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Rio Corbore, arriva la diffida per i sindaci di Ischia e Barano

Un comitato di cittadini, rappresentato dall’avvocato Mauro Buono, ha indirizzato l’atto ad Enzo Ferrandino e Dionigi Gaudioso. Chiara la richiesta: intervenire in tempi congrui per ripulire il canalone e liberarlo dagli sbocchi fecali evitando così lo sversamento in mare

Una diffida ai sindaci di Ischia e Barano, Enzo Ferrandino e Dionigi Gaudioso, accompagnata da una dura nota indirizzata agli organi di stampa. E’ questa l’iniziativa del comitato che da anni si batte contro lo scempio del Rio Corbore, una cicatrice sull’immagine di Ischia davvero non più tollerabile. Gianni Vuoso, che firma la nota in nome e per conto degli attivisti, esordisce ricordando: “Rio Corbore ancora alla ribalta. La settimana scorsa una pioggia insistente ha provocato lo scarico a mare di un fiume abbondante di liquami e di rifiuti di vario genere, come attesta un video pubblicato dalla stampa locale. Non se ne può più. Per l’ennesima volta, come accade da oltre trent’anni, siamo costretti ad assistere a questa scena avvilente, vergognosa, degna di un paese abbandonato, ma non certo dell’isola più bella del mondo! E’ ora di dire: mò basta! Non è stato sufficiente pubblicare in tanti anni foto, video, articoli, interviste, proteste per porre freno ad una situazione divenuta sempre più inaccettabile. Prima le colpe venivano attribuite ad un’azienda industriale come la lavanderia Pat e dietro il suo nome, molti altri si sono avvicendati per scaricare di tutto. Poi la Pat ha chiuso. Ma lungo Rio Corbore, cioè nel collettore che percorre la parte sotterranea di Via Michele Mazzella, un’importante arteria che unisce il Comune di Barano al Comune di Ischia, sono stati aperti abusivamente sbocchi fecali e di attività artigianali. Pertanto a mare e sulle spiagge del Lido si riversano liquami, rifiuti di ogni genere, olii e nafta”

Il portavoce del comitato Rio Corbore aggiunge: “Dinanzi a questo spettacolo e all’instancabile attività di questo Comitato, che nonostante l’evidenza dei fatti, ha registrato il silenzio colpevole di cittadini e di istituzioni come la stessa Area Marina Protetta, le amministrazioni di Ischia e Barano hanno continuato a sostenere che è necessario realizzare il depuratore sulla collina di san Pietro. Un’opera bloccata per la presenza di reperti di origine paleocristiana, poi per il progetto di un parco e di un albergo privati. Tempi biblici ci aspettano e altri scarichi abbondanti. Il Comitato ritiene che potrebbe essere adottata una soluzione provvisoria per scaricare a mare, a debita distanza dalla costa, come già avviene per lo scarico delle fogne all’altezza di Punta Molino, realizzando pompe e condotte adeguate. Ma non si parla neppure di questa proposta. Dinanzi a questo assordante silenzio delle giunte di Ischia e Barano, il Comitato Rio Corbore, confortato dalla condivisione di associazioni ambientaliste e da cittadini, ha protocollato, in data odierna (ieri per chi legge, ndr), una diffida ai due nuovi sindaci (che sono poi confermati e quindi già a conoscenza del problema) dei Comuni di Ischia e Barano ‘ad intervenire e ripristinare lo status quo ante dell’inquinante ed inquinato canalone di Rio Corbore’. Nella diffida, predisposta dall’avv. Mauro Buono che assiste il Comitato, si chiede di “intervenire in tempi congrui”. Ovviamente, poiché i tempi congrui non sono da intendersi come tempi biblici, il Comitato ha già predisposto apposita querela sottoscritta da un numero più ampio di rappresentanti di associazioni, da lavoratori, imprenditori, operatori di varie categorie, che sarà presentata quando le inadempienze amministrative si protrarranno ulteriormente.

Il Comitato ritiene che potrebbe essere adottata una soluzione provvisoria per scaricare a mare, a debita distanza dalla costa, come già avviene per lo scarico delle fogne all’altezza di Punta Molino, realizzando pompe e condotte adeguate: “Ma non si parla neppure di questa proposta”

Nella diffida, indirizzata a Ferrandino e Gaudioso ed avente ad oggetto “Diffida ad intervenire in tempi congrui per ripulire il canalone Rio Corbore, liberarlo dagli sbocchi fecali, per bloccare la presenza di materiali di ogni tipo destinati ad essere sversati a mare ad Ischia” si legge testualmente quanto segue: “Spett.li Sindaci, i sottoscritti, rappresentanti di diversi Comitati e Associazioni dell’Isola d’Ischia che da diversi anni stanno combattendo per fronteggiare il grave inquinamento dell’ormai famoso canalone “Rio Corbore”, nonostante le continue inadempienze, omissioni, reticenze delle precedenti pubbliche amministrazioni, chiedono alle SS.VV. di poter intervenire in maniera ferma, decisa e nel rispetto dell’ambiente, per salvare sia iI “piccolo fiume” che il mare di Ischia dove lo stesso sversa liquami, detriti e oggetti di qualsiasi tipo.

‘Non staremo qui a ribadire o ad elencare ciò che è diventato fatto notorio, non solo nei comuni di riferimento ma tra le masse popolari di tutta Ischia e nel mondo perfino, grazie alle immagini e ai video che hanno per oggetto quell’inquinamento che è ormai evidente ad occhio nudo e danneggia l’ambiente marino ed i concessionari che si trovano nei pressi del Rio Corbore, tanto che tempo addietro, si chiese un intervento di bonifica del fiumiciattolo e la possibilità di costruire un piccolo depuratore per far fronte ai malanni che in ogni stagione attanagliano il canalone. Per quanto brevemente esposto, stanchi di aver udito negli ultimi lustri solo parole e nessuna azione concreta DIFFIDANO le amministrazioni locali di intervenire immediatamente per ripristinare lo stato dei luoghi esistente prima dello scempio cui è stato sottoposto da anni il Rio Corbore, con i danni evidenti, emergenti, nonché quelli sopportati dalla popolazione ischitana, in particolar modo delle masse di Ischia e Barano, non escluse ovviamente, le ingenti quantità di turisti”.

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Carlo

Ci incarteranno le uova con la diffida.

Beta

La diffida?…per denunciare lo stato di inquinamento dei siti naturali, si può utilizzare lo strumento dell’Esposto al Comune, perché ricevuto l’esposto, il Sindaco deve provvedere ad inoltrarlo all’Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale Campania) che svolgerà apposite indagini ed eventualmente emetterà il necessario divieto di balneazione.
Ma forse si vuole evitare proprio il divieto e così si corre così il rischio che non venga risolto nulla!

Fabio

Beta bisogna aspettare quanto più tempo possibile perché il “campione” dovrà risultare pulitissimo e la colpa vera dato al solito fenomeno. Noi a Ischia abbiamo acque pulitissime e solo colpa dei politici che non sanno, non vogliono o non possono fare fogne adeguate. I nostri politici stano mettendo tutte le speranze ne depuratore di San Pietro, ma leggete i requisiti per la depurazione delle acque in un paese del resto del Italia e ditemi se quello progettato con tanti cervelli va bene?
La scelta del sito ove realizzare un nuovo impianto di depurazione è vincolata alla scelta di una serie di parametri tra i quali:

idonea posizione plano-altimetrico rispetto al sistema/i fognario/i da servire. Si deve preferire il convogliamento delle acque reflue all’impianto per gravità;
dimensioni dell’area destinata alla realizzazione dell’impianto, che dovrà essere sufficiente per tutte le necessità connesse con il funzionamento ottimale dell’impianto stesso;
presenza di un idoneo recapito finale dove convogliare la portata depurata;
presenza di falda freatica e del relativo livello ed escursioni;
presenza di aree soggette a rischio di inondazione;
presenza di preesistenze di carattere archeologico e storico-culturale, e di particolari valenze naturalistiche e paesaggistiche;
idonea distanza dai centri abitati in modo da proteggerli da rumori e odori molesti. Intorno all’impianto, una volta costruito deve essere realizzata una fascia inedificabile di rispetto di larghezza non inferiore a 100 metri;
distanza dai siti per lo smaltimento dei prodotti finali (sabbie, fanghi e ceneri);
idonea distanza dalle opere di adduzione dell’acqua potabile per scongiurare inquinamenti;
aspetti ambientali.

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