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Scuola, la presa d’atto dei sindaci: la riapertura è un miraggio

Le amministrazioni isolane sembrano orientate a differire la ripresa delle attività didattiche nelle aule scolastiche. De Luca: «Probabile un rinvio, priorità alla sicurezza per bambini e famiglie»

Il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha preso tempo. Nonostante il Tar gli abbia dato ragione, riconoscendo la legittimità dell’ordinanza per la graduale riapertura delle scuole a partire dal 24 novembre, il presidente durante l’abituale diretta del venerdì pomeriggio si è mostrato flessibile circa un rinvio. «Manterremo una linea di rigore. È possibile, forse probabile, che non si riaprano le scuole quando abbiamo previsto di aprire. In questo momento abbiamo un’ondata di richieste per non aprire, i genitori sono sinceramente preoccupati. La riapertura per il 24 era una previsione , ma non apriremo nulla se non avremo sicurezza dal punto di vista epidemiologico. Continuiamo con la tutela della vita dei bambini e delle famiglie». La decisione definitiva potrebbe slittare a oggi, se non a lunedì prossimo.

Mentre il presidente della Regione prende tempo, intanto il sindaco di Procida Dino Ambrosino ha già deciso: «Stop alle didattica in presenza fino al 3 dicembre».

Intanto c’è chi ha già deciso, come il Comune di Procida. Ieri pomeriggio il sindaco Ambrosino ha annunciato la sottoscrizione di un’apposita ordinanza con cui è stata decisa la sospensione delle attività in presenza per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria fino al 3 dicembre. Una decisione prudenziale, visti anche i tre casi di contagio da covid-19 che nel mese di ottobre avevano coinvolto la comunità scolastica locale.

Da parte loro, anche i sindaci dell’isola d’Ischia appaiono pronti a procrastinare la riapertura delle scuole, a prescindere dall’orientamento della Regione Campania. Già il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, si era chiaramente espresso in tali termini, come abbiamo tra l’altro riportato ieri su queste colonne, e ora anche i colleghi a capo delle altre amministrazioni mostrano sostanzialmente analogo orientamento, che li vede pronti a varare un provvedimento che vieti la riapertura delle scuole. Il sindaco di Forio, Francesco Del Deo, ha anzi specificato di essersi già attivato per tempo: «Da alcuni giorni abbiamo preparato una bozza di provvedimento in tal senso, ma stiamo attendendo per capire se la Regione intende tornare sui suoi passi.

Stiamo anche pensando al passo successivo, cioè se in vista della riapertura possa essere messa in atto la procedura che renda obbligatorio il tampone per tutti: riteniamo inutili i tamponi eseguiti soltanto su base volontaria, in quanto ciò creerebbe un serio rischio, visto che basterebbe il mancato tampone anche solo per pochissimi soggetti a mettere in pericolo di contagio l’intera popolazione di quel determinato plesso scolastico. Dobbiamo dare certezza alle famiglie: in un momento difficile come questo non possiamo affrontare il problema alla leggera; non va dimenticato che sull’isola abbiamo strutture sanitarie tutto sommato limitate rispetto alle necessità di una pandemia. Finora siamo riusciti a fronteggiare piuttosto bene l’emergenza, ma va assolutamente evitata un’accelerazione del contagio, perché a quel punto il sistema non riuscirebbe più a far fronte».

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I primi cittadini dell’isola d’Ischia attendono una decisione da Palazzo Santa Lucia, ma c’è sostanziale unanimità sul rinvio della riapertura

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Anche Dionigi Gaudioso, sindaco di Barano, guarda alla Regione e dichiara: «Da alcune informazioni in mio possesso, sembra che la Campania sia orientata a non riaprire la didattica in presenza alla scadenza originariamente fissata, quindi è molto probabile che non vi sarà bisogno di un provvedimento da parte dei sindaci. È chiaro che in questo momento il rischio di contagio è molto alto, e non sembra il caso di rischiare di creare ulteriore pressione sull’ospedale: la priorità è puntare a diminuire il numero di contagi e di cittadini ricoverati».

Rosario Caruso, primo cittadino di Serrara Fontana, riflette: « Come sindaco, in questo momento preferirei che si usasse la didattica a distanza: la ritengo più sicura per bambini e ragazzi. Tuttavia, prima di pensare a provvedimenti effettivi, direi comunque di attendere qualche giorno per capire come evolverà l’atteggiamento della regione. Credo che quest’ultima sarà particolarmente prudente, come lo siamo tutti, quindi ritengo sia opportuno attendere almeno questo fine settimana per valutare eventuali ulteriori passi».

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