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Lo “spot” di Giosi: «Basta low cost, Ischia piace perché è bella»

Nostra intervista all’eurodeputato del Pd che traccia la rotta per il futuro del nostro turismo parlando di “masochismo” nello svendere la nostra isola. Spazio anche al recovery fund e ovviamente gli immancabili focus legati all’isola, con attenzione particolare a Ischia, Lacco Ameno e Casamicciola

Partiamo dall’inizio, visto che di questo caso si continua a parlare e di recente lo ha citato a icona di un sistema che non funziona anche il segretario di Italia Viva Matteo Renzi. Le motivazioni dell’assoluzione in Corte d’Appello per il caso CPL Concordia sono arrivate, non ci sarà il ricorso in Cassazione. La vicenda è chiusa, ma quali sensazioni e sentimenti lascia dentro?

«Sono sentimenti sicuramente contrastanti. Da una parte mi piace pensare che la giustizia esiste ed alla fine funziona, dall’altra è triste dover prendere atto che la stessa impiega però troppo tempo per celebrare un processo ed emettere una sentenza. Ed è chiaro che questo non giova e rende l’idea di come determinate riforme si rendano inevitabili oltre che urgenti. Dispiace poi aver patito quello che ho sofferto perché magari alle volte succede che qualcuno vuole ergersi a protagonista. E poi voglio fare un ulteriore passaggio, legato a quello che è l’utilizzo della custodia cautelare in Italia, cui spesso si fa ricorso in maniera inopportuna o azzardata. Insomma, c’è un sistema che va rivisto, ma nonostante tutto in questi anni sono sempre stato fiducioso del fatto che la verità sarebbe venuta fuori e alla fine così è stato».

Parliamo della stretta attualità, con l’introduzione del green pass obbligatorio per accedere a una serie di strutture. E’ una misura da condividere e perché?

«Il provvedimento mi trova assolutamente d’accordo, senza esitazione alcuna. Non ho nulla contro chi rifiuta di vaccinarsi, beninteso, ma è chiaro che a questo punto non si possono rischiare nuove chiusure che rischierebbero di mettere definitivamente al tappeto il nostro sistema economico, già duramente provato dalla pandemia. E’ chiaro che se l’alternativa a ulteriori lockdown o misure analoghe è l’introduzione di un pass vaccinale, non si può che accoglierne positivamente e con favore la sua introduzione. Ripeto, ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma queste non possono condizionare la maggioranza di un popolo o addirittura la tenuta di un intero paese. E poi serve senso di responsabilità in casi del genere, e la posizione del Partito Democratico su questa e altre tematiche è assolutamente ineccepibile. Altrove, invece, vedo esponenti politici che fanno affermazioni e proclami populistici e senza senso al solo scopo di raccattare qualche consenso in più. E, ad onor del vero, non mi pare nemmeno che la strategia funzioni, statistiche e sondaggi alla mano».

«La fine della mia vicenda giudiziaria? La giustizia trionfa sempre ma è triste dover prendere atto che impiega però troppo tempo per celebrare un processo ed emettere una sentenza. E poi va detto che in Italia troppo spesso si fa riferimento in maniera inopportuna o azzardata alla custodia cautelare»

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Intanto cominciano ad arrivare i fondi del recovery fund.

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«Sono un treno che bisogna cogliere al volo, di quelli che non passeranno più. Partiamo da un presupposto, l’Italia si è vista assegnare una somma decisamente più cospicua di quella destinata agli altri paesi e dunque sotto questo aspetto è stato fatto un buon lavoro. Ora bisogna capire come investire questi soldi e soprattutto come fare in modo che generino ricchezza nel tempo. E’ chiaro che bisogna puntare e molto sulle infrastrutture tenendo un occhio di riguardo al Mezzogiorno, che sotto questo aspetto paga carenze ataviche cui va posto finalmente rimedio. Questa è una sfida dinanzi alla quale l’Italia deve farsi trovare pronta e io sotto questo aspetto sono decisamente ottimista. Ma bisogna anche stare attenti…».

A cosa?

«Le risorse che sono state destinate al nostro paese dovranno essere spese in un arco di tempo relativamente breve, molto più limitato rispetto a quelle ad esempio legate ai fondi strutturali. In casi del genere spesso abbiamo restituito anche il 70 per cento delle somme che ci erano state assegnate, stavolta bisognerà anche saper pigiare il piede sull’acceleratore. Magari pensando pure a sburocratizzare, perché questo rappresenta da sempre il tallone d’Achille del sistema italico. Che però deve vincere questa sfida anche perché ha davanti a sé un momento storico particolarmente significativo che – grazie anche alla presenza ed all’autorevolezza del premier Mario Draghi – può restituirci una centralità e addirittura un ruolo di primo piano nel contesto europeo».

«Deve essere chiaro un concetto: chi sceglie di venire in vacanza sulla nostra isola lo fa perché vuole venire ad Ischia, di cui apprezza le bellezze, le tipicità, le unicità. E lo fa anche superando grandi disagi e l’elevato costo del nostro sistema trasporti. Non sceglie certo questa location per il prezzo, ma semplicemente perché ha voglia di Ischia»

L’isola però è forse rimasta un po’ ferma davanti a questo treno che passa. O è soltanto una mia impressione sbagliata?

«Partiamo da un presupposto, nulla è perduto e nulla è ancora deciso. Ma è chiaro che bisogna che le amministrazioni si siedano attorno a un tavolo e dialoghino in maniera congiunta mettendo su progetti che servano ad esaltare le bellezze della nostra isola. Oggi una tematica come l’ambiente, tanto per dirne una, non rappresenta più soltanto un semplice “spot”, ma un valore aggiunto quando si tratta di scegliere la località dove recarsi in vacanza. Così come il mare ed anche le risorse enogastronomiche di cui l’isola è ricca. Ma ripeto, c’è bisogno di questo cambio di passo. A Ischia a mio avviso ci sono classi politiche capaci e preparate, il problema è che spesso ci si accorge che ognuno cammina per conto suo. Bisogna pensare al modello di territorio che si vuole disegnare e realizzare da qui ai prossimi vent’anni anni e lavorare in questa direzione. Ischia è chiamata isola verde, e posso assicurarti che l’Europa finanzia tutto ciò che ha a che fare con ambiente e dintorni e questo lo dico dal mio osservatorio privilegiato. Io, ovviamente, sono pronto e disponibile a fare la mia parte e dare il mio contributo».

A proposito, dove va il turismo ischitano?

«Credo che sia arrivata l’ora di avere quella consapevolezza che manca dalle nostre parti e che ci porta ad avere degli atteggiamenti anche imprenditorialmente “masochistici”. Deve essere chiaro un concetto: chi sceglie di venire in vacanza sulla nostra isola lo fa perché vuole venire ad Ischia, di cui apprezza le bellezze, le tipicità, le unicità. E lo fa anche superando grandi disagi e l’elevato costo del nostro sistema trasporti. Non sceglie certo questa location per il prezzo, ma semplicemente perché ha voglia di Ischia. Quindi avremmo gli stessi numeri anche con prezzi più alti e conseguentemente anche una qualità di turismo migliore. Ecco perché la politica dell’abbassamento delle tariffe, che negli anni sta diventando sempre più una costante e pare diventato l’unico sistema per riuscire a rimanere ancorati sul mercato, è a mio avviso assolutamente senza senso. E spero che questo concetto venga recepito dagli addetti ai lavori, magari più prima che poi».

A Lacco Ameno si è chiusa la partita giudiziaria, Pascale resta sindaco e De Siano confinato in minoranza. Qual è la sua opinione?

«E’ chiaro che quando si innesca un contenzioso del genere non è mai un fatto positivo, anche perché la conflittualità in un modo o nell’altro va a ritorcersi anche sul paese e sull’intera comunità. Personalmente ritengo che sia arrivata l’ora di mettere da parte ogni forma di litigiosità e di lavorare insieme, o almeno di amministrare in maniera più serena e costruttiva. In tal senso non posso che accogliere con apprezzamento e soddisfazione quanto accaduto per esempio a Ischia, dove si é deciso di lavorare insieme mostrando grande senso di responsabilità e maturità in una fase certamente difficile. Tra l’altro, al riguardo vorrei sottolineare anche un altro aspetto…».

«A Ischia sono tornati ad operare ed amministrare in simbiosi coloro che avevano fatto parte della squadra che mi ha visto nei panni di sindaco per dieci anni. Si va avanti nel solco della continuità e questo potrebbe accadere anche nel 2022. Insomma, ci potrebbe essere un percorso ininterrotto di ben due decenni, e non credo sia mai successo»

Prego.

«Alla fine sono tornati ad operare ed amministrare in simbiosi quasi tutti coloro che avevano fatto parte della squadra che mi ha visto nei panni di sindaco per dieci anni. Si va avanti nel solco della continuità e questo potrebbe accadere anche nel 2022. Insomma, ci potrebbe essere un percorso ininterrotto di ben due decenni, e non credo sia una cosa mai accaduta a Ischia».

A proposito, ma con una maggioranza così bulgara non c’è il rischio di ritrovarsi senza una opposizione valida?

«Non credo che si corra questo rischio. A Ischia, quando l’anno prossimo i cittadini saranno chiamati nuovamente alle urne, ci saranno sicuramente due schieramenti contrapposti. Non credo tre, perché allo stato dell’arte mi risulta difficile pensare che ci sia lo “spazio” addirittura per un terzo polo. Ma alla fine il paese avrà un’amministrazione in carica che si ripropone ed una forza che si propone come alternativa. Avranno come giusto che sia la possibilità di scelta. Premiare gli uscenti oppure decidere per il cambiamento».

Non possiamo chiudere senza chiederti un parere sulla tua Casamicciola, dove ha avuto inizio il tuo percorso politico.

«Casamicciola è una realtà a me particolarmente cara, non credo serva nemmeno ricordarlo, che in questo momento attraversa una fase per niente esaltante, tutt’altro. La situazione è davanti agli occhi di tutti, il paese troppo spesso sembra fermo e privo di idee. E poi c’è il problema legato alla ricostruzione post sisma: ormai sono passati quattro anni e non si è mosso ancora nulla e questa non è più una cosa tollerabile e quindi è facilmente intuibile che i prossimi anni saranno fondamentali per le nuove generazioni perché non si possono perdere le opportunità del recovery fund».

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Patrizia

Finalmente era ora …. Sono anni che dico che dico che albergatori e amministratori stanno svendendo la nostra isola ora poi hanno esagerato . Condivido pienamente ha ragione Giosi Ferrandino speriamo che si punti in futuro sulla qualità e nn la solfa che è in giro sull’isola attualmente.

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