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PENSIERI IN LIBERTA’ – Giosi come Cetto La Qualunque: «Più pilu per tutti…»

A guardare quello che sta accadendo c’è da farsi venire i brividi sulla schiena, anche perché mancano ancora sette mesi all’appuntamento con le urne. Ma ad Ischia, evidentemente, vogliono portarsi avanti col lavoro ed hanno deciso che la campagna elettorale deve cominciare per tempo, all’insegna del più becero clientelismo. E così osservando, raccontando ma anche leggendo da fonti ufficiali dell’amministrazione comunale tutto quanto succede, beh non ci vuole molto a scomodare una similitudine per citare la strategia che sta portando avanti il sindaco uscente – e non più eleggibile – Giosi Ferrandino. Che vogliamo paragonare a quello straordinario personaggio di Cetto La Qualunque, splendidamente interpretato da Antonio Albanese nel film “Qualunquemente” e che era candidato a sindaco di una piccola cittadina. Cetto decide di buttarsi in politica perché il paese nel quale è nato e cresciuto è a rischio legalità, poi a un certo punto comincia ad essere indottrinato da un esperto che gli consiglia come muoversi: eccolo dunque che comincia a pagare gite agli anziani, va in chiesa, a teatro, si mette a ritinteggiare l’ospedale, tiene una serie di comizi nei quali promette agli elettori di tutto di più, anche “più pilu” (e speriamo che abbiate capito tutti, oltre proprio non possiamo andare…).
Giosi Ferrandino, a differenza di Cetto La Qualunque, su quella poltrona del palazzo municipale di via Iasolino, non potrà più accomodarsi. Ma si sta muovendo in maniera analoga perché in un modo o nell’altro ha la necessità di conservare lo scettro del comando, sia pure per interposta persona (e qui entreremmo in un altro gran casino di cui però questa settimana facciamo a meno di occuparci, anche per non essere monotoni e stantii). E allora eccolo iniziare le grandi manovre. Per far contento Enzo Ferrandino, almeno così narra la leggenda, assume a tempo indeterminato Antonio Bernasconi, lo stesso Bernasconi che fino a qualche giorno prima avrebbe voluto cacciare via a calci in culo dal municipio. Almeno a chiacchiere, perché poi tra la parola e l’azione molto spesso nel verbo giosiano non c’è corrispondenza ed unità di intenti. Poi succede che noi de Il Golfo ci divertiamo un pò a giocare col primo cittadino e gli attuali amministratori, con la rivisitazione in chiave politica della favola dei fratelli Grimm, Biancaneve e i Sette Nani. Apriti cielo, siccome l’ironia è una prerogativa che sembra non appartenere più a noi isolani (ormai amiamo prenderci troppo sul serio, così davvero non va bene) ecco che al sindaco viene voglia di mostrare i “muscoli” e così affida a qualche suo sodale un messaggio dai contenuti inequivocabili. Altro che Nani, qua ho sette assi da calare sul tavolo. E quali sono? Sette assunzioni sette pronte, ed è chiaro che un’indiscrezione del genere non può che provenire dal diretto interessato, l’unico ad avere le idee chiare sul da farsi. Ora, in un contesto del genere, bisognerebbe capire se è più avventato chi fa la soffiata (e crediamo decisamente di sì…) oppure chi la riporta (che fa semplicemente il suo lavoro): perché, all’atto pratico, quello che emerge è che il sindaco d’Ischia sta preparando la sua campagna elettorale promettendo posti di lavoro a destra ed a manca. Per carità, ci può stare, tutto è lecito e ci auguriamo che lo sia per davvero, ma in un paese già interessato da episodi di (presunta) corruzione, capirete che non è certo il massimo della vita.
Un altro esempio lampante è quello legato alla short list per l’addetto alla comunicazione e le figure che avrebbero dovuto ruotare attorno allo staff del sindaco. Quando il bando è scaduto tutti gli interessati sono stati chiamati in processione presso il municipio di Ischia per un colloquio informale: un modo come un altro per fare un pò di campagna elettorale becera e spicciola, dal momento che i prescelti sono già stati indicati e stabiliti il primo giorno in cui furono contattati al Comune. Insomma, una pantomima ed un modo poco elegante di far perdere il proprio tempo alla gente, ma siamo abituati anche a questo. Ma a proposito di Cetto La Qualunque, non poteva mancare lo storico “più pilu per tutti” e la stura a questa nuova operazione l’ha gettata la delibera di giunta con cui si dovrebbe procedere (usiamo il condizionale perché vogliamo ancora credere che alla sfacciataggine ci sia un limite) all’assunzione di venti vigili urbani che andrebbero prelevati dagli attuali cinquanta che lavorano come stagionali.
Fermo restando tutte le perplessità che restano su un’operazione del genere (ma anche il caso Bernasconi, se è per questo, di zone d’ombra se ne porta dietro parecchie…), appare chiaro che questo concorso, presumibilmente, non si svolgerà prima che ci siano state le elezioni. In fondo, se puoi accaparrarti i voti di famiglia dei venti selezionati, perché si dovrebbero gettare a mare quelli dei trenta esclusi? E allora tanto vale tenere tutti per le palle fino al momento del redde rationem, tanto qualche pesce che abboccherà all’amo ci sarà di sicuro. Tutto questo senza dimenticare un’altra considerazione: che i pizzardoni servano come il pane – visto l’organico ormai striminzito a disposizione del comandante Pugliese – è un dato di fatto che nessuno di sogna di mettere in discussione, peccato solo che chi di competenza se ne ricordi adesso dopo aver amministrato un paese per dieci anni. Insomma, siamo davvero davanti ad una preoccupante decadenza dei costumi e dell’etica e ci ripetiamo, al solo pensiero che mancano oltre sei mesi all’appuntamento con le urne c’è davvero da spaventarsi pensando a quello che dovrà ancora succedere. Attenzione, però, perché in quello parallelismo che abbiamo tracciato tra il personaggio di Albanese e Giosi Ferrandino potrebbe esserci una differenza sostanziale, che starebbe tutta nell’epilogo. Cetto La Qualunque divenne sindaco, lui rischia seriamente di restare con un pugno di mosche in mano. Se avete la memoria corta andate a rileggervi il suo “Reagiamo”, che fu addirittura oggetto di una conferenza stampa in pompa magna con tanto di slide: capirete perché Ischia non ha più un sindaco e un’amministrazione da tempo immemore, molto prima delle vicende giudiziarie che sconvolsero il territorio. Passateci la battuta, alla canna del gas lo siamo da un bel pezzo…
gaetanoferrandino@gmail.com

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