CULTURA & SOCIETA'

Oggi la chiesa di Ischia si “illumina” a fontana per la candelora Nella chiesa di Santa Maria della Mercede la benedizione delle candele

La popolazione locale in trepida attesa per l’emozionante momento di fede che vivrà quest’oggi nel paese montano in festa. Particolare accoglienza al Vescovo che ha preferito Fontana alla Cattedrale del Borgo per l’importante evento liturgico che fra l’altro oggi si cele bra anche nelle altre parrocchie dell’isola, dalla chiesa dello Spirito Santo a Ischia Ponte al Buon Pastore ed a Portosalvo, da San Sebastiano a Barano a a san Vito a Forio fino alle parrocchie di Casamicciola e Lacco Ameno

Oggi, nel giorno solenne della Candelora e domani, la Chiesa di Ischia è impegnata in molteplici atti di fede con l’omaggio ai suoi santi (San Ciro e San Biagio), con la cerimonia della consacrazione delle vocazioni e la piena e completa disponibilità al Signore Dio Padre. Infatti nella fausta giornata di oggi si concludono i festeggiamenti in onore di San Ciro con la processione di questa mattina al Ciglio su a Serrara e di questo pomeriggio a Ischia.

Quindi la festa di oggi della Candelora e di domani 3 febbraio di San Biagio. Due attesi eventi religiosi l’uno di seguito all’altro, legati fra loro dal significativo simbolo della candela. Per la Candelora, le candele c’entrano per il rito della loro benedizione e simbolo cristiano quale “luce per illuminare le genti”, ma anche quali “fiaccole accese, come simbolo di luce e benevolenza divina”. Per San Biagio domani invece le candele avranno un significato d’affezione irrinunciabile, perché verranno usate per il sacro rito della benedizione della gola e della guarigione invocata per intercessione del Santo miracoloso. Quindi clima di festa fra i cattolici dell’isola alta, dove questo pomeriggio in gran numero affolleranno le due chiese di Santa Maria della Mercede e di S. Antonio su a Fontana, dove dapprima avrà luogo l’adorazione dell’Eucarestia, animata dalle Suore della Diocesi isolana.

Dopo di che, dalla chiesa di S.Antonio uscirà la processione che raggiungerà la chiesa parrocchiale della Mercede vicina. La serata liturgica, si concluderà con la celebrazione di una Messa solenne presieduta dal Vescovo di Ischia Sua Ecc.za Mons. Pietro Lagnese con la benedizione delle candele ed il rinnovo dei voti della vita consacrata. Quindi, Candelora e San Biagio tra manifestazioni di fede ed esempi di tradizione popolare che intrecciandosi fra loro con l’illuminato simbolo delle candele, fanno delle due ricorrenze, appuntamenti di ritualità religiosa intensamente vissuta. Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai incamminato verso il suo declino e la quasi vicina primavera, almeno qui da noi, nonostante il tempo incerto di questi giorni.

È il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che si avvicina di cui i terreni coltivati di Fontana e Serrara aspettano i frutti. Questo passaggio contrassegna simbolicamente il transito dal “periodo oscuro” del calendario contrassegnato dal freddo, dal buio e dalla morte dell’inverno verso il rinnovamento del cosmo che magnificamente si esprime con la primavera. Le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni italiche, legate soprattutto alle divinità romane. Nella Roma antica il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo e non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, che lo avremo martedì 25 febbraio prossimo, la festa celebrativa della confusione e del ribaltamento delle regole. Non per niente si pronuncia il detto: “A carnevale ogni scherzo vale”.

Alla Candelora sono legati vecchi riti osservati sull’isola dalle donne del primo novecento. Si racconta che in abitazioni di famiglie timorate di Dio del centro storico di Ischia Ponte e di Forio, nel giorno della Candelora la donna più anziana di casa, girasse per le stanze con una candela bianca accesa fra le mani per la purificazione della casa stessa e per la invocazione della luce sull’ambiente familiare. Il 2 febbraio, festa della presentazione del Signore al Tempio, è anche la 24 Giornata Mondiale della Vita Consacrata che c’è per oggi nel programma della Diocesi. E’ la festa che il popolo di Dio ama chiamare la Festa della Candelora. Maria e Giuseppe, portando Gesù Bambino al Tempio per offrirlo al Signore, dopo quaranta giorni dalla nascita, incontrano anche  il vecchio Simeone, che, mosso dallo Spirito Santo, profetizza sul Bambino dicendo “i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.  

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La luce viene simboleggiata con la luce delle candele che vengono benedette in questo giorno per la processione, a significare come ogni battezzato risplende della luce di Cristo nella misura in cui  apre la sua mente e il suo cuore per accogliere la Parola di Gesù che è il Vangelo e lo mette in pratica, così che la vita del cristiano diventa la vita di un figlio della luce e non delle tenebre! La Candelora viene celebrata anche nella tradizione laica, ed alcuni studiosi sostengono che si tratti di una festività che ne sostituisce di una preesistente che si chiamava Imbolc nella tradizione celtica, e che rappresentava l’ideale passaggio tra l’inverno e la primavera ossia tra il momento di massimo buio e freddo e quello del risveglio e della luce.

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La Candelora, si colloca a metà inverno nel tempo astronomico e coincide nel ciclo agreste/vegetativo con la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile; il più famoso detto popolare infatti recita: “Quando vien la Candelora de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento de l’inverno semo dentro.” Questo indica che se il giorno della candelora si avrà bel tempo, si dovranno attendere ancora poche settimane perchè l’inverno termini ed arrivi la primavera. Al contrario, se il giorno della candelora fa brutto, la primavera tarderà a venire. Questo passaggio dall’inverno alla primavera viene celebrato attraverso la purificazione e la preparazione alla nuova stagione.

A Ischia da sempre il detto più corrente è sempre stato “A Cannelora, Estat Rint e Viern Fora”., quando naturalmente le condizioni del tempo non contraddicono la saggezza popolare. Domani 3 febbraio,è giorno dedicato a San Biagio. Anche per questa importante ricorrenza c’è intreccio di fede e tradizione. La devozione degli ischtani per San Biagio va oltre il normale atto di fede. La quale fede approda anch’essa ai simboli, che in questo caso, sono ancora la candela ed il “tortanello”, un pane tondo con un buco al centro per rievocare il collare che portava al collo San Biagio, prima della decapitazione. (Domani ricorrenza di San Biagio in queste pagine un ampio servizio più dettagliato).

Foto Giovan Giuseppe Lubrano antoniolubrano1941@gmail.com

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