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POLEMICHE ANTIDECRETO, ISCHIA COME L’ISOLA DI GULLIVER DEGLI ESPERTI PAZZI

Per avere un quadro sintetico e immaginifico dell’attuale situazione isolana sul post terremoto e sugli effetti del Decreto Ischia, ricorro a due citazioni letterarie. La prima è tratta da un libro di Dante Caporali e Achille Della Ragione “Ischia, l’incanto di un’isola”, nel quale si cita una descrizione che Nikolay Vasilevic Gogol (1838) fa dell’isola d’Ischia: “Un altro giorno sono andato a Ischia, molto più grande di Capri e con un monte alto quasi quanto il Vesuvio. L’isola è molto lontana a differenza della consorella, tutta roccia e strapiombi vertiginosi, è ammantata di verde e le casette spuntano qua e là dalla chioma degli alberi come grossi nidi di aquile…” Bene, nel 1800, poche case spuntavano qua e là come nidi di aquile tra le cime verdi degli alberi. Adesso, a detta di giornali, televisioni, associazioni ambientaliste, Ischia è l’epitome dell’abusivismo edilizio italiano, il male dei mali, la vergogna nazionale dell’illegalità urbanistica e il centro nevralgico del “ condonismo” italiano. La seconda citazione letteraria è dai Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift.  Il dr. Lemuel Gulliver dopo aver incontrato, nel suo peregrinare, prima i lillipuzziani alti 15 cm. e poi  i Giganti Brobdingnag alti 22 metri, arriva a Laputa, isola volante degli scienziati pazzi, gente esperta in varie discipline ( dall’astronomia alla musica) ma totalmente mancanti di senso pratico. Il resto della popolazione è costituita da servitori. Bene, Ischia di oggi appare proprio come l’isola volante di Laputa. Con tanti “ espertoni” di diritto costituzionale, di tecniche costruttive, di procedure amministrative. E il resto della popolazione costretta a guardare, come servitori sciocchi. Cosa rispondere ai grandi quotidiani Repubblica (Ahi, Sergio Rizzo!), Corriere della Sera o ai vari talk show ( da ultimo Bruno Vespa col solito luogo comune che le case di Casamicciola sono cadute perché abusive,senza che la sottosegretaria Barbara Lezzi eccepisca alcunché)? Cosa rispondere a Legambiente , ai 4 onorevoli (Rostan, Pastorino, Stumpo e Muroni) di LEU, all’on. Trancassini di FDL, agli on. Cirinnà, Morani,Faraone, Mirabelli e – udite,udite! – a Renzi del PD che parlano di “condoni tombali” e incostituzionali ? Cosa rispondere a Salvini che ora si oppone al decreto Ischia per una vendetta trasversale per l’accusa di “ manina” rivoltagli da Di Maio sul condono fiscale? Cosa rispondere all’on. Paola Nugnes dei 5 Stelle e al Ministro dell’Ambiente Costa che considera l’art.25 come la “ goccia che scava la pietra”? Qui una risposta immediata ci vuole: “ Ministro, Lei impersona perfettamente la “pietra” dura e refrattaria ai drammi della gente che ha perso la casa ( e poco importa se sia legittima o no). Cosa rispondere a quegli stessi isolani che vogliono annullare l’art. 25 – pensate un po’ – per la preoccupazione che l’incostituzionalità di alcune sue parti minaccerebbe il buon esito delle provvidenze previste?

A nulla servono, ovviamente, le considerazioni che gli uffici legali del Quirinale, prima della firma del Presidente della Repubblica, ne esaminano i profili costituzionali. A nulla serve portare a sostegno della perfetta legittimità del decreto, la sentenza 196/2004 della Corte Costituzionale. Sentenza che, ritenendo inammissibile i ricorsi presentati da varie Regioni italiane (tra cui la Campania) su presunti invasioni di campo dello Stato nelle competenze edilizie, urbanistiche, amministrative regionali, riconosce invece la perfetta legittimità dell’art.32 del Decreto Legge 269 del 30/9/2003 che dispone la riapertura dei termini dei condoni. Non si tiene conto di queste argomentazioni, confondendo due fasi che invece sono distinte e separate: quella della “ricostruzione” e quella della “pianificazione”. La ricostruzione riguarda le zone terremotate dei soli Comuni di Casamicciola, Lacco e Forio ed è opera del Commissario Straordinario. La pianificazione (PUT, PRG) riguarda l’intera isola e deve essere ad opera della Regione e degli Enti Locali. La ricostruzione non può aspettare i tempi della politica e delle conciliazioni tra organi diversi dello Stato. Invece, l’emendamento Furlan ed altri 3, che vuole sostituire l’art. 25, riguardante l’applicabilità – nella fascia terremotata – del condono secondo i parametri del primo condono, prevede la redazione di un Piano Urbanistico Generale a cura di una “ Cabina di regia” presieduta dal premier Conte e che vedrebbe partecipi il Ministro del Sud, il Ministro delle Infrastrutture, il Ministro dell’Istruzione, il Presidente della Giunta regionale, il Sindaco della Città Metropolitana, i Sindaci isolani e, volendo, anche l’Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale, Invitalia, l’Agenzia Regionale Sviluppo Campania. Altro che cabina di regia, altro che snellimento burocratico e semplificazione amministrativa ! Ci andremmo a ficcare in un inestricabile ginepraio. E, nel frattempo, i possessori di case abusive o parzialmente abusive starebbero a guardare e a non avere titolo alcuno né per rimborsi né tanto meno per essere delocalizzati nel nuovo Eden della riviera (destinato, in tal modo, solo a chi aveva costruito in perfetta liceità). E dov’è il realismo,la concretezza, dov’è la solidarietà, dov’è la pacificazione sociale, il riaccendersi della speranza di una nuova Fenice di Casamicciola? Scandalizza il dover sanare chi ha sbagliato? In tal modo restiamo sulla stessa lunghezza d’onda della grande stampa, lontana dai problemi reali della gente. E non scandalizza il condono fiscale?  Non scandalizza Conte che dice, a proposito del condono fiscale: “Chiamatelo come volete?” E allora “chiamate come volete l’art.25”! Cari 5 Stelle , dissidenti verso il vostro stesso governo, cari esponenti di Leu, carissimi esponenti nazionali del PD ( giustificati solo dall’assenza del PD ischitano), cari ischitani che volete eliminare l’unico spiraglio di sanatoria che siamo riusciti a strappare in decenni di lotta, incompresa dai più e – quel che è peggio – incompresa dalla sinistra, state prendendo un abbaglio enorme! Senza l’attuale versione dell’art. 25, creereste un “decreto dimezzato” come il Visconte del primo libro della trilogia di Italo Calvino.

Dispiace, francamente, che in questa trappola siano caduti anche cittadini emeriti di Casamicciola, che avevano appassionatamente e competentemente messo sù un dossier storico amministrativo sugli atavici problemi sismologici, urbanistici, idrogeologici del Comune. Alla fine di questo impegno e della montagna di carte, progetti, proposte elaborate, anche questi cittadini hanno confuso la fase di “ricostruzione” con la fase di “pianificazione”. Tanto da far erroneamente ritenere inutile l’art. 25, proponendo di sostituirlo con una cabina di regia. Eppure c’era chi, come Gino Barbieri, fin dal suo articolo del 30 agosto, aveva perfettamente individuato il da farsi. Si era parlato di “clausola di supremazia” incarnata dal Commissario alla Ricostruzione “per accelerare gli iter burocratici e per venire CON RAPIDITA’ alla risoluzione del problema abitativo”. Si era giustamente parlato di “assicurare vie di fuga”, di nuove strade, di ampliamento e messa in sicurezza di viottoli come via Epomeo. Questo attiene alla ricostruzione. Contemporaneamente bisogna decidere dell’eventuale totale o parziale delocalizzazione (sempre nei poteri del Commissario). Personalmente credo che, seguendo i consigli di scienziati come Luongo e De Natale, nonché osservando la serie storico statistica dei terremoti, che hanno insistito su una precisa zona, sarebbe opportuno delocalizzare. Mi rendo, naturalmente conto che, soprattutto persone anziane, hanno molte e giustificate ragioni per voler rimanere attaccate al suolo dove si è svolta la loro vita. Consiglio, a tal proposito, di andare a vedere il film “Il bene mio” del regista Mezzapesa, che narra di Elia, unico ed ultimo abitante di Provvidenza, borgo pugliese, devastato da un terremoto. Nonostante le ingiunzioni delle autorità ad abbandonare il borgo, Elia resiste per continuare a testimoniare la memoria. E’ un film, ma corrisponde allo stato d’animo di una parte significativa della popolazione del cratere. E sarà un ostacolo! C’è un altro potere, oltre a quello di delocalizzare, concesso dall’art. 17 del decreto, al Commissario: quello di redigere un Piano di Trasformazione Urbana. Lo si può e si deve fare con la costituzione di una o più STU. E il progetto lanciato il 21/4/2012 al Grand Hotel Terme Augusto da OSIS e da Riscossa Civile di Casamicciola, con gli interventi dell’avvocato Renato Perticarari, Presidente Associazione Nazionale delle Società di Trasformazione Urbana e dal prof. Stanghellini dell’Università IUAV di Venezia, deve essere – oggi più che mai – messo in atto. OSIS ha proseguito, fino a tempi recenti, a suggerire al Comune di Casamicciola, l’iter da seguire. Per Lacco meno, il Sindaco Pascale sembra deciso a far ricorso alla STU in caso di delocalizzazione delle case terremotate .Per finire, trovo disdicevole che il Decreto, approvato dal governo gialloverde, trovi l’opposizione, in Italia, di tutti i partiti ad eccezione di Forza Italia ( De Siano, però, spieghi bene  la ratio del decreto al suo collega Giorgio Mulé, che non ne ha capito la limitata portata), trovando contestazioni anche all’interno delle forze governative, che pure l’hanno approvato. Per me, il dispiacere maggiore è che il PD non ci abbia capito nulla e abbia mirato solo a fare polemiche di bassa lega, di quel tipo di polemiche che il PD rimproverava agli oppositori di prima. Ma alcuni isolani hanno fatto anche di peggio, offrendo una sponda insperata agli sparvieri nazionali. Siamo davvero come l’isola volante di Laputa degli esperti pazzi!

Franco Borgogna

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