LE OPINIONI

«Il Comune proclami il lutto cittadino e paghi le spese per il rimpatrio della salma»

E’ l’appello del dirigente del PCIML Gennaro Savio dopo la tragedia della Superstrada che è costata la vita al sedicenne Vesmaili Xhemal

La tragica morte sulla sopraelevata di Ischia del giovane Velsmali Xhemal, per gli amici James, ha colpito nel profondo l’opinione pubblica dell’isola Verde e sui social network sono migliaia i messaggi di sincero cordoglio che stanno giungendo alla famiglia, mentre sindaco, assessori e consiglieri comunali del Comune capoluogo continuano a tacere quasi non fosse accaduto nulla nel tardo pomeriggio di sabato scorso. Anzi, facendo di James un morto di serie “B”, ieri sera domenica 4 agosto 2019, al contrario di come giustamente deciso sette giorni prima per la scomparsa del caro Giovanni Basile e nonostante la reiterata richiesta pubblica del PCIM-L al primo cittadino ischitano, “Ischia in Festa” non è stata sospesa e così quello che doveva essere un momento di lutto e di riflessione per l’intera comunità, si è trasformato in una delle tante serata di festa e di allegria lungo il corso principale del paese con l’aggravante che per l’ennesima volta via Iasolino è stata chiusa ai motorini dirottati pericolosamente sulla strada della morte: che vergogna! E visto che come comunità, così come accaduto per Leonardo Taliercio e tanti altri giovani isolani che hanno perso la vita sulle nostre strade, non siamo riusciti a garantire la necessaria sicurezza al piccolo James e a preservarne la vita, ora gli amministratori comunali e il sindaco Enzo Ferrandino, che a seguito dell’assurda ed ingiustificabile decisione di non fermare “Ischia in Festa” hanno scatenato ferocissime polemiche sui social network, avvertano il dovere morale, ancor prima che politico ed amministrativo, quantomeno di proclamare il lutto cittadino per il giorno delle esequie e di farsi carico delle spese necessarie al rimpatrio della salma in Albania. Non avete avvertito la sensibilità di proclamare il lutto cittadino per il caro Francesco, fatelo almeno per questo ragazzo. Intanto, a dimostrazione che la cittadinanza è avanti anni luce rispetto alle Istituzioni i cui rappresentanti ancora tacciono sulla tragedia di sabato, sui social network si sta organizzando una raccolta fondi popolare di solidarietà da destinare alla famiglia del piccolo James.

Così come abbiamo già sottolineato nei giorni scorsi, oltre alle chiacchiere, sino ad oggi non si è fatto assolutamente nulla per rendere meno pericolosa la sopraelevata. Eppure, senza perdere ulteriormente tempo, per rendere più sicura la strada della morte così come propone il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, basterebbe collocare i guardrail al posto delle ringhiere per la cui presenza qualche auto è finita persino per volare giù via Morgioni e, soprattutto, creare uno spartitraffico possente che divida le due corsie. Uno spartitraffico possente affinché possa fare da barriere per evitare che le auto in corsa finiscano nell’altra corsia come accaduto ieri e affinché non auto e  motorini che fuoriescono dai tantissimi varchi aperti negli anni siano costretti  ad immettersi sulla propria destra senza invadere la corsia opposta. E ancora chiediamo pattugliamenti e posti di blocco continui delle Forze dell’Ordine che possano fungere da deterrente contro l’alta velocità. E invece, come ha scritto l’amico Peppe Trani, ci troviamo venti vigili urbani disseminati sul porto per regolamentare il nuovo pian traffico agli imbarchi, oppure, aggiungo io, a tappezzare le auto di multe, e nessuno sulla sopraelevata a garantire più sicurezza: da non credere! E tanto difficile, cari sindaci Luigi De Magistris ed Enzo Ferrandino realizzare guardrail e spartitraffico? Troverete, finalmente, dopo questa ennesima morte innocente, la volontà politica di rendere meno pericolosa la sopraelevata? E’ vero che noi automobilisti siamo indisciplinati e irrispettosi delle regole del codici della strada quando guidiamo, che si corriamo a dismisura senza avere rispetto per la propria vita e per quella degli altri, ma intanto che da questo punto di vista ci civilizziamo, cosa facciamo, continuiamo a contare morti o cerchiamo in tutti i modi di limitare i danni? Pensiamo che sia giunto il momento di limitare e i danni e questo possono farlo solo le Istituzioni e il PCIM-L guidato dal Segretario generale Domenico Savio continuerà a battersi affinché ciò venga fatto.

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