CRONACA

Plastica killer, rinvenuta tartaruga alla spiaggia della Mandra

Il ritrovamento è di quelli che riempiono l’animo di tristezza. Ieri pomeriggio, sulla spiaggia della Mandra, è stata rinvenuta la carcassa di una tartaruga Caretta Caretta. L’esemplare in avanzato stato di decomposizione è di notevole dimensioni, supera abbondantemente il metro di lunghezza. La tartaruga,  che approssimativamente sembra superare il quintale di peso, è stato ritrovato in riva mare da Giuseppe La Franca della Kronos N.O.A. Assomare Ambiente e segnalato alla Guardia Costiera di Ischia.

“Si tratta di un esemplare di notevoli dimensioni. E’ lungo più di un metro per oltre un quintale di peso – dichiara il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che è stato contattato dall’associazione – e presenta un tubo di plastica che gli fuoriesce da ciò che rimane dell’ esofago. Ci auguriamo che la sua morte non sia dovuta all’inquinamento del nostro mare”.

Da una prima sommaria analisi della carcassa pare che nell’esafogo dell’esemplare che popola il nostro golfo sia stato rinvenuto un lungo tubo di plastica, solo uno dei tanti rifiuti che infestano i nostri mari e che potrebbe essere il principale indiziato per la dipartita della tartaruga arenata sulla spiaggia di della Mandra.

Naturalmente il condizionale è d’obbligo, spetterà ora ai veterinari stabilire la causa della morte. Ma non stupirebbe constatare, come già è successo di recente ai danni di una tartaruga di Camerota, che la Caretta Caretta sia morta per aver ingerito quantità tossiche di plastica che ne hanno causato la morte. Il tubo di plastica rinvenuto nell’esofago dell’esemplare marino sembra essere un indizio che lascia pochi dubbi.

Tartarughe e altre creature marine rappresentano, loro malgrado, un indicatore preciso dello stato di salute del nostro mare, martoriato dalla presenza di tonnellate di plastica che galleggiano in tutto il Mediterraneo e che inevitabilmente finiscono nella catena alimentare delle creature che popolano il nostro mare, anche nel pescato che poi finisce sulle nostre tavole. Una situazione che dovrebbe convincerci, nel più breve tempo possibile ad abbandonare l’uso di plastica, soprattutto gli elementi monodose che maggiormente inquinano non solo il nostro mare, ma ormai tutti gli oceani.

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Terribile il destino delle tartarughe che sfortunatamente ingeriscono quantitativi di plastica eccessivi. Generalmente la morte sopravviene per fame, poiché la plastica blocca il tratto digestivo. Altre volte i materiali plastici, come buste o i temibili contenitori delle lattine di birra, limitano i movimenti delle creature marine rendendo difficile, se non impossibile la ricerca di cibo. Anche nel caso in cui la morte non dovesse sopravvenire per fame le tartarughe e gli altri animali che hanno avuto la sfortuna di nuotare in tratti ricolmi di plastica, causano ulcere e ferite profonde. Un vero e proprio inferno che rischia di deturpare irrimediabilmente l’ecosistema marino.

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