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Spostamenti vietati per gli agricoltori, appello ai sindaci

Andrea D’Ambra (Coldiretti Napoli) e Giosuè Trofa (Cooperativa Vignaioli Ischitani) sottolineano ai primi cittadini isolani una grande anomalie di un recente DPCM

Una richiesta che risponde a dei criteri sacrosanti, a cui le autorità competenti dovrebbero dare una risposta. Perché tra le tante limitazioni che circolano in tempo di Coronavirus, questa è davvero la più assurda ed ingiustificabile. Esiste un vulnus e questo va colmato a tutti i costi. Per questo motivo l’enologo ischitano Andrea D’Ambra (nella sua veste di presidente della Coldiretti Napoli) e Giosuè Trofa (presidente della Cooperativa Vignaioli Ischitani), hanno indirizzato una nota ai cinque sindaci dell’isola d’Ischia ed al commissario prefettizio di Lacco Ameno avente ad oggetto “Misure restrittive relative agli spostamenti di cose e persone ai fini del contenimento della pandemia da Covid 19 di cui al Decreto presidente del Consiglio dei Ministri.

Nella missiva i firmatari della stessa chiedono ai primi cittadini “di attivarsi nelle sedi specifiche affinché anche ai semplici conduttori agricoli non appartenenti alle categorie di imprenditori o braccianti agricoli professionali, possa essere consentito lo spostamento in fondi agricoli extra comunali, ai soli fini della continuazione della coltivazione dei propri vigneti ed eventualmente della raccolta di ortaggi presenti, mediante la sottoscrizione di un’autocertificazione attestante il possesso del fascicolo aziendale, il Comune e la zona nonché il tipo di intervento da effettuarsi sul fondo oggetto di accesso. Rimangono in attesa di poter ricevere nelle forme più brevi un riscontro alla presente istanza”. Il problema che sollevano D’Ambra e Trofa è tutt’altro che irrilevante perché appare chiaro a tutti come è assurdo – tanto per fare un esempio – che un contadino che è residente e domiciliato ad Ischia non possa recarsi nella vicina Casamicciola per motivi legati all’oggetto della richiesta oggetto di discussione.

Tra l’altro i firmatari della nota ricordano che “sull’isola d’Ischia la conduzione dei terreni agricoli è affidata nel 95 per cento a persone che non hanno i requisiti di imprenditore agricolo o bracciante agricolo professionale, ma posseggono unicamente un proprio fascicolo aziendale di cui al DM 12 gennaio 2005 al fine di poter rivendere le proprie produzioni orticole e viticole ad aziende trasformatrici/rivenditrici”. Ma D’Ambra e Trofa osservano anche che “attualmente è presente sull’intero territorio dell’isola d’Ischia l’obbligo alla lotta contro la flavescenza dorata presente sui vigneti di uve DOP e IOP e disciplina del decreto regionale n. 510 del 3 dicembre 2012” e ancora “che la viticoltura dell’isola d’Ischia è oggi rappresentata da microproduttori che svolgono un’azione rilevante di salvaguardia del territorio e di contenimento all’azione virotica della flavescenza dorata”.

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Pino Macrì

Una grande notizia! Sacrosanta iniziativa. Una piccola, comprensibile lacuna verrebbe colmata. Permettere ai contadini, ai conduttori agricoli, con tutte le giuste limitazioni (soli, senza assembramenti, esclusivamente operando nei terreni) di continuare a combattere la flavescenza dorata, grave nuova malattia, è una gran cosa per l’isola e la collettività tutta. Mantenere i terreni liberi da infestanti, mantenere sgombre le linee tagliafuoco, combattere le arvicole, curare le viti (pota, trattamenti, pota verde) raccolta di ortaggi (eventualmente utili a più nuclei familiari per emergenze) è una cosa importante e non pericolosa. I contadini, ligi ai giusti divieti, chiedono di poter accedere ai propri terreni, senza soste intermedie, soli, lontano da assembramenti etc. E di poter avere eventuali deroghe dai Sindaci, sempre così attenti alle richieste dei citadini. Con autocertificazione e tipo di intervento da effettuarsi, nel pieno rispetto delle norme per la tutela di tutti. Sarebbe importante intervenire prima che il danno per l’isola divenga irreparabile.

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