CRONACAPRIMO PIANO

NESSUNO CONTROLLA L’ACQUA CHE BEVIAMO

Con una nota l’ASL Napoli 2 Nord bacchetta i sei Comuni dell’isola d’Ischia che non hanno trasmesso il rapporto di prova delle acque destinate al consumo umano ai sensi del D. Lgs. 18/2023. Una omissione che di fatto non consente di accertare la salubrità delle stesse. 30 giorni il termine per evitare agli enti locali di incorrere in sanzioni

Andranno fatte ulteriori verifiche, anche da parte nostra, per capire come possa succedere una cosa del genere e soprattutto valutarne oggettivamente la gravità. Ma certo è che una lettera trasmessa dall’Asl Napoli 2 Nord ad una serie di Comuni di pertinenza ha davvero contorni inquietanti nel leggerla, anche perché il contenuto non è che si presti a chissà quali interpretazioni. La missiva, partita dal dipartimento di prevenzione UOC Igiene e Salute Pubblica è stata indirizzata ai sindaci di Barano, Forio, Ischia, Lacco Ameno, Casamicciola Terme e Serrara Fontana (ma anche ad altre realtà territoriali della provincia di Napoli che ricadono nella sfera di competenza dell’ASL Napoli 2 Nord ed ha come oggetto “Implementazione e trasmissione rapporto di prova acque destinate al consumo umano di cui al d. lgs 18/2023”. Nel documento, firmato dal dirigente IPAS acque destinate al consumo umano, dott. Saunino, viene testualmente riportato quanto segue: “In riferimento all’oggetto, si fa presente che il d. lgs 18/2023 prevede per i gestori idro-potabili ai sensi dell’art. 14 l’effettuazione di controlli interni sulle acque destinate al consumo umano ed al comma 3 l’inserimento dei dati dei rapporti analitici nel sistema GISA della Regione Campania, comunicandoli contestualmente alla Azienda Sanitaria Locale competente ed agli altri enti territoriali. Il successivo comma 4 dispone anche la tempistica della trasmissione dei dati alle autorità competenti”.

La premessa già rende chiaramente l’idea di quanto accaduto, o meglio di quanto non accaduto, che viene poi svelato nel passaggio immediatamente successivo: “Si fa presente che ad oggi non sono pervenuti a questo servizio i rapporti di prova relativi ai campionamenti effettuati dai gestori idro-potabili operanti nei Comuni di vostra competenza. Si rammenta che la mancata effettuazione e la mancata trasmissione dei rapporti di prova alla Azienda Sanitaria Locale ASL Napoli 2 Nord costituisce una violazione del d. lgs 18/2023 e sanzionabile ai sensi dell’art. 23. Si invitano pertanto le SS.LL. a voler effettuare l’inserimento in GISA dei rapporti di prova delle analisi effettuate sulle acque destinate al consumo umano per l’anno 2023 ed a trasmetterli anche allo scrivente servizio entro il termine di 30 (trenta) giorni dalla ricezione della presente”. Insomma, non c’è nulla da capire, il messaggio è chiaro: allo stato dell’arte, per una palese omissione dei Comuni, non è dato sapere che acqua beviamo. Insomma, ove mai qualcosa ne avesse messo a repentaglio la purezza o la potabilità, o creato problemi di qualsivoglia altra natura, non ci sono strumenti che possano indicare come stanno realmente le cose, con la stessa ASL evidentemente impossibilitata ad adottare eventuali iniziative o provvedimenti laddove si rendessero necessari. Un’omissione che onestamente non ci sentiamo di prendere alla leggera, anche se si fosse verificata solo in questa circostanza: se fosse poi un’abitudine, quella di relazionare tardivamente all’ASL, ci troveremmo dinanzi a qualcosa che dall’imbarazzante sfocerebbe nel grave facendo scattare la classica “spia rossa”. Non è nostra conoscenza se i Comuni debbano provvedere autonomamente a relazionare l’ASL sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, o se magari il compito spetti all’EVI che gestisce acquedotto e fognature ed è partecipata proprio dalle sei municipalità importanti. Ma francamente questo dettaglio è forma e quel che conta è la sostanza, allo stato dell’arte purtroppo assente.

Va ricordato che dal punto di vista normativo le novità sono arrivate in materia nel momento in cui il Parlamento europeo ed il Consiglio, hanno adottato la direttiva 2020/2184 del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, individuando alcune aree suscettibili di idonea tutela ovvero quella dello scarso ricorso ad un approccio basato sul rischio e la mancanza di specifiche informazioni verso i consumatori finali. In attuazione degli obblighi sovranazionali, il 6 marzo 2023 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 55 il decreto legislativo 23 febbraio 2023, n. 18, rubricato “Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano” che è entrata in vigore lo scorso 21 marzo. Gli obiettivi del decreto sono la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, assicurando che le acque siano salubri e pulite, nonché il miglioramento dell’accesso alle acque destinate al consumo umano. Tra le principali novità si segnalano: la previsione di obblighi generali per la promozione e la tutela delle acque destinate al consuma umano, le quali devono essere “salubri e pulite”; l’introduzione di criteri atti a garantire la salubrità e la pulizia delle acque, specie per i gestori del sistema di distribuzione; la previsione di controlli e obblighi per l’approccio alla sicurezza dell’acqua basato sul rischio; l’introduzione di requisiti minimi per i materiali che entrano a contatto con le acque destinate al consumo umano; un sistema di controlli, interni ed esterni; la ridefinizione del ruolo degli enti sub-statali per garantire e migliorare l’accesso universale alle acque destinate al consumo umano; gli obblighi informativi nei confronti dei cittadini; l’istituzione di organismi di sorveglianza; l’introduzione di un sistema sanzionatorio”.

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Massimo Coppa

TRANQUILLI, AD ISCHIA L’ACQUA DEL RUBINETTO E’ OTTIMA

Risponde Massimo Coppa
Presidenza EVI spa

Affermo subito con forza e chiarezza, per i lettori che non avessero tempo e voglia di leggere integralmente questo mio intervento, che l’acqua che esce dai rubinetti sull’isola d’Ischia è perfettamente potabile ed è controllatissima.
Attraverso una continua rotazione di prelievi da punti distribuiti in tutta l’isola il prezioso liquido viene analizzato centinaia di volte all’anno dall’EVI spa, l’azienda idrica isolana; altrettante volte viene analizzato anche dall’Asl e, infine, persino dalla Regione Campania su tutta la linea di adduzione in terraferma. Quindi, l’acqua che esce dai nostri rubinetti viene super-controllata ed analizzata da tre organismi diversi.
Per quanto riguarda la lettera che l’Asl ha inviato ai Comuni del Distretto Napoli 2 Nord, bisogna specificare che essa è stata indirizzata, appunto, a TUTTI i Comuni: cioè anche ai Comuni che hanno adempiuto al loro dovere o ai Comuni che, in effetti, non gestiscono il ciclo idrico integrato: e questo è proprio il caso dell’isola d’Ischia.
Mi spiego meglio. Come penso che ormai tutti sappiamo, ad Ischia è l’EVI spa a distribuire l’acqua, non i Comuni; è quindi l’EVI spa a dover caricare i dati sulla piattaforma GISA: cosa che facciamo regolarmente, per ammissione stessa dell’Asl, con la quale abbiamo ottimi rapporti.
Ribadisco, dunque, che l’acqua distribuita dalla rete pubblica è assolutamente adatta al consumo umano. Io stesso la bevo regolarmente da sempre e, da anni, anche tramite il “Golfo”, ho spesso invitato tutti a fare la stessa cosa: evitando di acquistare l’acqua minerale si risparmia denaro e fatica e si riduce l’inquinamento da plastica…
Peraltro la salubrità dell’acqua del rubinetto è anche un trend, ormai, a livello nazionale, tant’è vero che si parla di “acqua del sindaco”, cioè di acqua distribuita attraverso la rete idrica pubblica, come di elemento ottimo a tutti i livelli.

Uno qualsiasi.

Vorrei tanto essere tranquilla e crederci ma nella vita l’unica cosa certa è la morte. I controlli ci saranno pure ma c’è moltissima gente che compra confezioni di acqua spendendo soldi. Questo che significa?

Uno qualsiasi.

Queste si che sono notizie che ti aprono il cuore e ti fanno venire voglia di bere un bel bicchiere d’acqua dal rubinetto.

Da due commenti qualunquisti, postati dalla stessa fonte anonima, non ci si poteva aspettare altro. Che dire? La gente compra l’acqua minerale per tante ragioni: perché la trova più saporita, perché è abituata a fare così, perché magari vive in un’abitazione dove non riesce a capire se l’acqua che esce dal rubinetto viene in quel momento dalla rete idrica o dalla cisterna. Per quanto concerne il secondo commento, siamo di fronte ad un’ironia proprio fuori luogo: se sulla qualità dell’acqua non vogliamo credere all’azienda idrica ed all’Asl, allora a chi dovremmo credere? Di chi ha bisogno, lei, anonima commentatrice, per “farsi aprire il cuore”? A lei piace spendere soldi, sfacchinare con le casse di bottiglie, e bere l’acqua minerale, che viene controllata molto meno di quella del rubinetto? Contenta lei.

Uno qualsiasi.

Non ho mai comprato una bottiglia di acqua quando abitavo a Napoli. Ho sempre bevuto quella del rubinetto. Non sto dicendo che l’acqua del rubinetto a Ischia non è buona ma è per una tranquillità personale che si compra l’acqua. Farò male, farò bene? Chi lo può sapere. Di sicuro oggi come oggi non si è sicuri più di niente.

Mi sembra che le sue argomentazioni soffrano di illogicità manifesta. A Napoli beveva l’acqua del rubinetto, ad Ischia no. Quindi ritiene che l’acqua distribuita sull’isola sia meno buona di quella di Napoli? Ma è la stessa acqua! Anzi, la nostra è migliore, perché in gran parte arriva anche dalle sorgenti di Cassino. Poi afferma di non stare dicendo che l’acqua ad Ischia non sia buona, ma poi compra l’acqua minerale “per una tranquillità personale”. Davvero è convinta che l’acqua minerale sia più salubre? Innanzitutto l’acqua minerale è molto, molto meno controllata di quella del rubinetto, e poi non sappiamo in che condizioni le casse con le bottiglie vengano conservate, trasportate, stoccate e distribuite. Io personalmente ho visto molte volte casse d’acqua minerale su camion sotto il sole, cosa vietatissima dalla legge perché la plastica si deteriora e inquina l’acqua nella bottiglia. Se lei è contenta di vivere nella sua bolla di illusioni, faccia come vuole: ma almeno non critichi l’acqua del rubinetto facendosi forte della sua ignoranza

Uno qualsiasi.

Non essere capiti è brutto. Concludo dicendo solo che io con i miei commenti non offendo nessuno.

Forse più che non essere capiti, non ci si sa spiegare?

Uno qualsiasi.

Per quel che mi riguarda io so che ho usato parole semplici e chiare da capire. L’argomento è se l’acqua del rubinetto può essere bevuta tranquillamente senza correre rischi per la salute perché viene controllata. È così? Stiamo parlando di questo? E allora ognuno è libero di dire la sua. Non ho messo in dubbio che l’acqua a Ischia non venga controllata ho detto solamente che molti comprano confezioni di acqua. Poi se sbagliano o fanno bene questo è un altro discorso. Chi nella vita non sbaglia. P.S. mi sono spiegata bene questa volta? 🙂

Massimo Coppa

Non è così, non è un’opinione se l’acqua del rubinetto è controllata ed è buona, ma è una realtà certificata da organi competenti ufficiali. Non siamo al Bar dello Sport a discutere di una partita. Questi sono fatti, non possono essere sostituiti da opinioni qualunquiste

Uno qualsiasi.

Vorrei tanto alzare le mani e finirla qui ma non mi arrendo. E ripeto nessuno sa veramente qual’e’ il vero e qual’e’ il falso. Anche i 10 comandamenti sono stati scritti da Dio essere onnipotente creatore del cielo e della terra. Ma chi li rispetta alla regola? Nessuno.

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