POLITICAPRIMO PIANO

Pietro Monti, nuovo schiaffo a Pascale: «Servono fatti e uomini»

Il consigliere comunale di Lacco Ameno rincara la dose contro il sindaco e conferma le anticipazioni de Il Golfo sul veto posto a ogni sua iniziativa: «Volevo aiutare i commercianti del corso ma sono stato bloccato: mi è stato detto “comandiamo noi»

Ormai è un vero e proprio braccio di ferro, che come al solito si combatte anche sui social. E non è affatto paradossale che il consigliere comunale di Lacco Ameno Pietro Monti – ormai in totale rotta di collisione con il sindaco Giacomo Pascale – scelga per la singolar tenzone il terreno nel quale negli ultimi anni il “Barone” è diventato un vero e proprio specialista. Ma niente selfie o frasi a effetto o foto ritoccate o con pose particolari: Pietro parla alla popolazione lacchese in maniera chiara e diretta e, come vedrete, conferma quanto riportato dal nostro giornale nell’edizione di ieri. Dal primo cittadino è arrivato l’ordine tassativo di tenerlo fuori da ogni attività amministrativa e soprattutto “depotenziarlo”. Una strategia che non sappiamo quanto possa giovare a un Pascale che già vede la sua popolarità ormai ai minimi storici da quando per la prima volta ha indossato la fascia tricolore.

Ma come si rivolge ai suoi concittadini Monti? Vi risparmiamo la parte nella quale censura l’operato e le dichiarazioni di un quotidiano locale (perché il riferimento non è a Il Golfo e non guardiamo in casa d’altri) esordisce sottolineando che “Non basta fare solo ‘il proprio lavoro’ ma c’è l’obbligo di concorrere a far si che il sistema, quello politico in particolare, funzioni bene. Questo è un impegno che mi sono assunto in campagna elettorale e come Consigliere di Lacco Ameno. Perché ritengo che sia moralmente necessario per chi è stato scelto dai cittadini a rappresentare i loro interessi e quelli della comunità e praticamente indispensabile per chi fa politica cui è stato affidato l’onore e il compito di mettersi dalla parte della gente di Lacco Ameno che merita rispetto”. Guardando al suo breve percorso politico Pietro Monti aggiunge poi che “In tutto questo tempo ho imparato che le cose si devono dire e fare seriamente e quali sono le esigenze insieme alle necessità delle persone. Per farlo non basta una laurea o essere il Messia se mancano umanità e la disponibilità di mettersi al servizio di chi ha bisogno. Non basta dire di ‘essere’ se manca l’ascolto e una grandissima empatia e la capacità di studiare le soluzioni migliori secondo una visione oltre che praticare la coerenza con se stessi sostenuti dai propri valori”.

«Lacco Ameno non può aspettare che cada la manna dal cielo per vedere il cambiamento annunciato in campagna elettorale: è stato fatto con un italiano perfetto ma le parole sono rimaste lettera morta. Siamo seri, servono più fatti e meno parole, persone che siano prima di tutto Uomini e soltanto dopo politici»

Poi l’ormai ex consigliere di maggioranza tiene a sottolineare alcuni aspetti: “Rimando al mittente le accuse secondo le quali sarebbe mia la colpa dei risultati che come amministrazione non abbiamo raggiunto. Rimando allo stesso modo ai vari mittenti le accuse secondo cui avrei ricevuto ‘regali’ dal Senatore De Siano per dire ciò che ho detto, accusandomi di ‘essere passato dalla sua parte’. Ad essere sinceri non so quanti avrebbero fatto la stessa cosa che ho fatto io, dire la verità chiedendo scusa ai cittadini di Lacco Ameno mettendoci la faccia e ‘perdendo’ il proprio posto. Io l’ho fatto soprattutto per la gente di Lacco, mentre le chiacchiere sono ancora lì, nello stesso luogo da due anni”. Poi parte l’affondo contro il sindaco: “L’onere della responsabilità nei confronti del popolo di Lacco non cade allora su Piero Monti ma tocca al sindaco Pascale dimostrare che mi sono sbagliato, convinto però che chi dice il vero non sbaglia mai. Mi state scrivendo in tanti per quanto è stato da me affermato nelle ultime interviste. Tra le tante domande risuona con grande frequenza la stessa: che cosa intendi fare? Il punto è proprio questo. Io intendo fare, con ogni mezzo e modo possibile perché intendo la politica come un insieme di azioni. Per fare. Il sindaco finora è risultato uomo del dire e visto che tra il dire e il fare c’è di mezzo non solo il mare ma anche Lacco Ameno e la mia gente, molta della quale soffre e non perde occasioni per chiedere aiuto o domandarmi il perché non abbiamo risolto il problema della scuola e dei ragazzi o il perché ci dedichiamo a progetti e a fondi di piccola entità quando potremmo organizzare i nostri professionisti locali e dell’amministrazione per far tornare Lacco fiore all’occhiello dell’isola, resto sconfortato dalle grida di dolore e di rammarico.

Io faccio quello che posso e continuerò anche se mi mettessero in condizione di non fare niente”. Poi Pietro Monti racconta un episodio che la dice lunga su come funziona a Lacco Ameno, tutto all’insegna della tanto decantata “libertà, libertà” (ed ovviamente stiamo ironizzando, a scanso di equivoci): “Come è accaduto questa mattina (ieri per chi legge, ndr) quando alcuni commercianti mi hanno chiesto aiuto. Mi sono mosso immediatamente per soddisfare le loro esigenze. A qualcuno però ha dato fastidio il mio interessamento tanto da bloccare la richiesta alla ditta per pulire un piccolo pezzo del Corso, perché – hanno detto – ‘comandiamo noi’”.

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La morale è fin troppo scontata e Monti la esterna subito dopo: “Con ciò – spiega – mi hanno dato l’occasione di imparare una piccola lezione. Ho imparato che in politica bisogna darsi un tono diverso. Bisogna essere sinceri con chi ci ha dato fiducia e ci sostiene. Bisogna fare appello alle nostre risorse umane e politiche.

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Perché la nostra Lacco e la nostra isola non possono aspettare che cada la manna dal cielo per avere quel cambiamento annunciato in campagna elettorale, con frasi espresse in un italiano perfetto ma che a distanza di due anni, nonostante la loro impeccabile forma lessicale, sono rimaste lettera morta. Servono più fatti e meno parole. Servono Uomini e Politici che siano prima di tutto Uomini e soltanto dopo politici”.

Stoccata al “Barone” anche dopo la partecipazione all’incontro sui fondi del PNRR con Maresca e la Carfagna: «Gli uomini soli al comando non potranno mai sostituire un buon gioco di squadra»

Uno schiaffo in pieno volto che per il Barone non è il solo. Già nella giornata di ieri, commentando l’incontro al quale aveva partecipato al MANN di Napoli – alla presenza tra gli altri di Catello Maresca e di Mara Carfagna – sui fondi del PNRR, Pietro Monti aveva dedicato un altro confettino a Giacomo Pascale: “Ho condiviso il pensiero e le parole di Maresca: serve una visione progettuale integrata, rendere più elastica la tempistica insieme alla modalità di esecuzione e, infine, risulta indispensabile la creazione di un modello di controllo unico per evitare infiltrazioni delle organizzazioni criminali sull’isola. A ciò aggiungo che gli uomini soli al comando non potranno mai sostituire un buon gioco di squadra”. A buon intenditor, poche parole.

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gioe'

gent imo Pietro -avendo avuto il piacere di conoscerti e avendo conosciuto la personalita’ dell individuo-concordo in pieno il tuo pensiero e le tue idee-vorrei darti un solo consiglio-se umilmente me lo concedi-conosco la tua onesta intellettuale e la rispetto -ma penso che sia meglio che cio’ lo esprimi con parole tue vere e genuine e non artefatte con frasi e parole che non fanno parte del tuo lessico-percio ti consiglio di fare attenzione a chi sono i tuoi interlocutori-

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