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«Nessun rischio ma stiamo in campana»

Ieri mattina evacuate le scuole di Procida dopo che l’ennesima scossa dai Campi Flegrei era stata nitidamente avvertita anche sull’isola di Arturo: un fenomeno, questo, che negli ultimi giorni si ripete con sempre maggiore frequenza. Le parole e le riflessioni del sindaco Dino Ambrosino che predica calma ma nel contempo raccomanda attenzione

Lo sciame sismico che sta interessando l’area flegrea in queste settimane, ieri mattina è stato avvertito anche sull’isola ed ha portato in via precauzionale, all’evacuazione di tutti i plessi scolastici. La protezione civile, assieme all’ufficio tecnico comunale, ha provveduto a effettuare una serie di sopralluoghi, anche i Carabinieri si sono portati presso il plesso del Magistrale. Nel primo pomeriggio abbiamo raccolto le impressioni del sindaco dell’isola di Arturo, Dino Ambrosino.

Partiamo da un presupposto: la situazione è assolutamente sotto controllo. Ciò detto, le chiedo quanta preoccupazione cominci a serpeggiare su un’isola come Procida che tra l’altro in linea d’aria e non solo è molto più vicina all’area flegrea rispetto a Ischia. Posso chiederle innanzitutto un bilancio di una mattinata certamente complessa?

«Gran parte della mattinata ma in generale della giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr) è servita per mettere al lavoro soprattutto i tecnici comunali che hanno effettuato una serie di accurati sopralluoghi. Tra l’altro stiamo parlando di sei plessi scolastici non tutti di gestione comunale perché gli istituti superiori – come è noto – sono sotto l’egida della Città Metropolitana di Napoli. In ogni caso i controlli sono stati effettuati ovunque proprio per accertarci in maniera indubitabile delle condizioni di sicurezza degli immobili».

Qual è stato l’esito?

«Il report è tranquillizzante perché non sono presenti problemi o criticità di natura strutturale, tra l’altro negli ultimi anni va detto che comunque abbiamo investito e molto sul miglioramento sismico delle nostre strutture, così come la stessa Città Metropolitana. Insomma, il bilancio è decisamente positivo, non si registra nulla di preoccupante. Anche se…».

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Anche se?

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«Il costante fenomeno del bradisismo inevitabilmente ci sta coinvolgendo, anche se in maniera marginale: ma va comunque osservato che oramai da una ventina di giorni questa serie continua di scosse vengono avvertite anche a Procida. D’altronde l’isola è l’area più vicina ai Campi Flegrei e dunque ci sta che alcune aree avvertano queste oscillazioni più frequentemente, come ad esempio Marina Grande, Terra Murata. Questo spiega anche perché l’istituto Nautico – che è ubicato proprio sul porto – stamattina (ieri per chi legge, ndr) ha rappresentato il primo campanello d’allarme a causa della prima scossa che si è verificata non appena aveva avuto inizio l’orario scolastico. Insomma, per fare sintesi come dicevo da una parte il fenomeno è marginale ma dall’altra costante. E’ chiaro che bisogna utilizzare la massima allerta, ma questo senza dimenticare che non facciamo parte della zona rossa: restiamo in ogni caso in campana perché non dobbiamo trascurare nulla e fare in modo che ciascuno si comporti correttamente, cercando di limitare al minimo i rischi per la comunità».

A proposito di comunità, serpeggia più preoccupazione, più paura, qual è la sensazione e il sentimento prevalente?

«In primo luogo lasciami dire che c’è molta solidarietà nei confronti dei nostri amici dirimpettai: sapete bene che noi abbiamo praticamente di fronte la caldera dei Campi Flegrei e quindi Bacoli, Pozzuoli, Monte di Procida. Basta anche osservare semplicemente i social network, tantissimi nostri amici sono in terraferma e i nostri concittadini procidani spesso e volentieri si trovano ad esprimere vicinanza a queste persone che stanno vivendo un particolare e delicato momento in maniera decisamente più intensa e con maggiore continuità e frequenza. Detto questo, l’umore dei procidani è caratterizzato da una grande attenzione: non ho visto particolare preoccupazione, perché facendo tutti gli scongiuri del caso va ricordato che la storia di Procida non è caratterizzata da significativi movimenti sismici. I nostri vulcani si sono estinti prima degli altri, noi siamo al centro tra Ischia e i campi flegrei, abbiamo una storia geologica differente che si è fermata prima ed è per questo che oggi, come risulta dagli studi scientifici, siamo ai margini della cosiddetta zona rossa. La gente è consapevole che possiamo stare tranquilli e io spero che si continui a mantenere la calma anche perché sarebbe veramente preoccupante pensare di dover affrontare un’emergenza su un’isola e che piccola e che rispetto alla terraferma presenta una serie di inconvenienti e difficoltà suppletive nel caso in cui si dovessero gestire gli spostamenti dall’isola».

Voglio chiudere proprio facendo questa domanda perché è una riflessione che immagino si facciano a Procida come a Ischia. Quando si parla di piani di evacuazione è chiaro che noi isolani abbiamo inevitabilmente sempre una visione più preoccupata, non fosse altro che per la conformazione geografica delle realtà insulari, ma secondo Dino Ambrosino sotto questo aspetto come siamo messi?

«E’ chiaro che attraverso le vie del mare abbiamo poca possibilità di evacuazione, non si sono approfondimenti in questa direzione se non il senso comune e l’osservatorio che può avere un amministratore locale nel gestire determinati fenomeni. Ripeto, le evidenze scientifiche non hanno mai indicato che ci fossero percentuali di rischio per Procida, ma è chiaro che se un domani gli eventi dovessero precipitare e la situazione peggiorare andrebbe approntato un piano ad hoc e non si presenta come un’operazione semplice. Qui parliamo dello spostamento complicato di tantissime persone da un’area densamente abitata come quella dei campi flegrei verso le zone esterne, figuriamoci cosa significherebbe muoversi da un’isola. Non basterebbero i traghetti, voi sapete che ci sono risorse limitate perché lo spazio “fisico” del porto è oggettivamente limitato e non consente che possano manovrare più di un certo numero di mezzi contemporaneamente. Insomma, andremmo a fare i conti con uno scenario assolutamente inedito, ma al momento non ci sono assolutamente elementi per porsi questo problema: non ci sono avvisaglie che a Procida la situazione possa peggiorare».

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