CRONACA

“Odore acre”, l’ASL chiude un ristorante a Lacco Ameno

L’Asl NA 2 Nord ordina la sospensione ad horas di un’altra attività commerciale del piccolo comune isolano. In questi mesi sono stati, infatti, innumerevoli gli interventi dell’azienda sanitari sulle attività di ristorazione locali. Almeno tre i locali precettati e chiusi in attesa del necessario adeguamento alle norme in materiali di somministrazione bevande ed alimenti. 

La disposizione imposta dalle verifiche dell’azienda sanitaria locale riguarda lo stop alla somministrazione di alimenti e bevande di una nota pizzeria sul corso Angelo Rizzoli, sino alla realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento dell’impianto di estrazione dei fumi ai dettami del vigente RUEC. L’azienda colpita dal provvedimento in maggio non aveva ottemperato. Il Dipartimento di prevenzione, dall’ispezione effettuata nel maggio di quest’anno presso l’attività di somministrazione di alimenti e bevande aveva constatato che “sia internamente alla cucina che esternamente in prossimità del terminale dell’impianto si avvertiva un odore acre di cibi cotti e che il titolare dell’attività non è stato in grado di esibire documentazione in merito alla comprovante effettuazione di manutenzione ordinaria e straordinaria dei filtri a carbone attivo dell’impianto di aspirazione fumi e vapori, disponendo di provvedere entro e non oltre tre giorni dalla ispezione d effettuare una manutenzione ordinaria e straordinaria dei filtri a carbone attivi”. 

Nonostante ciò, spiega l’ASL, il ristoratore non ha neppure ottemperato all’ordinanza aa adempiere, emessa dal responsabile del quarto settore urbanistico edilizia-privata del comune. Una ordinanza emessa lo scorso agosto per l’adeguamento dell’impianto di estrazione dei fumi ai dettami del regolamento urbanistico edilizio comunale. Cosi, trascorso infruttuosamente il termine imposto per l’intervento, è stata disposta l’immediata disattivazione del sistema di estrazione. Nel caso in esame le autorità hanno ravvisato i presupposti per l’applicazione della misura interdittiva prevista dalla legge, da qui lo stop ad horas di ogni attività. Avverso il provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale davanti al Tar Campania entro il termine di 60 giorni o comunque in alternativa, con ricorso straordinario al presidente della Repubblica entro 120 giorni decorrenti dal medesimo termine.

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