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Ma come sono uniti i sindaci isolani!

Di Franco Borgogna

 

Davvero stupefacente l’atteggiamento dei Sindaci isolani: da mesi, all’unisono, professano intenzioni coesive e collaborative. Dopo l’idea del Piano strategico per l’isola d’Ischia, su imput del commissario Barra dell’Azienda di Turismo, adesso hanno scoperto che c’è la necessità di uniformare i livelli dell’imposta di soggiorno e che, per trasparenza, è bene destinare a Federalberghi, una quota degli introiti dell’imposta, da gestire autonomamente ai fini di un rilancio turistico. Qualche osservazione, giusto per insinuare il seme del dubbio a questa improvvisa ventata di ottimismo. Mentre scrivo ho, tra le mani, il n. 356 del Golfo, datato 28 dicembre 2006. Riporto la seguente notizia: “ con la delibera di giunta municipale n.185 di dicembre, il Comune di Forio ha approvato l’adesione al protocollo d’intesa fra i 6 Comuni dell’isola d’Ischia per l’attuazione di una campagna di promozione turistica e attività di marketing, in particolare sul mercato tedesco. Il protocollo d’intesa, di cui è capofila il Comune di Barano, prevede la redazione e presentazione di progetti unitari, con la partecipazione delle Associazioni di categoria e la richiesta dei relativi contributi agli enti preposti.” Di protocolli d’intesa, come si vede, è lastricata la strada delle occasioni perdute dell’isola d’Ischia. Oggi, mentre proprio il Comune di Forio va a reclamizzarsi da solo alle Fiere internazionali, i Sindaci hanno l’impudenza di riproporci accordi risolutori sull’unità di azione. Per i Sindaci, ancora una volta con il Sindaco di Forio in testa, attaccano la stampa locale, rea di evidenziare queste contraddizioni. I giornali locali parlano solo delle negatività? A parte che non è vero, i Sindaci dimostrino che ciò che viene scritto non risponde a verità. I Sindaci vogliono istituire un Ufficio Stampa unitario? E perché? Quando le Amministrazioni hanno stilato comunicati ufficiali, forse gli organi locali di informazione li hanno ignorati? Dov’è, dunque, la necessità di un Ufficio Stampa dei Comuni? Forse per attaccare stampa locale e nazionale, per l’insofferenza degli amministratori alle critiche? Mi auguro, per davvero, che nessuno dei giovani e valenti giornalisti locali accetti questo mortificante ruolo di “cavalier servente”, di cicisbeo del potere. Quanto all’idea di destinare una quota degli introiti dell’imposta di soggiorno alla gestione autonoma di Federalberghi, che dovrebbe presentare un apposito progetto, faccio notare che questo eventuale provvedimento non troverebbe precedenti illustri in altri Comuni d’Italia. C’è,invece, una larga parte dei Comuni che preferirebbe, anziché l’imposta di soggiorno, una tassa di scopo o la tassa di sbarco come a Capri. Delegare poi all’esterno e ad una sola categoria (per quanto importante nell’economia isolana) l’utilizzo dei fondi da imposta di soggiorno, come vogliono fare i Comuni isolani, non è cosa logica. E’ un atto di resa della Pubblica Amministrazione, è una dichiarazione di incapacità. E gli albergatori non sono gli unici attori del turismo. Perché non coinvolgere anche i commercianti, i tour operator, i Pubblici esercizi e infine i locatari privati? I Comuni stanno responsabilmente prevedendo controlli sui fitti estivi, hanno stilato regolamenti per l’applicazione dell’imposta di soggiorno alle case in fitto estivo. A questo punto, però, i privati debbono poter dire la loro in merito alla destinazione degli introiti. Ma non, come sembrano ipotizzare i 6 Comuni, delegando la gestione ai privati, ma facendosi controllare e collaborare dalle rappresentanze sociali ed economiche. Citiamo il caso del Comune di Vieste che ha creato una Commissione di controllo sulla destinazione dei fondi, chiamata CRTS. Citiamo il caso dei Comuni lacuali del Garda, sponda veneta, che stanno creando una Fondazione, partecipata dalle Amministrazioni comunali, per gestire l’utilizzo dei fondi ricavati dall’imposta di soggiorno, per la promozione turistica. Ma agli albergatori vogliamo sottoporre due altri esempi: quello di Salò, comune del bresciano, dove gli albergatori si sono fatti carico di una raccolta volontaria di fondi per evitare l’applicazione dell’imposta di soggiorno,così come il Comune romagnolo di Cattolica che, analogamente, vede l’impegno degli albergatori alla creazione di un fondo volontario di 1 milione e 400 mila euro, sempre per evitare di caricare i turisti dell’imposta di soggiorno. I Sindaci vogliono convincerci della loro reale intenzione di coesione isolana? Allora ci sono aspetti della vita amministrativa comunale che possono traslare, con relativa facilità ed urgenza, dal piano del singolo Comune al piano isolano. Molti hanno segnalato la necessità di unificare il servizio taxi e microtaxi. Questa battaglia affonda le radici nei decenni passati ed è rimasta finora irrisolta, per localismi e clientelismi da difendere. E’ una cosa da fare assolutamente, per migliorare il decoro, l’uniformità delle tariffe e l’equità tra operatori isolani. Io aggiungo un altro aspetto urgente, di cui si parla di meno, ma che trova applicazione in una molteplicità di casi di Unione dei Comuni in Italia: l’unificazione dei 6 corpi di vigili urbani. Sicuramente migliorerebbe la funzionalità, contribuirebbe ad uniformare i criteri repressivi e regolamentari isolani, creerebbe economie di scala. Ho sentito che il consigliere comunale di Ischia Piricelli (forte di importanti esperienze da colonnello in terraferma) ha invocato la creazione di un unico corpo interforze isolano (vigili urbani, carabinieri, polizia, guardia di finanza). Bella sulla carta, la proposta si scontra con la legislazione nazionale e appare non realistica, ferma restando la necessità, soprattutto in estate, di un coordinamento funzionale tra i diversi corpi. Infine, occorre un piano unico isolano sul traffico automobilistico. E’ necessario, ai fini del disinquinamento dell’atmosfera . E’ necessario per porre termine all’inaccettabile serie di incidenti stradali , anche mortali. E’ necessario per la sostenibilità dello sviluppo dell’isola e per la compatibilità con un turismo responsabile e non depredatorio. Infine occorre un coordinamento dei porti turistici che, se messi a sistema, possono rendere molto, molto di più di quello che rendono singolarmente adesso. Tale sistema unico portuale dovrebbe avere anche un’unica stazione appaltante, gestita dal meglio dei dirigenti ed impiegati isolani. Questo se vogliamo evitare (cosa che purtroppo continua ad accadere anche in questi giorni) manovre speculative, accordi truffaldini e appalti sospetti. Quando vedrò effettivamente i Sindaci muoversi in questa direzione, mi convincerò e credo si convinceranno anche i lettori, della buona fede e della reale intenzione di operare come isola unita e non scollegata. I tal caso, gli organi di stampa non avranno difficoltà a registrare la positiva inversione di marcia.

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