CULTURA & SOCIETA'

“Sede vacante” e totovescovo: e se arrivasse alla nuova guida della chiesa di Ischia Bruno Forte?

Per non perdere i contatti con l’ottimo ex Vescovo di Ischia Lagnese , il neo Vescovo di Caserta nominato anche Amministratore Apostolico della Diocesi isolana fino all’arrivo del nuovo Vescovo che sarebbe il 55esimo della lista. Nomina a sorpresa in loco anche per il parroco di Ischia Ponte Don Carlo Candido che da domani curera anche la Parrocchia dell’Annunziata a Campagnano nelle vesti di Amministratore parrocchiale fino alla nomina del nuovo parroco

Scatta sull’isola d ‘Ischia e negli ambienti diretti della millenaria Diocesi isolana, il totovescovi subito dopo l’inaspettata nomina di Mons. Pietro Lagnese, a nuovo Vescovo della vasta Diocesi di Caserta. Per i continui trasferimenti o abbandoni naturali, la Diocesi di Ischia da vari secoli fino ai nostri giorni, da sede vescovile occupata si trasforma in sede vescovile vacante. Di qui l’attesa della nomina del nuovo vescovo e la collocazione di un reggente provvisorio con funzioni di Amministratore Apostolico.

BRUNO FORTE COL CARDINALE SEPE CON CATTEDRALE A ISCHIA PONTE AI FIUNERALI DEL VESCOVO STROFALDI

La storia si ripete ed ha per protagonisti del tempo corrente la nostra Diocesi ed il suo vescovo che se ne va. Nel senso che per meriti viene trasferito ad altra logicamente più grande ed importante Diocesi. Questo è accaduto con il “nostro” stesso Lagnese, nominato a sorpresa da Papa Francesco, amministratore Apostolico della nostra diocesi, giusto per non perdere i contatti,fino all’arrivo del nuovo Pastore. Descrivere la storia degli Amministratori Aposatolici in ordine progressivo che hanno riguardato la Diocesi dell’isola d’Ischia prima di affrontare l’argomento del Totovescovi già in atto in questi giorni in cui l’interesse per gli sviluppi della vicenda Vescovo nuovo, sede vacante e Amministratore Apostolico, è notevolmente vivo, ci sembra più che opportuno per venire a conoscenza di elementi altrimenti mai appresi. La formula ecclesiale della nomina dell’Amministratore Apostolico temporaneo in sede resasi vacante nella cronotassi dei vescovi dell’ antica Diocesi isolana, fu messa in pratica nel lontano 1402 dopo il fine mandato del Vescovo Nicola Tinti con il Cardinale ischitano poi Papa, Baldassare Cossa che guidò la chiesa di Ischia fino alla presa di possesso del nuovo Vescovo Lorenzo Ricci nel 1419.

BRUNO FORTE RELATORE AD UN CONVEGNO IN CATTEDRALE CON DON CARLO E IL VESCOVO LSAGNESE

Si ricorse anni dopo alla formula dell’Aministratore Apostolico anche nel 1564 dopo il trasferimento alla Diocesi di Assisi del Vescovo Filippo Geri con il Cardinale Inigo D’Avalos come Vescovo Viciniore, essendo Abate Commendatario della vicina Procida oltre che ischitano residente con la sua famiglia, fino all’ ingresso in diocesi del nuovo Vescovo Fabio Polverino nel 1565. Altro Amministratore Apostolico facente funzioni nella Diocesi di Ischia è stato il Can. Giosuè Mazzella vicario capitolare della Cattedrale dopo la morte in Napoli ed ivi sepolto del Vescovo Pasquale Sansone nel 1799 fino alla nomina del nuovo Vescovo Mons. Giuseppe D’Amante nel 1818. Ancora, dopo il Vescovado di Francesco Di Nicola nel 1885 venne la volta di Gennaro Portanova che prima di diventare vescov0 fu amministratore Apostolico e poo vescovo ufficiale della stessa diocesi fino al1988. Per i continui campi di sede, per trasferimenti o per morte del vescovo titolare , la pratica delle nomine degli Amministratori apostolici assunse l’uso della prassi frequente quando la Diocesi di Ischia rimaneva senza vescovo.

IL A ISCHIA PIU’ LUNGO (26 ANNI) DEL VESCOVO ERNESTO DE LAURENTIIS (1929-1955)

Lo fu successivamente anche il Vescovo Giuseppe Candido nel 1901 quando per fu costretto a lasciare la sede episcopale di Ischia sostituito pochi mesi dopo dal nuovo Vescovo Sua Ecc. Mons. Mario Palladino lo stesso che nel 1903 fece erigere sulla banchina del porto d’ Ischia davanti alla reale Chiesa di Portosalvo imponente statua del Redentore e la storica lapide in ricordo della nascita di San Giovan Giuseppe della Croce sulla facciata della casa natale del Santo Concittadino in via Lauigi Mazzella a pochi passi dal piazzale aragonese. Il Vescovado di Mario Palladino duro fino al 1913. Al riguardo c’ è un curioso e storico precedente. Infatti proprio come lo è stato di recente con l’ormai ex nostro Vescovo Pietro Lagnese, anche Mons. Mario Palladino benficiò dell’ identica buona sorte di Lagnese oggi: cioè quella della inaspettata nomina di trasferimento per promozione, dalla Diocesi di Ischia dove vi rimase 12 anni, alla Diocesi più grande ed importante della città di Caserta. Divine coincidenze della storia fra l’isola d’Ischia e l’antica città della Reggia Vanvitelliana. Con la partenza del Vescovo Mario Palladino per la nuova sede vescovile di Caserta la Diocesi di ischia per qualche mese di venne nuovamente sede vacante, era il 1913.

IL PRECEDENTE – PALLADINO MONS. MARIO VESCOVO 1901-1913 D’ISCHIA TRASFERITO DA ISCHIA A CASERTA COME LAGNESE

Temporaneamente fu nominato Amministratore Aspostolico il Canonico della Cattedrale Antonio Venci vicario capitolare e storico autore di una documentata Guida dell’isola d’Ischia, fino a quando nello stesso anno arrivò a Ischia il sostituto del Palladino il nuovo Vescovo Pasquale Ragosta che guidò la Diocesi isolana fino al 1925 in quanto il quell’anno fu trasferito alla Diocesi di Castrllammare di Stabia. Di conseguenza la diocesi di Ischia rimase ancora una volte sede vacante addirittura per quattro anni con un Amministratore apostolico nella persona del vescovo di Pozzuoli Mons. Giuseppe Petrone. Fu in quel tempo che voci insistenti davano per possibile l’annessione di Ischia alla diocesi di Pozzuoli. Ma la diocesi di Ischia, pur subendo la sede vacante per il periodo più lungo della sua storia ( 4 anni), riusci lo stesso a farsi riconoscere sede vescovile autonoma per i sui secolari e prestigiosi trascorsi. Infatti il 20 gennaio del 1929 fu ordinato nuovo vescovo di Ischia Mons. Ernesto De Laurentiis orendendo possesso della diocesi isolana il 3 aprile successivo con l’ingresso solenne in diocesi il 13 aprile di quell’anno del Signore 1929. Vi rimase fino all’anno 1955. Dopo gli anni episcopali con i Vescovi Antonio Cece (1956-1962) e Dino Tomassini (1962-1970) la diocesi di Ischia divenne nuovamente sede vacante con il Cardinale di Napoli Corrado Ursi Amministratore Apostolico fino al 1972. Poi arrivò da Pavia il comboniano Vescovo Diego Parodi con trascorsi damissionario in Brasile.

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IL VESCOVO BRUNO FORTE COL MONS. LAGNESE RELATORE AD UN CONVEGNO IN CATTEDRALE CON DON CARLO ED ERNESTA MAZZELLA

Prese posssesso della Diocesi di Ischia con la provvisoria qualifica di Amministratore Apostolico fino al 1980. Solo in quell’anno gli fu ufficializzato il mandato di vescovo di Ischia che onorò fino alla notte del 9 gennaio 1983 allorquando colpito da malore lasciò la vita terrena. La Diocesi di Ischia torna a sede vacante con la nomina ad amministratore diocesano (nuova formula) del Canonico della Cattedrale di Ischia Ponte Don Vincenzo Scoti che tenne l’incarico fino alla proclamazione del nuovo vescovo che non tardò ad arrivare nella persona di Mons Antonio Pagano già con l’investitura di vescovo e coadiutore del Cardinale di Napoli. Guidò la diocesi di Ischia dal 1983 al 1997 quando si dimise per limiti di età. Gli subentrò quasi subito Mons. Filippo Strofaldi quale nuovo vescovo della diocesi ischitana che fu l’apprezzata guida spirituale di clero e fedeli ischtano fino al 7 luglio 1912. La Diocesi di Ischia è ancora sede vacante diretta da Mons. Giuseppe Regine di Forio nelle vesti di Amministratore Diocesano (nuova formula ripetuta).

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IL VESCOVO STROFALDI AMICO FRATERNO DEL VESCOVO TEOLOGO BRUNO FORTE

L’incarico è mantenuto fino alla presa di possesso della Diocesi di Ischia del nuovo 54° Vescovo isolano Mons. Pietro Lagnese che dopo quasi 8 anni di ottima missione pastorale (11 maggio 2013-19 dicembre 2020) nella Diocesi dell’isola d’Ischia, viene trasferito per promozione alla più vasta Diocesi di Caserta proprio come accadde oltre un secolo fa con il vescovo di Ischa del tempo Sua ecc. Mons. Mario Palladino che dopo 12 anni di vescovo nella nostra isola fu trasferito per meriti alla Diocesi di Caserta. Intanto, oer disposizione di Papa Francesco, lo stesso ormai ex vescovo di Ischia Pietro Lagnese reggerà quale termporaneo Aministratore Aposatolico la Diocesi isolana, divenuta sede vacante, ultima della serie, in attesa della nomina del nuovo vescovo che nell’ordine sarà il 55esimo vesscovo della millenaria Diocesi dell’isola d’Ischia. Come in altre occasioni di questo genere, anche oggi si teme che l’antica Diocesi di Ischia possa essere accorpata a quella di Pozzuoli decretando la fine di una istituzione di sede vescovile la cui nascita risale al lotanissimo anno 1172 col suo primo Vescovo di nome Pietro. La giurisdizione dell’episcopio insulanus si estendeva oltre che sull’intera isola di Ischia , anche sull’isola di Ventotene e i due isolotti vicini di Santo Strefano e Palmarola, stato giuridico che resta in vigore per diversi secoli, fino al 1770 quando quelle isole furono poste sotto la giurisdizione del Vescovo di Gaeta.

MONS. BRUNO FORTE COL CARDINALE SEPE ESCE DALL’EPISCOPIO DI ISCHIA PONTE PER I FUNERSALI DEL VESCOVO STROFALDI

A dire il vero il rischio di non essere più Diocesi autonoma l’abbiamo corso in passato, ma alla fine è uscito il sole ed ogni paura si persa nel vento. Sarà così anche questa volta, perche Ischia Insula è Diocesi millenaria dalle forti tradizioni di fede e con una storia scritta di ben 54 Vescovi i quali nel corso del lungo tempo hanno lasciato segni indelebili nella nostra società devota, cristiana e cattolica- La Chiesa di Ischia fra l’altro, sul vasto territorio vanta 25 parrocchie più una straordinaria in Mar del Plata in Argentina dove vive una numerosa comunià di emigrati ischitani retta da don Miguel Cacciutto di origini baranesi, istituita dal predecessore del Vescovo Lagnese, il defunto Vescovo Filippo Strofaldi nelle tre visite effettuate in Argentina degli anni 2000, 2005 e 2008. Inoltre vanta, in quanto nativi di questa terra, un Papa Baldassarre Cossa (Giovanni XXIII), due cardinali Inigo D’Avalos e Luigi Lavitrano e 12 vescovi con sedi vescovili fuori dell’isola, un santo concittadino San Giovan Giuseppe della Croce e lo sbarco sui suoi lidi del corpèo esanime di una giovane martire africana Restituta proclamata dal popolo che la raccolse Santa per la fede e per la storia, sacerdotidi spessore e giovani seminaristi prossimi all’ordinazione sacerdotale.

MONS. PIETRO LAGNESE

Infime il documento dei documenti, quello cioè della storica visita sull’isola di Papa Giovanni Paolo II il 5 maggio del 2000. Con queste credenziali la millenaria Diocesi dell’ìsola d’Ischia deve poter continuare la sua storia con la chiesa e nella chiesa. Passato anche Lagnese che nella cronotassi dei vescovi è stato il 54esimo presule , ora gli ischitani attendono il 55esimo Vescovo della loro antica e prestigiosa Diocesi. Chi sarà, da dove verrà. Quando arriverà. Gli interrogativi sono pià di uno accompagnati dalla ceretezza che riavremo il nostro nuovo Vescovo. E se venisse dsll’Abruzzo, dalla Diocesi di Chieti-Vasto ? E se fosse Mons. Bruno Forte, il grasnde amico fraterno e di studi terologici del nostro compianto Vescovo dei grandi eventi diocesani Filippo Strofaldi ? Se accadesse Padre Filippo sicuramente farebbe i salti di gioia in Paradiso. Il totovescovi potrebbe fermarsi all’amico di Ischia Bruno Forte.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischismondoblog.com

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Giovanni Di iorio

Non credo sia possibile. Mons Forte ha già 71 anni…sarebbe vescovo di ischia solo per 4 anni dato che a 75 anni devono rassegnare le dimissioni

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