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L’isola e i mille dubbi sulla ripartenza

Alla vigilia della “fase 2”, l’industria turistica locale si interroga sulle strade da prendere. Tutti attendono il pacchetto di misure da parte del Governo, e gli albergatori sono divisi tra la volontà di riaprire e l’ipotesi di dedicare il 2020 a un ripensamento di strutture e servizi

Mancano pochi giorni all’inizio della controversa “fase 2”, quella che dovrebbe segnare la parziale e progressiva “riapertura” dopo quasi due mesi di isolamento sociale e sospensione di gran parte delle attività produttive. Sull’isola d’Ischia, l’attività produttiva per eccellenza è il settore turistico, con tutto l’indotto collegato. Ma quale ripartenza si potrà immaginare? Di fatto l’intero settore attende le linee guida e le normative che il Governo e il Parlamento indicheranno per questa fase che si annuncia densa di incognite proprio perché del tutto inedita.

Le misure di distanziamento sociale, che presumibilmente in una certa misura continueranno a essere vigenti anche durante la fase 2, sono per loro natura molto difficili da concepire e attuare concretamente nell’industria turistica. E non soltanto in riferimento all’ospitalità nelle strutture ricettive, ma anche a livello di trasporti in tutte le sue declinazioni. Si tratta comunque di un momento cruciale per il destino di un settore sul quale si è basata quasi tutta l’economia isolana dell’ultimo mezzo secolo. Innanzitutto gli albergatori: sono quasi tutti in attesa delle norme che indichino come muoversi e soprattutto quali saranno gli effetti spazi di manovra.

Numerose tra l’altro sono le riunioni dell’associazione di categoria: finora nessuna dichiarazione ufficiale da parte di Federalberghi, ma si fanno strada alcuni orientamenti. L’Hotel della Regina Isabella, come ha dichiarato l’ingegner Carriero, ha intenzione di riaprire, così come il San Montano e gli altri hotel della famiglia De Siano. Stessa cosa per l’Hotel Mezzatorre, il cui staff si è detto fiducioso di riaprire a fine maggio. Tali dichiarazioni di intenti, pur se vincolate a quelle che saranno le linee guida ancora sconosciute, possono essere salutate come un’iniezione di fiducia per l’isola, come un primissimo indizio di ritorno a una difficile normalità. Tuttavia esistono numerose altre strutture che invece potrebbero decidere di rimanere chiuse per l’intera stagione. Alcuni pensano al 2020 come a un anno nel quale procedere a lavori e opere di ristrutturazione generale, magari utilizzando appositi finanziamenti, non solo per adeguarsi alle nuove normative in procinto di essere varate, ma anche per guadagnare una stella in più. In sostanza: un anno di transizione, fermi ai box, prima di ripartire direttamente nel 2021.

Tale orientamento riguarda anche molte grandi e prestigiose catene alberghiere. Il dibattito tra gli imprenditori da questo punto di vista riguarda anche l’eventuale “ospedalizzazione” delle strutture per l’ipotetica accoglienza di turisti nell’attuale stagione: un’eventualità che a molti non piace, perché si teme l’inveterata abitudine italiana a stabilizzare ciò che inizialmente avrebbe dovuto essere una fase transitoria. Le discussioni non mancano anche nell’ambito termale, che rappresenta forse l’anello più debole nell’ottica delle problematiche innescate dal distanziamento sociale. Dunque, il panorama è composito, ma su una cosa in molti concordano: serve un immediato supporto concreto al settore. In una parola: liquidità, e in tempi rapidi, perché il turismo è la parte dell’economia forse più esposta alla crisi che già sta mordendo duro, ma al momento su questo punto tutto tace. In ogni caso alcune proposte di Federalberghi e Federterme sono comunque già sul tavolo del Governo e della Regione.

L’altra faccia della medaglia è quello dei lavoratori del settore. Pare tuttavia che la criticità creata dalla distinzione tra stagionali e non stagionali potrebbe essere presto risolta, e che tutti potranno percepire i 600 euro di bonus. Gli stessi rappresentanti degli albergatori stanno facendo le opportune pressioni a livello governativo per far comprendere che quella divisione formale non aveva ripercussioni a livello sostanziale, né presentava alcun vantaggio per gli imprenditori, data l’effettiva stagionalità di entrambi. Anzi, diversi albergatori stanno anticipando gli importi ad alcuni dipendenti storici, in attesa che il vulnus normativo venga ricomposto. Un problema più serio è quello del lavoro tramite agenzie interinali: ed è questo secondo molti addetti ai lavori il vero punto critico del decreto Cura Italia per i lavoratori. Dunque, occhi puntati sul ministro Franceschini, che nei giorni scorsi aveva annunciato imminenti misure per il settore, a partire da incentivi per le imprese turistiche

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Mario

L unica cosa che deve fare quest isola è : eliminare 5 sindaci inutili e fare dei depuratori !

Beta

Ognuno dovrebbe fare la sua parte…
Il pubblico i depuratori ed un piano epocale antitraffico, il privato invece, limitare all’osso il turismo di massa mordi e fuggi ed il mercato nero degli affitti brevi, entrambi piantarla del tutto con l’abusivismo cementificante del territorio.
Almeno si potrà ricordare anche il lato positivo di questa pandemia!

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