CRONACAPRIMO PIANO

Nei “segreti” della frana

Ieri mattina i consulenti nominati dalla Procura hanno visionato l’area del Celario percorrendo a ritroso la zona della frana: in azione anche i droni per provare a ricostruire le dinamiche della tragedia del 26 novembre. Presenti anche i legali delle parti offese, la relazione dovrà essere presentata entro 150 giorni

Era un appuntamento atteso e decisamente importante. Perché se è vero da una parte che occorrerà diverso tempo per conoscerne le risultanze, è altrettanto indubbio che si tratta di un passaggio che si rivelerà fondamentale per capire se la tragedia che lo scorso 26 novembre ha seminato distruzione e morte a Casamicciola Terme – parliamo naturalmente della frana che ha causato 12 vittime – avrà o meno strascichi di natura giudiziaria e naturalmente anche di quale portata. Ieri mattina, in ritardo di un’ora rispetto alle 12, si è svolta la prima ispezione sui luoghi della drammatica frana da parte dei consilenti tecnici nominati dai sostituti procuratori della Repubblica Stella Castaldo e Mario Canale ossia la geologa Lisa Borgatti e l’ingegnere ambientale Armando Brath. I due professionisti, peraltro sono giunti sul posto intorno alle 13 e proprio loro sono stati chiamati a svolgere una serie di accertamenti non ripetibili che dovrebbero accertare come e perché si è originata la frana di Casamicciola e se la stessa potesse essere evitata.

Tra gli obiettivi anche quello di verificare se l’area oggetto del crollo era la stessa di quella che caratterizzò la frana del lontano 1910 e se le eventuali opere eseguite successivamente a quella data fossero state o meno correttamente manotenute

Quando le operazioni sono iniziate, sul posto erano presenti anche il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Ischia, cap. Tiziano Laganà, e il responsabile del Nucleo Operativo Radiomobile, luogotenente Sergio De Luca. Di fatto l’attività è stata oltremodo lunga ma anche faticosa, perché partendo da via Celario i consulenti hanno praticamente seguito a ritroso tutto il percorso della frana. In questa sorta di “pellegrinaggio” erano accompagnati anche dagli avvocati delle persone offese (cioè i familiari delle vittime, ossia Castagna Francesco, Impagliazzo Fortunata, Castagna Sara, Castagna Rosa, Castagna Giuseppe, Castagna Marianna, Scotto Di Minico Giovan Giuseppe, Espositore Vincenza, Scotto Di Minico Emanuel, Scotto Di Minico Francesco, Mazzella Giovan Giuseppe, Monti Gianfranca, Mazzella Vincenzo, Mazzella Lucia e Mazzella Salvatore) Massimo Stilla, Aniello Palomba, Stanislao Giaffreda, Raffaele Di Meglio e Gianluca Palomba con il consulente di parte rappresentato dalla società Quota Zero srl. L’attività di sopralluogo, se così possiamo definirla, è terminata poco prima delle 15. Per la cronaca ad arrivare più in vetta è stata proprio (in compagnia di De Luca) la dott.ssa Borgatti. Sono state scattate diverse foto che documentano l’attuale stato dei luoghi ed è stata fatta anche una analisi del materiale che è scivolato a valle dopo essersi staccato dalla montagna. Tutto questo mentre i tecnici dell’Università Federico II hanno effettuato una serie di rilievi utilizzando anche il drone. A quanto sembra tra gli obiettivi di questa approfondita analisi c’era anche quello di verificare con la maggiore attendibilità possibile se l’area oggetto della frana era la stessa di quella che caratterizzò l’evento analogo accaduto nel lontano 1910 e – soprattutto – se le eventuali opere eseguite successivamente a quella data fossero state o meno correttamente manotenute. Per i partecipanti alle operazioni non è stata una passeggiata di salute vuoi per la temperatura decisamente più rigida ad alta quota e vuoi per il fatto che per attraversare quella zona bisognava essere muniti (e per loro fortuna lo avevano fatto tutti) di stivali o adeguate scarpe da trekking.

I prossimi passaggi adesso sono abbastanza chiari, anche perché canonici. Con una apposita relazione i consulenti dovranno esprimersi in un arco di tempo compreso entro i 150 giorni: fino a quel momento, a meno che non insorgano chissà quali nuovi e clamorosi elementi (comunque non legati al sopralluogo) il fascicolo aperto riguarda un’indagine contro ignoti per l’accusa di disastro colposo. Gli accertamenti resi dai professionisti incaricati dalla Procura della Repubblica diranno se ci sono elementi in grado da poter far puntare l’indice accusatore contro qualcuno. In ogni caso quello che ha fatto davvero impressione a tutti coloro che hanno passeggiato nella tarda mattinata di ieri tra Celario ed Epomeo, è stata non soltanto la vista di case e di un intero parcheggio di migliaia di metri quadri letteralmente sommerso dal fango, ma anche la grandezza e l’imponenza dei massi scesi a valle, secondo alcuni dei presenti addirittura in taluni casi delle dimensioni di una abitazione.

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