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Porto di Lacco, parla lo “Sceriffo”: «Ecco perché va fatta chiarezza»

Dopo l’esposto alle forze dell’ordine in cui si chiedono accertamenti sui titoli del concessionario che continua a detenere il controllo dell’approdo, il consigliere comunale Giovanni De Siano fa il punto della situazione alla vigilia dell’ennesima udienza al Tar che contrappone il privato al Comune

Partiamo dall’esposto-denuncia inoltrato alle forze dell’ordine relativo alla regolarità dell’occupazione dell’area demaniale del porto da parte del privato dopo la data del 30 giugno.

«Guardi, la mia è stata sostanzialmente una accorata richiesta d’aiuto. Molto spesso le forze dell’ordine invitano i cittadini a denunciare eventuali possibili anomalie per innescare attività di controllo, ed è quello che ho fatto, da consigliere comunale, con l’esposto in questione. D’altronde non saprei a chi altri rivolgermi, anche solo per un controllo: se il privato risulterà in regola, allora va bene così. L’importante è verificarlo: nel solo weekend appena trascorso la società concessionaria avrà incassato varie decine di migliaia di euro, visti i pontili tutti occupati da imbarcazioni da diporto. Fra l’altro, il Comune ha ottenuto dal Tribunale due decreti ingiuntivi per i canoni non versati delle stagioni 2019 e 2020, ma l’ente non è riuscito a recuperare quasi nulla, quindi ci domandiamo dove vadano cercati gli incassi stagionali, perché finora non siamo riusciti a capirlo. Vorrei inoltre capire a che titolo la società ha incassato durante l’ultimo weekend, cioè dopo la scadenza della proroga di concessione. Non credo sia irragionevole auspicare un controllo da parte della Guardia di Finanza. Ad oggi non sono stato convocato per essere ascoltato, ma penso e spero che le forze dell’ordine stiano eseguendo i controlli che reputano opportuni».

«Il mio esposto è una accorata richiesta d’aiuto. Molto spesso le forze dell’ordine invitano i cittadini a denunciare eventuali possibili anomalie per innescare attività di controllo, ed è quello che ho fatto, da consigliere comunale, con l’esposto in questione»

Non sono mancate le contestazioni per lo stanziamento di 6.000 euro destinato ai componenti della commissione che dovrà aggiudicare i servizi portuali ausiliari. Secondo Lei si tratta di una cifra equa?

«La commissione si paga. Non si poteva costituire una commissione interna, e allora la strada era obbligata, e la cifra indicata è il minimo prevedibile, che correntemente è dovuta per incarichi del genere. Quando ci si rivolge a dei professionisti bisogna pagarli».

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Se il Tar dovesse riassegnare il porto al Comune, secondo Lei sarebbe difficile, e quanto, il cambio di gestione in piena stagione?

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«Se il Tar impone alla società il rilascio della struttura, non ci sarebbe nessun problema: con una gara si affidano i servizi da svolgere e la ditta che prevale subentrerebbe automaticamente. D’altronde, mi sembrerebbe quanto meno strano se fossero state accettate prenotazioni per il periodo successivo al 30 giugno, visto che, a rigore, dopo quella data non sarebbe stato possibile accettarle. Almeno questo è il mio pensiero: mi sembra improprio accettare prenotazioni per un periodo nel quale non si sa se si potrà continuare a operare. Comunque, anche in caso affermativo, i clienti dopo quella data verserebbero la cifra al Comune: si tratterebbe solo di un cambio di segreteria. Se invece la tariffa viene pagata a chi non ha titolo, a quel punto la questione non riguarderebbe il Comune, ma sarebbe una controversia tra privati».

«Nello scorso weekend il concessionario avrà incassato varie decine di migliaia di euro, visti i pontili tutti occupati da imbarcazioni da diporto. Il Comune ha ottenuto dal Tribunale due decreti ingiuntivi per i canoni non versati delle stagioni 2019 e 2020, ma l’ente non è riuscito a recuperare quasi nulla, quindi ci domandiamo dove vadano cercati gli incassi stagionali»

C’è comunque la possibilità che dopo la pronuncia del Tar il concessionario possa beneficiare di un’altra proroga.

«Le eventualità sono diverse: può anche accadere che il Tar conceda un’altra sospensiva cautelare per i prossimi quattro o cinque mesi, fissando oltre tale termine l’udienza di merito, e il privato manterrà la struttura per un’altra intera stagione. Ormai non mi meraviglio più di nulla. Il 12 luglio in camera di consiglio si discuterà la richiesta del privato di annullamento di tutti gli atti del Comune».

In ogni caso, la questione rimarrà comunque aperta.

«Non riesco a capacitarmi di tutto questo, proprio perché non riesco a vedere una fine, nonostante il contratto risolto, nonostante tre anni e mezzo di canoni non versati, nonostante le proroghe chieste e ottenute. Tra l’altro si trattava di proroghe-covid trimestrali, ma il concessionario non aveva chiesto nessuna proroga successiva fino al dicembre 2023: questa è una richiesta nuova. Non so se voglia intentare un altro procedimento perché, come si legge nelle contestazioni, vuole il riconoscimento dell’equiparazione tra le concessioni balneari e il suo projectfinancing. Per come la vedo io, il projectfinancing ha un inizio e una fine, non si proroga come una concessione di stabilimenti balneari».

Tuttavia c’è un disegno di legge sulla concorrenza, già approvato in senato, in cui anche le procedure simili al projectfinancing potrebbero essere equiparate.

«Sì, anche se non è stato ancora approvato in via definitiva. E resto perplesso sulla sua retroattività: stiamo sempre parlando di un rapporto che è scaduto già da tempo. Ma guardi, ovviamente a questo punto non mi meraviglierei più di nulla. Fra l’altro, non so se sia stata notata una bizzarria davvero evidente…».

«Vorrei capire a che titolo la società ha incassato durante l’ultimo weekend, cioè dopo la scadenza della proroga di concessione. Non credo sia irragionevole auspicare un controllo da parte della Guardia di Finanza. Ad oggi non sono stato convocato per essere ascoltato, ma penso e spero che le forze dell’ordine stiano eseguendo i controlli che reputano opportuni»

Quale?

«In pratica, lo scorso giugno il concessionario di venerdì ha inoltrato al Tar una richiesta di sospensiva cautelare, variamente motivandola col fatto che gli atti del Comune non sarebbero legittimi, che il privato avrebbe già diritto a una proroga al dicembre 2023 citando una sentenza della Cassazione, e che il servizio ausiliario che il Comune vuole affidare in realtà è uguale al servizio sinora svolto dal concessionario, quindi secondo la società si tratterebbe di un affidamento “mascherato”, dunque illegittimo. Tuttavia il lunedì successivo lo stesso concessionario ricorre nuovamente al Tar perché escluso dalla gara dei servizi ausiliari: il funzionario comunale aveva proceduto all’esclusione in base al principio di rotazione, perché la società aveva già svolto quel servizio, ma ecco che il privato afferma che il servizio in questione non è equiparabile a quello svolto, ma è bensì diverso: quindi dal venerdì al lunedì il concessionario chiede due volte al Tar di intervenire in base a due motivazioni completamente opposte e completamente incoerenti. In un Paese civile non dovrebbero accadere simili enormi assurdità».

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