CRONACA

Qual è il reale tasso di mortalità da coronavirus?

Ad aprire un pubblico dibattito è l’avv. Luigi Muro per il quale sarebbe utile mettere a confronto i dati degli ultimi anni

Il momento che si trova a vivere l’intera umanità è senza dubbio difficile, complesso ed eccezionale. E’ vero che andrà tutto bene ma è altrettanto vero che tensione, paura, vera e propria angoscia, incertezza per il presente ed il futuro, timida speranza, ma anche inquietanti domande su come sia potuto accadere tutto ciò, quali le contromisure possibili per limitare il bollettino giornaliero di guerra e quando si vedrà una luce in fondo al tunnel, sono, probabilmente, le sensazioni e gli stati d’animo più diffusi che si provano in queste lunghe interminabili ore di quarantana sanitaria dovute all’espandersi della pandemia da coronavirus.

In questo contesto l’avv. Luigi Muro, con un post sulla suo profilo social, ha voluto porre un ulteriore elemento di riflessione su alcuni aspetti legati alle possibili origini e sviluppi del COVID-19. “In questi giorni – scrive Luigi Muro – siamo tutti immersi in questa terribile esperienza e cerchiamo di comprendere dati, proiezioni e tutto quanto possa aiutarci a farci una opinione corretta. E’ evidente che l’invito di sostenere e praticare il distanziamento sociale è fondamentale e va rispettato assolutamente. Ciò posto vorrei avviare un dibattito pubblico su un dato che non sono riuscito a rintracciare da nessuna parte e che secondo me è dirimente rispetto all’aspetto che più ci preoccupa e cioè il tasso di letalità: se noi conoscessimo (c’è chi ovviamente conosce) il numero dei deceduti nei primi trimestri del 2019- 2018 e 2017 e confrontassimo tale dato con i deceduti nel primo trimestre 2020 avremmo probabilmente un delta che ci indicherebbe i deceduti a causa del virus che negli ultimi tre anni non c’era….

E’ chiaro – conclude Luigi Muro – che i Medici e gli statistici lavorano su modelli matematici ed esperienza sul campo e che probabilmente sto dicendo una cosa poco scientifica e me ne scuso ma la dico pubblicamente perché può darsi che ci sia qualcuno che possa spiegarci meglio”.

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