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Serrara Fontana, la minoranza solleva il caso dell’importo Tari

Decine e decine di famiglie costrette a pagare la tassa per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti dal costo decisamente maggiorato rispetto a quanto invece avrebbe dovuto ammontare. Sta facendo molto discutere, in queste ore, su tutto il territorio nazionale, il grave errore di calcolo che sarebbe stato compiute sulla TARI da alcune amministrazioni comunali e che avrebbe fatto così lievitare a dismisura la quota del tributo a discapito della tasche degli sventurati contribuenti. Un bubbone questo, venuto a galla soltanto grazie all’interrogazione parlamentare indirizzata da Giuseppe L’Abbate, deputato del Movimento 5 Stelle, al Ministero dell’Economia dopo aver ricevuto una serie di segnalazioni  da varie città della penisola italiana in merito ad anomalie riscontrate  sugli eccessivi costi della tassa- rifiuti.

L’ERRORE. Le anomalie, nello specifico, avrebbero riguardato il calcolo sulla quota variabile della Tari. La tassa in questione, infatti, comprende una quota fissa ed una quota variabile. La quota fissa dipende da quanto è grande l’immobile di cui si è proprietari, mentre la quota variabile cresce a seconda del numero dei membri di una famiglia. Quota questa, che andrebbe calcolata una sola volta sull’insieme di casa e pertinenze immobiliari – ossi posti auto, cantine, etc- ma che, invece, i Comuni accusati di averla maggiorata, avrebbero applicata tante volte quante sono le pertinenze dell’abitazione. L’esempio portato dall’interrogazione parlamentare è stato quello di un appartamento di 100 metri quadri, munito di un garage di 30 metri e di una cantina di 20 metri. Nel caso in oggetto, il Comune reo dell’errore, avrebbe applicato i 2 euro della quota fissa sui 100 metri e sul 50 % della superficie di garage e cantina e avrebbe poi applicato su ogni singolo cespite catastale 141 euro della quota variabile che è stata così moltiplicata per tre.  Insomma, per farla breve, l’errore di calcolo avrebbe portato a bollette dall’importato doppio rispetto al dovuto e che ora ha fatto scattare decine e decine di ricorsi da parte dei cittadini in diversi Comuni tra cui Milano, Genova, Catanzaro, Cagliari, Ancona e Napoli.

Trema ora anche Ischia dove si teme che medesime “sviste” potrebbero essere state compiute anche dalle amministrazioni isolane e dove, c’è chi, sulla scia di questa vicenda, si è già attivato per avviare le dovute verifiche al fine di fugare ogni possibile dubbio e mettere in pace l’animo dei cittadini, preoccupati di aver subito, senza accorgersene, la medesima truffa. É questo il caso dei Consiglieri dell’opposizione di Serrara-Fontana, Roberto Iacono, Tilde Trofa, Umberto Di Iorio e Palma Iacono che hanno indirizzato nelle scorse ore un’interrogazione al sindaco Rosario Caruso avente ad oggetto la problematica in questione. Un’interrogazione lunga e dettagliata nella quale il giovane avvocato chiede chiarimenti al primo cittadino del Comune montano.

IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE. «Da notizie di stampa dei giorni scorsi – scrivono i Consiglieri- si è appreso che un’interrogazione parlamentare ha svelato un errore nel calcolo della Tari da parte di diversi Comuni Italiani. A causa dei conti inesatti molte famiglie per anni hanno pagato fino al doppio del dovuto. Non è dato sapere, al momento, se vi è compreso anche il Comune di Serrara-Fontana. I contribuenti-vittima si sono trovati una bolletta in cui, oltre alla quota fissa-legata ai metri quadri dell’abitazione- c’è una quota variabile – legata al numero degli abitanti della casa- moltiplicata tante volte quante sono le pertinenze. Ad esempio: chi ha una casa con 125 metri quadrati complessivi, di cui 100 di casa, 15 di garage e 10 di cantina ha pagato la quota variabile non una volta, come avrebbe dovuto essere, ma tre. Il risultato è stata la bolletta quasi raddoppiata. Nello specifico, riportando l’esempio discusso alla Camera, la parte variabile della tariffa relativa ad autorimessa  e cantina va infatti computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze site nello stesso Comune. Pertanto l’importo da versare si otterrà sommando tutte le quote fisse rispettivamente di casa, garage e cantina a cui si aggiungerà una ed una sola volta l’importo della quota variabile. La regola generale, come ha anche chiarito Pier Paolo Barretta, sottosegretario del Ministero dell’Economia, si deduce da un regolamento relativo alla Tares ed applicabile anche alla Tari con riferimento ai fruitori delle utente domestiche. La norma stabilisce che le cantine, le autorimesse o altri simili luoghi di deposito, si considerano utenze domestiche condotte da un occupante, se persona fisica priva nel comune di utenze abitative. In difetto di tale condizione i medesimi luoghi si considerano utenze non domestiche. In parole povere, sulle pertinenze si applica la Tari come se fossero case, se chi le usa non risiede nel Comune. Se è residente, si considerano locali accessori all’appartamento stesso».

COME È STATO CALCOLATO L’IMPORTO DELLA TARI NEL COMUNE DI SERRARA FONTANA? Sulla scia di tali parole, la minoranza ha quindi chiesto al sindaco chiarimenti sul calcolo applicato dall’amministrazione di Serrara-Fontana. «Tenuto conto- ha infatti scritto i Consiglieri– di quanto sopra riportato, si interroga il sindaco affinchè, con risposta scritta, chiarisca se il Comune di Serrara-Fontana ha applicato correttamente il suddetto tributo, anche al fine di tranquillizzare la popolazione su di una tassa già oltremodo onerosa». «Nel contempo – concludono- con la medesima risposta, il sindaco chiarisca se ad oggi il tributo sia stato pagato da tutti i contribuenti e se non da tutti, quanti sono i contribuenti morosi e per quale  importo  sull’ammontare complessivo dei costi negli ultimi cinque anni».

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Sara Mattera

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