CULTURA & SOCIETA'

San Giovan Giuseppe della Croce e l’amarezza dei suoi devoti cala il sipario su festeggiamenti mai così anomali

Festa ridotta a sole cerimonie religiose con doppia partecipazione del vescovo Lagnese: anche il Patrono paga dazio al Covid-19

DI GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO Fotoreporter

Quella che doveva essere la grande festa maggiore per eccellenza esterna e chiesiale del Borgo antico di Ischia Ponte di quest’anno 2020 in onore del Santo Concittadino San Giovan Giuseppe della Croce, è finita con tutta l’amarezza per gli eventi che non ci sono stati, per l’entusiasmo che non è stato avvertito, per quelle tradizioni tramandate per generazioni fino ai giorni d’oggi tutte saltate.

Ieri, l’atteso e classico lunedì della festa, quello in cui gli ischitani si esaltano e partecipano alla grande, solenne processione delle due storiche statue di San Giovan Giuseppe della Croce e della Madonna di Costantinopoli via mare e via terra, si è tenuta nella chiesa Congrega al fianco del Santuario dello Spirito Santo l’ ultima cerimonia liturgica della Festa di San Giovan Giuseppe della Croce, ridota come abbiamo visto a sola festa di chiesa, con il Parroco Don Carlo Candido instancabile protagonista ed efficace operatore della fede per tutti i giorni del “festeggiamenti” circondato dalla gran massa dei fedeli e devoti del Santo “Cento Pezze” verso il quale fa Fede si è sorprendentemente rafforzata. Vi ha partecipato anche l Vescovo Lagnese celebrando nella Congrega della Confraternita una messa solonne per glorifica la Madonna così come aveva fatto domenica mattina nel corso del suo atteso Pontificale. L’emergenza sanitaria del Covid ha purtroppo ridimensionato un po’ tutto, ma non la fede degli ischitani verso il proprio Santo Concittadino. La Festa di sola chiesa in onore di San Giovan Giuseppe, nonostante tutto per i fedeli, tutto sommato, è stata una esperienza spirituale molto positiva, che ha prodotto vari e nuovi esempi di riflessone, specie sulla vita e gli insegnamenti che ha lasciato San Giovan Giuseppe della Croce. Chi ha letto la sua storia o chi conosce i suoi particolari episodi di vita impreziosita da clamorosi miracoli a Napoli ed a Piedimonte d’Alife dove il nostro San Giovan Giuseppe ha vissuto la maggior parte della sua esistenza monastica, non può non sentirsi coinvolto ed apprezzare la bellezza della fede. La stessa per la quale ha vissuto fino ad avanzata età il nostro Santo Concittadino.

info@ischiamondoblog.com

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