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Polimeni: «L’approccio è stato di ascolto, siamo disponibili ad incontrarci ancora»

Lo scorso 8 febbraio, nel corso della seduta della V Commissione regionale, oltre all’intervento del Sindaco di Procida Dino Ambrosino, che già abbiamo riportato nei giorni passati, c’è stata anche la relazione del Commissario regionale alla sanità, Joseph Polimeni, il quale, oltre alla propria disponibilità al colloquio con la comunità procidana, ha articolato un intervento dal quale emergono diversi spunti di riflessione sul perché di molte scelte prese a riguardo della mancata conferma del Pronto Soccorso attivo sull’isola di Graziella. «Siamo andati in Consiglio comunale – dice Polimeni – abbiamo sentito diverse istanze, più volte abbiamo ascoltato il Sindaco, l’ultima volta questa mattina a mezzogiorno, c’è quindi un rapporto di scambio continuo, di ascolto e anche di condivisione di alcune istanze che riteniamo anche legittime. Il documento di programmazione della rete ospedaliera è un documento complesso, è un atto che è nato all’interno di un processo di condivisione forte ed è un atto che fino ad oggi ha registrato, se non vado errato, su una serie di argomenti molto importanti, molto vasti, molto complessi che avranno bisogno anche di una grande estensione temporale per l’applicazione – credo – solamente tre o forse quattro ricorsi al Tar rispetto alla moltitudine di tematiche che affronta.

L’atto è complesso, l’ascolto c’è stato, siamo disponibili anche oggi, anche domani e anche dopodomani a rimodulare l’atto, tant’è che lo stesso Ministero ci chiede di rimodulare in diminutio, cioè in qualche modo il segnale che ci viene detto è che siamo stati troppo buoni. Ricordo, nel nostro approccio alla declinazione del DM 70 abbiamo utilizzato, con un approccio di congruità, tutte le nostre leve per contestualizzare il DM 70 alla complessità del panorama campano, non ultimo vorrei ricordare che il sistema campano ha molto privato, abbiamo utilizzato i bacini di utenza minimi, quindi il numero di UOC (Unità Operative Complesse Massime), abbiamo previsto più di 1480 posti letto aggiuntivi, stiamo decretando proprio ora, forse l’abbiamo già decretato, l’ex articolo 20 che permette anche di accompagnare, nel prossimo decreto che già la prossima settimana troverete sul Burc, troverete una serie di accompagnamenti anche strutturali per gli ospedali di comunità, per gli OCCP, per gli hospice, per alcuni reparti in più che devono trovare sede negli attuali nosocomi che in alcuni casi sono carenti. Si sta chiudendo un cerchio, parte organizzativa, parte territoriale, ex articolo 20, rete oncologica. È un disegno molto complesso. Certo, Procida in questo disegno complesso ha la sua specificità, ha la sua peculiarità. Abbiamo detto: attenzione alle false sicurezze. Il messaggio che volevamo mandare in questo decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera è: attenzione ai cartelli, attenzione alle insegne dietro le quali spesso non c’è poi molto. D’altra parte c’è anche una normativa che cambia e quello che un tempo era sufficiente affinché un Pronto Soccorso fosse definito, oggi non è più e quindi bisogna prenderne atto.

Il Sindaco dice: potevate prevedere a Procida un Pronto Soccorso di Ospedale in deroga, quindi si sarebbe portato dietro 20 posti letto, una chirurgia ridotta, una day surgery e alcuni servizi. Noi abbiamo ritenuto che l’obiettivo principale per i cittadini fosse di garantire una stabilizzazione e un trasferimento più celere, più tempestivo e più opportuno, più appropriato possibile, tant’è che come avevamo anche promesso al Sindaco avremmo, e lo abbiamo fatto, approvato un decreto anche sulla insularità, quindi accanto al piano sulla rete ospedaliera c’è un decreto importante che prevede più di 4 milioni 700 mila euro, con una delibera Cipe che prevede stanziamenti aggiuntivi proprio per sviluppare il trasferimento in sicurezza e in celerità dei cittadini, la telemedicina, una serie di leve che fanno sì che l’insularità non sia un elemento, è comunque un elemento di disagio, un elemento di difficoltà, ma 5 milioni di euro non sono pochi, se ben spesi, per far sì che ci sia l’idroambulanza e funzioni.

Il modello che noi abbiamo disegnato è: il cittadino procidano ha bisogno intanto di una presa in carico effettiva, quindi un ospedale di comunità di 20 posti letto con una gestione il più possibile proattiva delle patologie croniche che poi si possono scompensare, quindi possono diventare acute e quindi hanno bisogno di una risposta, quindi un ospedale di continuità con 20 posti letto e un punto di primo intervento sul quale stiamo anche dialogando con l’Amministrazione comunale perché nel piano ospedaliero non sono esattamente specificate, essendo una decretazione di massima, quindi una programmazione quadro, stiamo attivamente dialogando con l’Amministrazione comunale proprio perché possiamo connotare questo punto di primo intervento h24, e questa è già una prima novità, non è così espressamente dichiarato nel piano. Intanto un punto di primo intervento h24 garantisce una presa in carico h24 che possa fare diagnosi, stabilizzazione e immediato trasferimento oppure fare la presa in carico all’interno di un ospedale che comunque avrà 20 posti letto che non sono pochi.

L’altro elemento di sicurezza è connotare questo punto di primo intervento di garanzia, anche professionali, che possono dare forte sicurezza ai cittadini. Personalmente, ma credo che questa sia materia su cui il direttore generale dovrà discutere, è chiaro che non possiamo andare nel merito di ogni singolo presidio, sennò i direttori generali, i direttori sanitari e i direttori amministrativi sono qui per questo, per declinare in modo operativo, garantendo ai cittadini sicurezza, qualità e appropriatezza delle cure, ma la mia visione personale è che nel momento in cui c’è un punto di primo intervento h24, quindi di fatto è un Pronto Soccorso sui generis, comunque la possibilità di un ricovero su dei posti letto in cui c’è una presa in carico un po’ diversa rispetto a prima, ma soprattutto garantendo figure, come diceva il Sindaco prima, che diano garanzia di qualità professionale. Personalmente ritengo che la figura dell’anestesista rianimatore sia una figura cardine perché la specialità di questa disciplina garantisce veramente una presa in carico complessiva, però non escludo che se fossi il direttore generale, ma questa è materia che deve implementare il dottor D’Amore, noi possiamo dare alcuni suggerimenti, alcune sollecitazioni, sicuramente vedrei molto bene un anestesista rianimatore h24 anche perché il contratto collettivo nazionale di lavoro ci dice che l’unica disciplina in cui la pronta disponibilità non può essere sostitutiva, ma integrativa della guardia, è proprio l’anestesia e rianimazione, presumo quindi che quella sarà sicuramente una figura centrale e cardine che può essere poi accompagnata anche da figure in pronta disponibilità o, eventualmente, se le risorse lo permettono anche in guardia attiva, certo, garantendo – su questo il Sindaco ha ragione secondo me – una robustezza professionale. Oggi i procidani si sentono anche sicuri, al di là del cartello Pronto Soccorso, del fatto che ci sono in loco dei medici che hanno una robusta formazione professionale, che vengono da Pozzuoli dove effettivamente possono vedere quella massa critica di pazienti, di quadri nosografici, che dà la vera robustezza e risposta.

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Vorrei introdurne un altro elemento: attenzione ai cartelli, attenzione all’accreditamento strutturale, quello che conta molto sono i volumi, gli esiti. In questi giorni stiamo andando in Agenas, loro vogliono rivedere e rileggere tutta l’organizzazione e ci stanno chiedendo anche in questo senso dati proprio per tarare le strutture in funzione sia dei volumi, quindi della massa critica che viene espletata e affrontata, ma anche degli esiti. Prepariamoci ad un futuro sempre più incerto, le scelte della politica ci sono, la politica sappiamo che è l’arte dell’impossibile, però alla fine ci sono anche le evidenze e le evidenze ci dicono che alcuni Comuni fanno qualità, alcuni esiti fanno qualità.

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Non vorrei andare sui volumi dell’ospedale di Procida, non vorrei andare sugli attuali trasferimenti che vengono fatti dall’ospedale di Procida, non vorrei andare a vedere una serie di indicatori, non credo che sia questa la sede, ma sicuramente credo che il direttore generale li avrà analizzati. Teniamo presente che la scelta che noi abbiamo individuato è una scelta di buonsenso che chiaramente deve essere mediata, declinata nel tempo.

Per quanto riguarda la via giudiziaria, il percorso giudiziario, legittimamente l’Amministrazione comunale ha fatto ricorso al Tar, su questo devo dire che sono d’accordo con il Sindaco, il Sindaco ha ragione, nel momento in cui vi è una sentenza del Tar nel merito che non viene rivista da una sentenza del giudice di secondo grado, quindi il Consiglio di Stato nel processo amministrativo, è chiaro che si deve ottemperare.  

Per quanto riguardo l’ospedale di Procida, la situazione ritengo debba essere ibernata fino a quando non ci sarà poi un esito, eventualmente diverso. Non sprecherei il tempo che la via giudiziaria ci presenta, che spesso è lunga, è fonte anche di costi etc., per non trovare soluzioni – secondo me – nell’interesse precipuo ed esclusivo dei cittadini.

Non escludo che il Ministero voglia rileggere l’intera organizzazione, progressivamente nei prossimi mesi, anche rivedendo quelle “concessioni” che la struttura commissariale ha dato al contesto campano. Ripeto, credo che l’approccio sia stato un approccio di ascolto, di buonsenso, siamo disponibili di nuovo ad incontrarci con l’Amministrazione comunale, anche tra una decina di giorni, però non mi impiccherei alla definizione di Pronto Soccorso, quello che è importante non è tanto il cartello “Pronto Soccorso”, ma le competenze che ci sono dietro quel cartello, la struttura che c’è dietro quel cartello in termini di posti letto, le tecnologie che si possono avere dietro quel cartello. Tutti noi sappiamo che ormai alcuni quadri nosografici, facciamo sempre l’esempio dei tre casi, l’ictus, l’infarto e il politrauma non hanno bisogno di cartelli, hanno bisogno di competenze, hanno bisogno di diagnostica strumentale, hanno bisogno di fibrinolisi, hanno bisogno di risposte concrete che oggettivamente sull’isola di Procida ad oggi in questo contesto non riusciamo a garantire avendo mille altre difficoltà in giro per la Campania. C’è, quindi, un problema di priorità.

Quello che a mio parere è necessario fare – conclude il Commissario Polimeni – è mettere in sicurezza quest’isola attraverso un trasporto in emergenza urgenza che funzioni e che funzioni bene, tant’è che come voi sapete, all’interno del nostro decreto commissariale abbiamo anche previsto la costituzione di un’azienda regionale emergenza urgenza unica perché il sistema campano è un sistema molto parcellizzato, è un sistema su base dipartimentale con centrali operative che agiscono con mezzi non sempre allineati. Abbiamo dato mandato all’Amministrazione regionale di costituire un’azienda in questo senso, che possa gestire in modo unitario tutte le risorse umane, tutte le risorse strumentali e omogeneizzare tutti i percorsi diagnostico terapeutici che non è che oggi siano così omogenei tra realtà e realtà.  Massima collaborazione, massimo ascolto, e lo dimostra il fatto che siamo qui oggi, credo che la scelta che abbiamo fatto è una scelta di buonsenso».

Guglielmo Taliercio

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