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Scarichi termali, clamoroso: Orlacchio “scagiona” De Siano?

di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Un colpo di scena che francamente ha colto tutti di sorpresa. Ieri mattina, presso la sezione distaccata di Ischia del Tribunale, l’udienza presieduta dal giudice Capuano nell’ambito del processo sullo smaltimento dei rifiuti prodotti dagli alberghi della famiglia De Siano, ha avuto un sussulto imprevisto. Mentre la seduta sembrava scivolare nella consueta serie di domande, alcune già sentite più volte, il magistrato ha fermato la deposizione del direttore dell’hotel San Montano, Maurizio Orlacchio, invitando il teste a nominare un difensore di fiducia per il prosieguo della testimonianza, fissata al prossimo 4 gennaio. In pratica, le dichiarazioni del direttore del San Montano potrebbero, il condizionale è d’obbligo, portare a un mutamento della sua posizione giuridica, cioè da testimone della difesa a possibile indagato.

Quest’ultima evenienza è ovviamente legata alla discrezionalità del giudice, ma in modo non trascurabile anche alle decisioni della difesa del senatore De Siano (oltre che del futuro difensore del direttore d’albergo). Lo snodo fondamentale, che ieri ha provocato l’inatteso stop della deposizione, è il ruolo effettivo rivestito dal direttore Orlacchio e da colui che era il legale rappresentante dell’albergo San Montano srl fino al 30 dicembre 2013, cioè lo stesso senatore Domenico De Siano. Quest’ultimo è accusato dalla Procura di aver smaltito illecitamente rifiuti speciali prodotti dalla struttura alberghiera, proprio in quanto “titolare della gestione” dell’hotel. Lo scorso luglio, il senatore era stato ascoltato in aula: tramite le domande dell’avvocato Rossetti, aveva illustrato il suo ruolo nell’azienda di famiglia, spiegando di aver ricoperto il ruolo di amministratore soltanto nel periodo fra la scomparsa del fratello e i primi mesi del 2013 e di non essersi mai occupato, in concreto, della gestione della struttura. Un ruolo in pratica soltanto formale, deputato alla firma dei documenti, ma senza reali compiti decisionali.

Ieri mattina, il direttore Orlacchio aveva cominciato la sua deposizione confermando sostanzialmente tale assetto, che dal momento della sua assunzione a capo della struttura alberghiera nel 2013 lo aveva visto dirigere l’hotel San Montano. Dopo alcune domande di prammatica, dalle attività amministrative della struttura alle modalità di smaltimento dei rifiuti del centro benessere,  il direttore Orlacchio ha ribadito che la concreta organizzazione operativa, compresa la supervisione del personale, spettava a egli stesso, e che il senatore De Siano di fatto non si occupava degli aspetti pratici che la gestione alberghiera comportava. Una condizione, ha detto Orlacchio, che fu posta alla base della sua accettazione dell’incarico direttivo. Proprio a questo punto il giudice Capuano ha fermato la deposizione invitando il teste a nominare un difensore di fiducia. Un vero fulmine a ciel sereno, che ha fortemente disorientato i difensori della famiglia De Siano, e che apre possibilità finora inusitate per il prosieguo del processo.

Infatti il giudice ha ravvisato nelle dichiarazioni del direttore un’assunzione di fatto delle responsabilità gestionali del San Montano, che nelle successive dichiarazioni lo avrebbero potuto portare anche ad accollarsi eventuali responsabilità in ordine ai reati ambientali finora contestati soltanto ai tre componenti della famiglia di imprenditori lacchesi. L’invito del giudice al teste di nominare un proprio difensore di fiducia è infatti una garanzia per il testimone stesso, giacché le sue dichiarazioni potrebbero trasformarlo in un potenziale indagato. A questo punto si delineano due possibili scenari: la difesa del senatore, sostenuta dall’avvocato Rossetti, potrebbe rinunciare completamente alla testimonianza del direttore Orlacchio, sperando che il giudice non invii gli atti alla Procura. In questo caso l’impianto accusatorio rimarrebbe quello finora conosciuto e, almeno nel caso dell’hotel San Montano, lasciare in piedi l’accusa verso il solo senatore De Siano.

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Se invece il direttore dell’hotel, assistito stavolta da un difensore di fiducia, dovesse continuare nella sua testimonianza assumendosi la responsabilità gestionale nella conduzione dell’albergo, sarebbe quasi certo l’invio degli atti alla Procura e la conseguente iscrizione nel registro degli indagati, come effettivo responsabile del presunto illecito smaltimento dei rifiuti speciali alberghieri. Una situazione alquanto spinosa per coloro che devono condurre la strategia difensiva: si tratta in pratica di capire se sulla “graticola” debba rimanere il senatore De Siano, oppure debba finirci il direttore Orlacchio. Un nodo che in ogni caso sarà sciolto in breve tempo: la prossima udienza, come accennato, è stata fissata d’accordo con le parti per il 4 gennaio. Prima di Orlacchio, sul banco dei testimoni era passato anche Peppino Di Costanzo, imprenditore alberghiero a capo dell’associazione termalisti dell’isola d’Ischia, che ha illustrato le abituali modalità di smaltimento dei teli monouso e i fanghi termali.

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