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Le mani del duo Di Meglio-Pinto sulla Colombaia

ISCHIA. La notizia è di quelle che pesano e difficilmente passerà inosservata. E riguarda il prossimo affidamento di una struttura di pregio ubicata sull’isola d’Ischia finita in malore a causa di una gestione certo non assennata che ha portato all’estinzione di una Fondazione oberata di debiti. Secondo alcune indiscrezioni ci sono due noti imprenditori isolani che hanno messo nel proprio mirino la gestione de La Colombaia, la villa che fu del celebre regista Luchino Visconti, che avrebbe tutte le carte in regola per essere un fiore all’occhiello della nostra isola ed invece si trova ad annaspare in un oblio davvero deprimente. Ad aver presentato il loro “piano” al Comune di Forio, che qualche mese fa attraverso un avviso pubblico aveva lanciato l’indizione della gara di selezione per l’assegnazione a terzi della concessione in comodato dell’immobile comunale “per la realizzazione di progetti con finalità culturali e sociali” sarebbero due personaggi abbastanza noti. Il primo è Giuseppe Di Meglio, attualmente gestore delle Terme di Nitrodi che proprio grazie alla sua impronta sono passate dal pubblico al privato: lo stesso peraltro, è anche socio della Balga, azienda che invece opera nel settore della Nettezza Urbana. Il secondo, invece, è Antonio Pinto, attualmente amministratore della Ambrosino Carburanti e che di recente ha anche acquisito la porzione di porto turistico del Comune di Casamicciola denominata “Cala degli Aragonesi”.

Sono davvero poche le indiscrezioni a riguardo che circolano dal municipio del Torrione, quello che però sussurrano alcune “gole profonde” bene informate è che il duo Pinto-Bambeniello possa vedere la propria proposta accolta come la migliore e dunque accaparrarsi la gestione della villa con l’intento di restituirle dignità, decoro e possibilmente un futuro rispetto da un passato anche recente fatto esclusivamente di degrado e malagestio. Non è nemmeno noto il soggetto giuridico con il quale gli imprenditori succitati siano andati all’attacco de La Colombaia, ma capirete che dinanzi ad indiscrezioni del genere il dettaglio è a dir poco marginale e secondario. Piuttosto non mancheranno le discussioni e la perplessità sulla scelta operata dal Comune di Forio, dal momento che entrambi gli imprenditori sono legati e sono stati legati direttamente o trasversalmente con la politica e dunque è chiaro che la scelta che dovesse essere adottata dagli amministratori all’ombra del Torrione – in un caso del genere – potrebbe essere soggetta a svariate chiavi di lettura.

La vicenda legata all’affidamento de La Colombaia ha inizio quando dal palazzo municipale di via Genovino viene approvato l’avviso pubblico per l’indizione della gara di selezione per “l’assegnazione a terzi della concessione in comodato dell’immobile comunale villa “La Colombaia” per la realizzazione di progetti con finalità culturali e sociali”. Si trattò della risposta da parte dell’ente pubblico foriano all’estinzione della Fondazione che nelle intenzioni avrebbe dovuto valorizzare la Colombaia. La delibera arrivò ad alcune settimane di distanza da un precedente atto, che aveva stabilito alcuni atti d’indirizzo per la concessione d’uso a terzi dell’immobile sito nel bosco di Zaro per la realizzazione dei progetti citati. In particolare, era stato stabilito di «dare avvio alle procedure di concessione in comodato temporaneo mediante  evidenza pubblica al fine di favorire la valorizzazione della villa “La Colombaia” in località Zaro, destinandola principalmente a Polo Culturale relativamente ai seguenti indirizzi: attività culturali, gestione degli spazi espositivi, attività di formazione, conservazione e valorizzazione del territorio e dei beni culturali, eventi e manifestazioni;  di dare atto che la predetta concessione in comodato stesso avverrà senza onere  alcuno per l’Ente comunale a favore di enti, associazioni ed ogni altra forma associativa senza scopo di lucro, il quale dovrà farsi carico delle spese di manutenzione del bene, di tutte le utenze e assicurazione per danni a persone e cose, anche in caso di incendio, per tutta la durata della concessione in comodato; di dare atto che, in ordine a dette attività, il Responsabile del Settore VIII – Patrimonio lascerà salve le attività necessarie per l’espletamento delle funzioni dell’Ente comunale (istituzionali, culturali, ed eventi in genere), garantendo le stesse per quanto previsto dalla normativa vigente; di dare atto che la concessione in comodato de quo avrà un limite di due anni, eventualmente prorogabili a libera discrezione dell’Ente comunale e che la stessa potrà essere effettuata solo ed esclusivamente per lo svolgimento delle attività e degli eventi. Pertanto alcuna gestione diversa sarà consentita del medesimo ben; di nominare l’Ing. Luca De Girolamo Responsabile del Procedimento in qualità di Responsabile del Settore VIII – Ufficio Patrimonio, affinché predisponga tutti gli atti consequenziali relativi alla presente deliberazione, in particolare prevedendo nella manifestazione di interesse la presentazione, da parte di enti, associazioni ed ogni altra forma associativa senza scopo di lucro, di una proposta progettuale che dovrà contenere un progetto funzionale/gestionale e uno studio di fattibilità economico finanziaria».

L’amministrazione cercava dunque un rilancio per la villa, in modo da svilupparne le potenzialità di attrattore culturale e favorirne e incrementare il turismo culturale. Viste le limitazioni imposte dai bilanci comunali, l’ente intendeva individuare, tramite una manifestazione di interesse, alcuni enti, associazioni e ogni altra forma associativa senza scopo di lucro a cui affidare la “Colombaia” per due anni, eventualmente prorogabili. L’iniziativa della giunta comunale arrivò a circa sei mesi di distanza dal “funerale” della Fondazione, travolta dai debiti. Sul Bollettino Ufficiale Regionale n. 20 del 5 marzo scorso fu infatti pubblicato il Decreto 8/2018, a firma del dottor Acocella che estingueva, in via definitiva e assolutamente inappellabile, la Fondazione “La Colombaia” di Forio, costituita nel 2001. E che avrebbe dovuto avere il compito di preservare il bene che fu del regista Luchino Visconti e valorizzarlo,  invece che affossarlo, come è effettivamente accaduto, in un’autentica voragine debitoria.

GAETANO FERRANDINO

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