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Scarichi termali, la difesa: «Assolvete De Siano»

Si è svolta ieri a Ischia l’udienza presieduta dal giudice Capuano che ha segnato la chiusura dell’istruttoria dibattimentale nell’ambito del processo per i presunti reati ambientali contestati ai componenti della famiglia De Siano, titolari degli alberghi San Montano, La Reginella e Villa Svizzera. Come già anticipato ieri su queste colonne, la Procura sulla base di un’articolata requisitoria contenuta in una memoria scritta e depositata lo scorso 16 gennaio, per i tre imputati ha chiesto pene variabili tra nove e i sedici mesi di reclusione più alcune migliaia di euro di ammenda, oltre a complessivi 110mila euro di sanzioni per le due società che controllano gli alberghi di famiglia. Nel dettaglio, per il senatore De Siano è stata chiesta la condanna alla pena di nove mesi di reclusione e di 7.500 euro di ammenda, mentre per la signora Castagna il pubblico ministero ha chiesto un anno e diecimila euro. La pena più alta auspicata dalla Procura è per Michele De Siano: un anno e quattro mesi di reclusione, più 15mila euro di ammenda. Per quanto riguarda gli illeciti amministrativi dipendenti dai reati contestati alle  società cui fanno capo gli alberghi, per la Srl “Albergo San Montano” è stata chiesta l’applicazione di una sanzione pecuniaria pari a 51mila euro, mentre per la Dmf Srl, la richiesta dell’accusa è pari a 60mila euro. In aula erano presenti l’avvocato Cristiano Rossetti, difensore del Senatore, l’avvocato Francesco Benetello per delega dell’avvocato Luigi Tuccillo, legale di fiducia della signora Lucia Castagna e di Michele De Siano (anche ieri presente all’udienza), quest’ultimo difeso anche dall’avvocato Massimo Stilla per delega dell’avvocato Bruno Molinaro.

L’ARRINGA DELL’AVVOCATO ROSSETTI. Soltanto l’avvocato Rossetti ha scelto di precisare le proprie conclusioni nell’udienza di ieri. Il legale del senatore De Siano ha prodotto alcuni formulari riguardanti i rifiuti sanitari smaltiti dalla società Climax nel periodo 2013-2015 per conto delle varie strutture alberghiere protagoniste della vicenda giudiziaria. Il pubblico ministero ha fatto sapere di opporsi al deposito di tali formulari, reputandoli inammissibili. Prima di illustrare le proprie conclusioni, l’avvocato Rossetti ha chiesto l’assoluzione per Domenico De Siano “perché il fatto non sussiste”, o in subordine “per non aver commesso il fatto” o ancora, in via gradata, per la “particolare tenuità del fatto”,  e ha depositato una memoria difensiva. Il penalista ha sottolineato che De Siano rivestì la carica di amministratore al San Montano lungo l’arco di ben pochi mesi, dalla morte del fratello sino alla nomina della madre nello stesso ruolo, avvenuta il 30 dicembre 2013;  ha inoltre ribadito le eccezioni sollevate il primo aprile di un anno fa, quando aveva affermato la nullità degli accertamenti compiuti dalle forze dell’ordine (in questo caso dal N.o.e., il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri) presso i tre alberghi, perché tali attività non erano state precedute dall’avviso agli indagati circa la possibilità di farsi assistere da un difensore di fiducia durante gli accertamenti stessi. Il p.m. aveva infatti chiesto l’acquisizione di una serie di atti, che ad avviso dell’avvocato Rossetti non costituiscono atti irripetibili e che in ogni caso, se davvero si fosse trattato di atti di tale natura, sarebbero stati illegittimamente acquisiti proprio in quanto il pm non aveva avvisato gli indagati della facoltà di poter nominare un difensore che avrebbe potuto partecipare all’esecuzione delle attività di accertamento.

I RIFIUTI SANITARI. In relazione all’accusa dell’illecito smaltimento dei rifiuti sanitari prodotti dal centro benessere, il difensore del Senatore ha affermato che, come emerso dall’istruttoria, i rifiuti di natura farmaceutica furono rinvenuti, peraltro in quantità minima, in un apposito contenitore nell’ufficio del direttore sanitario, circostanza che prova l’assenza dell’illecito contestato. L’estraneità di Domenico De Siano alle accuse sarebbe stata provata anche dalla produzione del contratto con la ditta Climax stipulato nel 2013, quindi prima dei sopralluoghi del Nucleo ecologico, che dimostrerebbe il corretto smaltimento dei rifiuti, oltre alla corrispondente fattura emessa dall’albergo per l’avvenuta operazione, esibita dalla difesa durante l’istruttoria. L’avvocato Rossetti ha poi fatto riferimento ai formulari prodotti ieri stesso, reperiti negli archivi della società, che proverebbero la registrazione delle operazioni di smaltimento. Secondo il penalista, l’accusa non ha prodotto prove di illecite modalità di smaltimento nemmeno in relazione ai fanghi termali, per i quali la documentazione prodotta dalla difesa dimostrerebbe ampiamente il rispetto delle norme vigenti a difesa dell’ambiente. Il difensore ha ricordato la testimonianza di Giuseppe Di Costanzo, che venne a deporre in aula lo scorso 2 dicembre. L’imprenditore, presidente dell’associazione isolana termalismi, affermò che i teli in plastica usati nei centri di fangoterapia, dopo essere stati ripuliti dal fango, possono essere assimilabili ai rifiuti urbani e smaltiti come tali, come disposto da una circolare di Federterme che a sua volta richiama il Dpr. n.254 del 2003, contenente il regolamento recante la disciplina della gestione dei rifiuti sanitari. Una circostanza che escluderebbe qualsiasi reato dalla condotta finita sotto la lente della Procura.

I FANGHI DI SEDIMENTAZIONE. La difesa si è poi focalizzata sulla contestazione dell’illecito smaltimento dei fanghi di sedimentazione, provenienti anche dai pozzetti di decantazione delle acque prodotte all’interno del centro termale, in particolare quelle provenienti dalle docce dove vengono eseguiti i trattamenti di fangoterapia. Secondo l’avvocato Rossetti, l’accusa avrebbe  ipotizzato l’illecito smaltimento dei fanghi di sedimentazione raccolti nelle apposite vasche soltanto perché non sono stati prodotti tutti i formulari attestanti il periodico e regolare smaltimento. Ipotesi che secondo la difesa sarebbe stata ripetutamente smentita dai vari testimoni ascoltati nel processo: l’ingegner Trani, dirigente dell’Evi, aveva confermato nella sua deposizione che non si può parlare di illecito quando il fango viene stoccato nelle apposite vasche. Il legale di fiducia del senatore ha poi fatto riferimento a una contestazione a cui aveva fatto cenno il pubblico ministero, circa le acque reflue provenienti dalle docce: sul punto, Rossetti ha tenuto a ribadire che non risulta che esse dovessero essere sottoposte ad ulteriore trattamento prima dell’immissione nelle pubbliche fogne, non trattandosi certo di reflui industriali; e comunque tale smaltimento è del tutto assente tra i capi d’imputazione.

IL RUOLO DEL SENATORE. In chiusura della sua arringa, il penalista è tornato sul ruolo, eminentemente formale, ricoperto brevemente da Domenico De Siano come amministratore del San Montano nel 2013. L’avvocato ha ricordato le deposizioni dello stesso De Siano nell’udienza dello scorso luglio, e di Maurizio Orlacchio, direttore dell’albergo situato sulla collina di Monte Vico. Entrambi avevano confermato che il senatore di fatto non aveva alcun ruolo decisionale nella conduzione e gestione dell’hotel, anche a causa dei continui impegni richiesti dalle cariche politiche detenute da De Siano. Era dunque Orlacchio a interfacciarsi con la realtà quotidiana dell’albergo, anche nel caso delle operazioni di smaltimento dei rifiuti prodotti dall’attività termale. L’avvocato Rossetti, anche tramite vari riferimenti giurisprudenziali, ha sostenuto che al di là dell’astratta qualifica soggettiva, quello che conta è la concreta condotta posta in essere. Sulla scorta delle articolate argomentazioni, il legale di fiducia del Senatore ha dunque affermato la non imputabilità del suo assistito chiedendone, come detto in apertura, l’assoluzione per non aver commesso il fatto. La richiesta in via ulteriormente gradata di assoluzione per la particolare tenuità del fatto si basa poi proprio sul fatto lo stoccaggio dei fanghi nelle apposite vasche di decantazione non ha recato alcun danno né ha messo in pericolo l’ambiente.  Gli altri componenti del collegio difensivo formuleranno le proprie conclusioni durante la prossima udienza, fissata dal giudice Capuano per il 12 aprile.

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FRANCESCO FERRANDINO

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