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Salute Mentale, il paziente “spaventa” il Rizzoli

di Sara Mattera

LACCO- AMENO. Continuano a creare problemi, le dubbie scelte di spending review intraprese dall’Asl Napoli2 Nord.  Ancora una volta, infatti, a subire le conseguenze dello smantellamento del Centro di Salute Mentale di Ischia sono quanti lavorano nel settore e che- è proprio il caso di dirlo-non sanno più ormai che pesci prendere.  Quello che stiamo per raccontarvi è, infatti, un episodio certamente allarmante che dimostra, ancora una volta, quanto sia di dubbia validità la decisione intrapresa da parte dell’Azienda Sanitaria, nei mesi, di trasformare la Sir Isolana in una Comunità-Alloggio. Tutto è cominciato Venerdì, nella tarda notte, quando una paziente, ospitata in una delle tre residenze psichiatriche dell’isola ha accusato un malore. L’operatore sanitario che, in quel momento, era di turno, ha immediatamente avvertito il 118. I soccorsi, giunti sul posto, verificato lo stato di salute della donna, hanno deciso che era necessario trasportare la paziente all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno per tutte le cure del caso. Ed è proprio a quel punto che sono cominciati i problemi. L’operatore in servizio presso la residenza psichiatrica, infatti, non ha potuto accompagnare la paziente in ospedale, dal momento che la famigerata delibera, firmata dall’Asl Napoli2 Nord, nel Settembre scorso, impedisce agli operatori di allontanarsi, in caso di emergenza per uno dei pazienti, dalla residenza psichiatrica. Difatti, ricordiamo che la trasformazione della Sir in una Comunità-alloggio, implica che vi sia un solo operatore per turno a vigiliare sui pazienti.  E’ chiaro, quindi, che, se uno di questi dovesse sentirsi male, l’operatore è impossibilitato ad allontanarsi dalla struttura, dal momento che non vi è nessun altro che possa vigiliare sugli altri pazienti. Una situazione questa, che, alcune volte, rischia di mettere in difficoltà anche chi lavora in ospedale e, trovandosi di fronte un paziente psichiatrico, potrebbe non riuscire a gestire bene la situazione. Ed è questo quanto è accaduto proprio con la paziente sentitasi male Venerdì notte. Arrivata al Rizzoli, la donna, una delle ospiti della ex  Sir isolana ad essere, tra l’altro, tra quelle meno gestibili e con un quadro clinico psichiatrico maggiormente problematico, ha cominciato ad avere anche delle crisi nervose che hanno messo in seria difficoltà il medico che, in quel momento, era di turno al pronto soccorso. Difficoltà legate proprio anche al fatto che, ad accompagnare la donna, non vi fosse nessun operatore della Comunità-Alloggio che, conoscendo le problematiche della paziente, avrebbe saputo certamente cosa fare. Insomma, prima che si riuscisse a calmare la donna c’è voluto un po’ di tempo. Il medico, forse ignaro delle nuove direttive a cui devono sottostare gli operatori dell’ex Sir, ha, quindi, allertato i carabinieri per denunciare che la paziente era giunta all’ospedale senza essere accompagnata da alcun operatore. I carabinieri, hanno, poi, proceduto a recarsi nella struttura da cui era stata prelevata la donna per chiedere spiegazioni all’operatore di turno. Operatore che, ovviamente, non ha potuto fare altro che spiegare i motivi della sua impossibilità a lasciare la residenza per accompagnare la paziente, dipesi non certamente dalla sua volontà, ma dalle nuove regole imposte dall’Asl a quanti lavorano nel settore della Salute Mentale. Tutto, fortunatamente, si è concluso senza ripercussioni. La paziente che era stata colta da crisi respiratoria, è stata poi dimessa ieri mattina. Sembra proprio, insomma che le dubbie decisioni intraprese dall’Asl abbiano colpito, questa volta, non soltanto chi lavora nel settore psichiatrico, ma anche chi, come il medico del Rizzoli, cercava di dare le cure necessaria alla paziente. A causa dei tagli da parte dell’azienda sanitaria, ormai, è, infatti, sempre più difficile per operatori del settore fare il proprio mestiere. Ed è questo che hanno sottolineato gli stessi operatori della Sir, all’indomani di questa nottata movimentata. “Prima- ci dice un’operatrice- potevamo accompagnare i pazienti all’ospedale quando si sentivano male. E se l’operatore di turno non poteva accompagnarli , le norme prevedevano che vi fosse sempre uno reperibile che potesse farlo. Ora, invece, l’Asl non ci da più l’autorizzazione di allontanarci dalle strutture. Il nostro lavoro è quello di aiutare i pazienti psichiatrici. Ma se a causa di  queste di questi tagli, non riusciamo nemmeno più a sostenere i pazienti in situazioni di emergenza come quella di ieri notte, che senso ha il nostro lavoro?”  Ed in effetti, l’episodio in questione non fa altro che dimostrare, ancora una volta quanto siano stati inadeguati i tagli intrapresi dall ex Commissario dell’Azienda Sanitaria, Angnese Iovino, e quanto, questa nuova organizzazione della Sir  trasformata in una  di comunità- alloggio, nonostante la buona volontà di quanti lavorano nel settore, si stia rivelando sempre più un fallimento.

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