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GALLERIA DEGLI ORRORI, BENVENUTI AL MOLO BEVERELLO

Ci sono i militari con fucili spianati, manganelli e anche pistole nelle fondine che pattugliano l’intera zona. Ci sono spesso i carabinieri che passano con frequenza a piedi e in auto. A volte si vede la polizia davanti alle biglietterie. E infine c’è la presenza dei vigilantes privati. Detta così il molo Beverello di Napoli, luogo di transito dei turisti diretti verso le tre isole perle del Golfo (Ischia, Capri e Procida) e in Costiera (sia quella Amalfitana che quella Sorrentina) con gli aliscafi delle varie compagnie di navigazione, dovrebbe essere un luogo sicuro e persino decoroso. E se così fosse saremmo di fronte ad un fatto normale. Solo dei masochisti farebbero del molo Beverello (ovvero del luogo dove arrivano, stazionano per poco tempo e poi transitano migliaia di turisti ogni giorno) un posto in cui degrado, sporcizia, disorganizzazione regnano sovrani. Ma si sa, a Napoli non ci si fa mancare niente. Compito del buon cronista non è quello di scrivere chiacchiere ma mostrare fatti. Nella loro crudezza e anche crudeltà i fatti possono essere ben rappresentati da una serie di foto scattate in queste ore e che vi mostriamo perché sono il succo di questo servizio giornalistico. Foto che sono un po’ la galleria degli orrori del molo Beverello, il peggior biglietto da visita che si possa mostrare ai turisti che arrivano a Napoli e sono diretti sulle isole o in costiera a bordo degli aliscafi. I bagni pubblici sono dei cessi, delle latrine vere e proprie. Quando non sono chiusi perché “out of order” cioè fuori servizio, sono sporchi e non vengono lavati per giorni. La puzza incredibile non ve la possiamo far annusare, ma fidatevi è roba per stomaci d’acciaio. Di tanto in tanto li chiudono i bagni per evitare che diventino posti in cui entrano a “bucarsi” drogati di passaggio o dormitori per clochard. Le sale di aspetto e le aree esterne delle sale di aspetto sono anche peggiori. Carte, cartacce, lenzuola, coperte, buste di plastica, piatti e cianfrusaglie accompagnano i senzatetto che hanno scelto le sale e le aree esterne come loro dimore. Nessuno ha mai trasferito queste persone che vivono in condizioni subumane in ospizi o luoghi di accoglienza. In compenso al molo Beverello, dove le sale di aspetto dovrebbero essere luoghi persino climatizzati, come succede in analoghe realtà, sono chiuse e se aperte al pubblico meglio evitarle per come sono ridotte. Le biglietterie sono l’altro capitolo amaro. La pavimentazione dove i turisti si mettono in fila è scrostata, con buche, avvallamenti e rischi di cadute rovinose. La copertura del tetto che dovrebbe riparare i turisti è una tettoia di fortuna oramai, dove il caldo infernale fa crepare col sole, piove in testa quando c’è pioggia. In tutta l’area ci sono una marea di fioriere. Non ce n’è una, una sola, con dei fiori ed curata. Una vergogna indicibile. I gazebo invece dove i turisti si mettono in fila per poi accedere agli aliscafi, benché realizzati da poco, senza pulizie e senza cure sono destinati a diventare come il molo Beverello: luoghi di degrado. Manca poco.

I turisti che arrivano a Ischia, in particolare stranieri, non fanno altro che spiegare agli albergatori ischitani dove alloggiano le condizioni indecenti del molo Beverello. Escrementi, urina, degrado, sporcizia, sensazione di abbandono, paura, clochard distesi sulle panchine, assenza di una accoglienza decente e punti di assistenza. Poi ci sono le panchine. Facevano talmente pena che le hanno coperte con del legno pochi giorni orsono. Ma è solo un piccolo maquillage. Forse durerà questa estate. Ecco, quando ci chiediamo perché ci sono pochi turisti, perché non ne arrivano di più, domandiamoci anche che cosa facciamo noi per offrirgli una buona accoglienza. Il nostro biglietto da visita è il molo Beverello. Ah, non ci siamo mica dimenticati! Rispetto a tutto quello che avete letto e visto nelle foto, ci sono poi l’altro biglietto da visita: i tassisti. Ma per loro, per i tassisti, è il caso di realizzare un servizio a parte.

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