POLITICAPRIMO PIANO

QUANDO UNA FIRMA PUO’ DIVENTARE UN BOOMERANG

In sette nel giugno 2022 sancirono lo scioglimento del consiglio comunale. Ma se c’è chi è uscito vincitore (su tutti Ignazio Barbieri) dal nuovo assetto politico, c’è anche chi mastica amaro e se ne starà pentendo. La Piro si è “estinta”, la Cimmino quasi, Barile è stato relegato a un ruolo di comprimario. E anche Carotenuto è in bilico…

Era il 29 giugno 2022, quando Casamicciola si risvegliò apprendendo la notizia dello scioglimento del consiglio comunale. Sette consiglieri comunali avevano apposto la fatidica firma sul documento che di fatto mandava a casa il sindaco Giovan Battista Castagna e l’attuale amministrazione. Sette autografi, tre da parte di consiglieri di minoranza e quattro da parte di una costola della maggioranza che però aveva evidentemente deciso di prendere le distanze dal primo cittadino e da parte della sua squadra. Il resto, poi, è storia nota: la gestione commissariale affidata al viceprefetto Simonetta Calcaterra contrassegnata dalla drammatica alluvione del 26 novembre 2022 e poi le nuove elezioni con l’insediamento a capo del municipio casamicciolese di Giosi Ferrandino. Ma è il caso di fare un’analisi attenta e accurata, a distanza ormai di diversi mesi dal responso delle urne sancito il 15 maggio 2023 e fare una riflessione su coloro che all’epoca dei fatti hanno apposto le firme decisive per far saltare il banco. Perché, analizzando l’evolversi degli eventi, non crediamo di dire un’eresia se affermiamo che il gesto di chi evidentemente si riteneva scontento non sempre ha portato un valore aggiunto ma anzi si è ritrovato ad essere centrato da un boomerang.

Partiamo da quella che era la compagine di minoranza che decise di mandare a casa Castagna e i suoi ed era composta da Ignazio Barbieri, Arnaldo Ferrandino e Loredana Cimmino. Barbieri, di fatto, di quelle elezioni è stato il vero trionfatore sotto tutti i punti di vista: ha scommesso (come per la verità avrebbe fatto volentieri anche nel 2019) su Giosi Ferrandino ed è riuscito non soltanto a convincerlo a candidarsi a sindaco ma anche a fargli indossare la fascia tricolore. Nell’attuale amministrazione, pur avendo ceduto il passo per la carica di vicesindaco, occupa un ruolo di centralità, secondo alcuni può essere considerato a tutti gli effetti un alter ego del primo cittadino. La nomina del comandante della polizia locale ed un altro paio di “tacche” piazzate negli uffici testimoniano il peso specifico che esercita attualmente. Tutto sommato può dirsi soddisfatto anche Arnaldo Ferrandino che adesso sia pure per interposta persona (la figlia Ilaria) ha una sua rappresentanza in giunta. Certo, non c’è più la delega alla ricostruzione e soprattutto c’è anche una presenza non sappiamo quanto gradita al commercialista come Annalisa Iaccarino, ma resta il “salto di qualità” che rimane senza dubbio innegabile. Chissà invece quanto si staranno pentendo Loredana Cimmino ed Antonio Conte di aver favorito l’ascesa in quel di Casamicciola di Giosi Ferrandino. La geologa, di fatto, è stata costretta a rassegnare le dimissioni da assessore ed è finita ai margini del progetto politico dell’eurodeputato. Non è un caso che proprio Conte stia cercando di riprendere i rapporti con una costola della ex maggioranza adesso confinata sui banchi dell’opposizione. Un segnale chiaro di come si abbia la consapevolezza di essere definitivamente fuori dai giochi. A proposito, non era consigliere comunale e non ha dovuto apporre firme, ma non possiamo dimenticare la parabola di Gelsomino Sirabella: la famiglia ha lavorato per riportare Giosi a Casamicciola e lui si è ritrovato fuori da Marina dalla sera alla mattina, che farà pure rima ma non ha rappresentato certo il massimo della vita per l’avvocato.

E non crediate che dall’altra parte della barricata la storia sia stata tanto diversa. Il caso più emblematico è senza dubbio quello di Nunzia Piro, ritenuta fedelissima da Giovan Battista Castagna. Per mandarlo a casa ci ha rimesso la poltrona da presidente del consiglio comunale ma poi è rimasta “uccisa” dall’urna e alle ultime elezioni amministrative non è stata nemmeno rieletta in consiglio comunale. Anche perché la leggenda narra che l’avvocato nel corso della campagna elettorale si fosse presa troppa “confidenza” con Giosi Ferrandino che evidentemente non aveva la stessa pazienza e capacità di sopportazione del suo predecessore. Insomma, un suicidio perfetto che potrebbe essere tramandato ai posteri. Nuccia Carotenuto, dal canto suo, ha dovuto lasciare la poltrona da consigliere comunale ed ha fatto spazio al fratello Antonio che adesso indossa i galloni da vicesindaco. Attenzione, però, vicesindaco esterno e dunque revocabile e cancellabile dalle “mappe geopolitiche” nello spazio di un amen e se proprio vogliamo dirla tutta pare che il suo indice di gradimenti agli occhi di Giosi Ferrandino sia già arrivato ai minimi termini e forse già oltre. E che dire poi di Giovanni Barile, che in quella famosa notte di giugno divenne più ricercato di un serial killer dai suoi ex compagni d’avventura che volevano farlo recedere dal suo proposito. Oggi non può nemmeno più indossare il suo amato casco ed entrare in municipio con pantaloncini corti ed infradito, insomma gli è stato imposto finanche di curare l’immagine. Per la serie, quando la forma è ancora sostanza. Infine c’è Angela Di Iorio, per la quale tutto sommato è cambiato poco o nulla: l’impressione è che negli ultimi tempi il lavoro abbia preso il sopravvento sulla politica, che se vogliamo è anche un qualcosa di comprensibile e legittimo. E il quadro si chiude qui, con una percezione che nella nostra mente rimane marcata: di certo, qualcuno dei nostri eroi sta rimpiangendo di non aver dimenticato la penna a casa in quella fatidica sera di giugno. Intelligenti pauca…

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Luca

Vabbè ma si sa che Gaetano è legato a Giovanbattista 😉

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Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex