POLITICAPRIMO PIANO

«PERRELLA NON CONOSCE COSA SIA LO “SCUORNO”»

Lacco Ameno e il porto conteso, il sindaco Giacomo Pascale replica alle stilettate di Perrella e lo fa in maniera tranciante: «Assurdo pensare di fare impresa incassando senza sborsare un solo euro». E sulle ipotesi di una possibile conciliazione tra Comune e Marina di Capitello è lapidario: «Mai conosciuto un cappone che si augurasse arrivasse il Natale»

Gli ultimi recenti accadimenti hanno scritto nuove pagine della guerra che si combatte per la gestione dell’approdo turistico di Lacco Ameno. Partiamo, laddove la cosa la possa affascinare, da qualche stilettata arrivata dalla controparte (leggi Giuseppe Perrella) che a proposito di mancati pagamenti ha ipotizzato che tra qualche anno sarà il sindaco di Lacco Ameno a dover fare un bonifico a Marina di Capitello e non viceversa.

«Queste cose si dicono e succedono quando si vive nell’arroganza e nella convinzione più intima di impunità: in quei casi finisce che ci può essere anche qualche battuta di questo tipo. Mi piace pensare che sia da annoverare nell’alveo delle boutade e nulla più. Perché la verità rimane la stessa».

Cioè?

«Che sostanzialmente non cambia nulla. Senza titolo erano e senza titolo sono, morosi erano e morosi restano. Per questo non cambia l’atteggiamento né tantomeno la linea che persegue l’amministrazione comunale. Come ho sempre detto, restiamo portatori di un interesse pubblico e lo perseguiamo: prima o poi l’approdo turistico deve tornare in mano pubblica con la gestione diretta del Comune. E’ inutile che qualche “ciaccianguillo” continui a mettere in giro voci secondo le quali noi vorremmo sottrarre il porto a un privato per affidarlo a un altro privato. Non ci sono atti che vadano in questa direzione e la politica si misura dagli atti, non certo dalle chiacchiere».

Ha più volte voluto rimarcare ai media e all’opinione pubblica che questo non è un braccio di ferro o una contesa tra due diverse anime. Certo è che però il modo in cui si succedono gli eventi induce inevitabilmente a vederla in questa maniera, non trova?

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«Non è assolutamente difficile. Se lei pensa che c’è stata una campagna elettorale accesa, combattuta fino all’ultimo voto e fuori al seggio elettorale c’erano – insieme ai sostenitori della lista avversaria – l’amministratore di Marina di Capitello con i suoi seguaci, il quadro le sarà più chiaro. Dirò di più, al riconteggio delle schede in Prefettura fuori la porta c’era ancora presente Giuseppe Perrella ed allora a quel punto un paio di domande ci si finisce anche col porsele. In primis, qual è l’interesse e da parte di chi? Non solo, appare chiaro che si è voluto rivestire di interesse politico una questione che dovrebbe riguardare un ex concessionario (perché oggi è senza titolo) della prima infrastruttura comunale e l’amministrazione che ha un interesse diverso. Si è voluto connotare la vicenda con un aspetto marcatamente politico, ma credo tutti possano intuire il perché. E poi mi lasci dire una cosa…».

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Prego.

«Io non ricordo a memoria d’uomo un consigliere comunale che abbia difeso con tanta veemenza in una sede istituzionale come quella del consiglio comunale l’interesse di un privato, davvero… mai! (il riferimento è a Domenico De Siano, ndr)».

Sfregi al campo sportivo, area portuale e cuore del paese al buio, accuse alla sua persone di aver pubblicato fake news sui social. Non stiamo andando incontro ad una preoccupante deriva?

«Io sono stato sempre convinto di una cosa semplice. L’amministrazione è fatta di un arco temporale, dopo di che si ritorna dagli elettori per vedere se meriti ancora la fiducia o è giunta l’ora di passare il testimone. Noi abbiamo un programma elettorale: il campo sportivo ne è un punto fondamentale. Quello che sta accadendo a Lacco Ameno è un qualcosa che davvero esula dalla cosiddetta sfera istituzionale, la verità è che si tende ad accelerare lo scontro personale quando di personale non c’è nulla. Io non vengo qua la mattina a vedere cosa fa il prossimo, quanto piuttosto per capire come rientrare in possesso di un bene che appartiene alla comunità e non ultimo delle somme che un privato deve al Comune. Ripeto, la nostra è una rotta già tracciata sulla quale continuiamo a navigare».

Perrella, tra il serio e il faceto, ha anche detto che c’è l’abitudine di usare il Comune come una bisca clandestina e che a lei piace bluffare.

«Mi auguro davvero non abbia pronunciato una frase del genere, perché detto in questo caso proprio da lui non si può commentare. Mi spiego meglio, a parlare è colui che si sta prendendo il latte dalla mucca che però è del Comune e dal veterinario la porta il Comune. Guardi, io credo che fare l’imprenditore incassando solo senza avere rischi, spese e costi non è il massimo della vita. Ritengo ci sia un punto nella vita in cui uno – volendo usare un termine napoletano – dovrebbe anche provare un po’ di “scuorno”».

Negli ultimi giorni sono iniziate anche a circolare voci (in particolare dai legali, che ovviamente in questo contenzioso rivestono un ruolo fondamentale) legate a una possibile conciliazione tra le parti per chiudere definitivamente la partita. Lei come si regolerebbe e comporterebbe dinanzi a uno scenario del genere?

«Prima di risponderle, voglio ricordare che io per mestiere da oltre trent’anni sono mediatore, quindi nessuno meglio di me potrebbe auspicare una soluzione di questo tipo. Però non ci credo, presumo siano frasi di circostanza perché i fatti continuano ad andare in una direzione diametralmente opposta. Qui abbiamo a che fare con gente che continua a denunciare le attività di assessori, di parenti di rappresentanti dell’amministrazione comunale, ogni giorno si alza il tiro sempre più. Ripeto, credo si tratta di una frase di circostanza. E poi mi lasci dire una cosa: con un andazzo del genere, dove si continua a incassare e a non pagare, dove si continua a spremere il “limone” di una comunità intera che sostiene mutui e quant’altro, lei pensa davvero che questa possa essere una strada perseguibile? Io non ho mai conosciuto alla mia età un cappone che si augura che arrivi il Natale».

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