italiane. Se domani mi dicessero, facciamo il tampone a tutti gli Ischitani o almeno a quelli che hanno avuto raffreddori e sintomi influenzali leggeri, io sarei pronto a scommettere, per ragionamento di ordine statistico, che qualche positivo a Ischia lo troviamo. E penso anche che qualche negativo al tampone ma con positività agli anticorpi lo troviamo (succede quando la sintomatologia e il virus è ormai debellato). Questo è più probabile per la città di Napoli ovviamente ma non lo si può escludere per Ischia.

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Quindi a che servono tante polemiche, delibere di sindaci, e casini vari che finiscono sui media nazionali? Non desidero dare consigli e neanche criticare nessuno. Comprendo come nessun altro lo stato di preoccupazione avendo io una figlia molto vicina all’area rossa in Veneto e comprendo anche il senso di impotenza e l’ansia dell’attesa e della paura dell’infezione per i propri figli. Tutto quello che volevo fare, e spero di averlo fatto in qualche modo, è di fornire una traccia per un ragionamento su base logica, non emotiva e soprattutto non dettata da convenienza politica cosa che purtroppo vedo quotidianamente sui giornali e in tv. Ognuno poi tragga le dovute conclusioni e la pensi o si schieri come crede. Un abbraccio pieno di affetto alla mia Isola.

Vito Di Maio

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Tita71

C’è un solo punto che non chiarisce …. fino a qualche giorno fa in Campania i contagi erano ZERO …. chi ce lo ha portato è cmq entrato in contatto con qualcuno della zona rossa o gialla che a sua volta è in contatto con qualcuno della rossa …. questa gente non si poteva fermare PRIMA e non farla arrivare proprio? il problema non è per chi gironzola solo per Napoli o per la Campania … per questo andava imposta la quarantena di due settimane a tutta l’Italia da subito e controllare TUTTI coloro che rientravano con i vari mezzi pubblici dall’estero …. in 2 settimane il contagio era bell’e stroncato …. invece vogliamo fare i buonisti del menga, lasciare la libera circolazione, pensando all’economia …. manco fra qualche anno avremo finito ed i danni economici saranno 100-1000 volte superiori al blocco di due settimane …. altro che “stagione” finita …. fate i tecnici e continuate a farlo, non siete economisti, non siete medici, che parlate a fare?!?!?
PS: sono un economista e sono a disposizione di chi fra qualche mese vorrà chiudere la partita iva!

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