CULTURA & SOCIETA'

TERREMOTO E FRANA DOVE SONO I PIANI REGIONALI?

ALLUVIONE 2 – Dopo le responsabilità del Comune di Casamicciola, ecco le “manchevolezze” della Regione Campania nel mancato governo del territorio isolano. L’evento del 2009 avrebbe dovuto attivare l’intervento concreto di Vincenzo De Luca come responsabile attuatore dell’assetto idrogeologico dell’Isola d’Ischia. Ma Santa Lucia…luntana dormiva sonni beati.

Il ping-pong da tavolo è lo sport preferito da certo politicume da marciapiede, che quando viene chiamato in causa per fatti connessi alla sicurezza pubblica, non ha il coraggio di assumersi le responsabilità direttamente correlate ad una tragedia che ha spezzato dodici giovanissime vite e mandato in briciole buona parte del Comune di Casamicciola Terme in termini economici e sociali. Personaggi regionali, ampiamente collaudati da decenni nella gestione fallimentare di un territorio attenzionato dal governo e dall’Unione Europea, anche attraverso misure punitive (vedi l’inquinamento dei mari e dell’Ambiente in generale), si rifugiano nella ormai endemica strategia di attribuire colpe e omissioni agli “altri”, anche con carte “false” alla mano e spergiuri che andrebbero valutati una volta per tutte dalla magistratura partenopea!

Una immagine dall’alto della devastazione causata dalla frana a Casamicciola, 27 novembre 2022. ANSA/Ciro Fusco

Questa maledetta storia della frana di Casamicciola del 26 novembre 2022 si ingarbuglia sempre di più a voler trovare il bandolo della matassa che non può essere liquidato semplicisticamente con un “evento naturale non prevedibile” e con le accuse reciproche, Regione-Casamicciola, di non aver eseguito a tempo debito i lavori di messa in sicurezza idrogeologica dell’intero arco collinare del Comune termale. Come per il Sisma del 2017, dove in sette anni la Regione non è stata in grado di adottare il Piano di Assetto per la Ricostruzione, così per il nubifragio del 2022 non esiste nemmeno la parvenza di un Piano di Emergenza, né un Piano di Evacuazione in caso di percolo incombente di frane e precipitazioni torrentizie, definiti nel fattore di rischio dal prof. Giuseppe Luongo come “Resilienza”; cioè una programmazione a breve e medio termine affidata agli esperti che tenga presente fra tanti fattori di vulnerabilità del territorio collinare (aspetto geofisico) anche il perseguimento di una urbanizzazione del territorio finalizzata a limitare i danni di un evento naturale estremo, come, ad esempio, costruire in siti notoriamente ad alta mitigazione sismica e lontani da scoscese, burroni, cave alluvionali pericolosissimi per il verificarsi di frane e valanghe in occasione di nubifragi di una certa intensità.

A tutto questo lavoro emergenziale, che la Regione era in grado di approntare disponendo di esperti e di risorse economiche, vanno aggiunte, naturalmente, tutte quelle opere di carattere idrogeologico di alta “tecnologia”, che Vincenzo De Luca era tenuto ad avviare all’indomani del nubifragio del 2009, di concerto con la Protezione Civile, l’Autorità di Bacino, il Comune di Casamicciola Terme e il Commissario Legnini, “assuntore” del doppio incarico a sisma e frana! Ci fu a questo punto un rimpallo di attribuzioni, di competenze, di “supremazie” fra Enti territoriali contrapposti con il risultato disastroso che la Regione Campania non finalizzò gli interventi ma scaricò tutto sul Comune di Casamicciola sostenendo la tesi che l’Ente Locale era stato convenientemente “foraggiato” per eseguire i lavori idraulici in alta montagna, la pulizia degli alvei e le opere di messa in sicurezza dei bacini idrici esistenti nell’abitato di Casamicciola.

Arriviamo al 2022, con all’attivo modesti interventi di pulizia delle cave, ma i lavori si rivelano insufficienti e tali da promuovere un articolo di “fuoco” del nostro Giornale e tre segnalazioni dell’ing. Giuseppe Conte -di cui abbiamo fatto cenno nella prima puntata di questo Servizio- che certificano, come un atto notarile annunciato, la solita tragedia firmata da un potere dispotico e impunito perché ancora in attività di servizio! Sono gli ingredienti di una storia di morte e di distruzione ampiamente prevista non da personaggi dotati di facoltà divinatorie, ma da cittadini sensibili e responsabili che da anni si battono -su fronti diversi ma convergenti- per affermare un imperativo morale e rispettoso della Legge a cui dovrebbero uniformarsi le condotte di pubblici amministratori eletti dal popolo spesso incautamente e con riprovevole leggerezza. E’ una vicenda che si ripete in modo ossessivo, ritmando analoghi accadimenti: omissioni, abusi di potere, impunità vergognose, connivenze e depistaggi: mistura micidiale che è diventata ormai pane quotidiano degli amministratori comunali, dei loro complici annidati nelle istituzioni dello stato e di quanti tengono bordone ad un potere politico smisurato, antidemocratico e pervasivo della società civile. Basti rileggere le segnalazioni-denunce inviate in quel tragico anno 2022 dall’ing. Giuseppe Conte, funzionario regionale in pensione e per un breve periodo sindaco di Casamicciola, sui mancati interventi di messa in sicurezza della fascia collinare della cittadina termale e l’articolo del nostro giornale a firma di chi scrive, sul nubifragio delle Marche, per avere conferma delle piene responsabilità da attribuire alle autorità municipali completamente inerti sulla politica del territorio e sui mancati adempimenti di prevenzione del rischio idrogeologico e dei lavori a farsi sulle colline di Casamicciola da parte della Regione Campania.

Ecco cosa scriveva Peppino Conte:”…Dopo il luttuoso evento del 2009 e dopo il sisma del 21 agosto 2017 che ha ulteriormente aggravato la fragilità del territorio di Casamicciola Terme, non è seguito alcun intervento efficace di mitigazione del dissesto idrogeologico da parte delle autorità competenti. C’è da tener presente che le diffuse situazioni di pericolo smottamenti e frane danno corpo ad un notevole rischio idrogeologico senza aver preventivamente realizzato un’adeguata e duratura sistemazione idraulica separando dalle strade i canali per garantire il deflusso delle acque e delle colate rapide di fango. L’evento piovoso più consistente (all’erta arancione) annunciato, sommato all’evento sismico, potrebbe determinare anche la messa in crisi dei versanti del monte Epomeo con l’innesco di colate rapide molto più voluminose e pericolose che percorrendo velocemente gli alvei potrebbero mobilizzare le varie migliaia di metri cubi di detriti presenti nei fondo valle. Lo scenario che si prospetterebbe sarebbe simile alla devastazione causata dalle colate di fango dell’ottobre 1910. Quello che è avvenuto nelle Marche ci deve essere di monito.” Un vero e proprio AVVISO DI… GARANZIA che non sortiva gli effetti sperati, per cui l’ing. Conte ritornava alla carica con una seconda segnalazione datata 29 settembre 2022 della massima importanza riguardo ad una paventata alluvione:”Visto l’Avviso Regionale di allerta n. 43/2022 che prevede interessamento idrogeologico diffuso con precipitazioni sparse anche a carattere di rovescio e temporale…atteso che l’intensità dei fenomeni previsti potrebbero avere effetti di criticità locali per la presenza di tombature, restringimenti e occlusioni di canali di deflusso delle acque , considerato che nella notte del 13 febbraio 2021 si verificava presso il vallone La Rita il crollo di uno degli storici stabilimenti termali; atteso che a tutt’oggi i lavori, importo a base di gara per euro 1.063.180,42 per la manutenzione idraulica del vallone di La Rita non risultano essere stati eseguiti; atteso altresì che si sono perse le tracce dei lavori di cui all’Opem n.3849 del 19 febbraio 2010 inerenti gli interventi di mitigazione idrogeologica sugli alvei Senigallia, Negroponte, Fasaniello, Pozzillo, La Rita, Cava del Monaco, si invita la SV (il sindaco Giovan Battista Castagna, ndr) di prendere i dovuti provvedimenti, in qualità di autorità comunale di Protezione Civile….”.

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Ma il colpo di grazia veniva inferto dall’ing. Conte in data 22 novembre 2022. Il “vigilante” AVVISAVA le autorità locali sull’arrivo di un vero e proprio nubifragio previsto dal Servizio della Protezione Civile della Regine Campania a quattro giorni dalla tragica frana del Celario! Si tratta di un allarme in piena regola, di un documento premonitore che -se applicato- poteva salvare 12 persone da una orribile morte. L’ing. Conte scriveva:…Il livello di allerta arancione (per oggi e domani) ha come tipologia un rischio idrogeologico diffuso e idraulico localizzato con scenari di eventi ed effetti sul suolo come instabilità di versante, localmente anche profonda, frane superficiali e colate rapide di detriti e di fango, allagamenti di locali interrati e quelli a pian terreno; innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua, con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe, anche per effetto di criticità locali (tombature, restringimenti, occlusioni, ecc.), occasionali fenomeni franosi e possibili cadute massi per condizioni idrogeologiche particolarmente fragili per la saturazione dei suoli. Tutto ciò evidenziato si invitano le Autorità in indirizzo per le rispettive competenze ad adottare tutte le iniziative necessarie per la sicurezza e la salute delle persone…..Inoltre si sottolinea che tutti gli alvei naturali di Casamicciola Terme, nonostante i fondi stanziati, per l’inerzia della pubblica amministrazione, in un perverso gioco di scaricabarile, non sono stati oggetto di alcun intervento dopo l’alluvione del 2009. C’è quindi, l’eventualità concreta di una nuova alluvione nelle stesse zone, per cui si chiede di porre in essere determinate azioni di protezione della popolazione, che non può essere il semplice avviso di un’allerta meteo”.

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La durissima reprimenda, accompagnata da un allarme “profetico” si materializzavano con la frana del Celario che giungeva NON inaspettata il 26 novembre 2022 dopo un’intera settimana di piogge violente e temporali disastrosi che flagellarono l’intera isola d’Ischia. Anche l’articolo del nostro giornale datato 22 settembre 2022 non andò tanto per il sottile:”Non si sono ancora spente le polemiche nate in seguito all’emissione delle motivazioni della Sentenza del presidente del collegio giudicante Alberto Capuano nel lontano c10 maggio 2019 a carico di sindaci e tecnici del Comune di Casamicciola Terme, ritenuti responsabili per aver omesso la regolare manutenzione degli alvei alluvionali, malgrado i cospicui finanziamentiottenuti dalla Regione Campania in ben due occasioni, che un’analoga catastrofe naturale -sempre provocata dall’incuria dell’uomo- ha investito alcune province marchigiane provocando decine di vittime e miliardi di danni ancora da quantificare. Stesse modalità, stessi accadimenti medesime responsabilità da addebitare alla “politica” territoriale per le omesse manutenzioni dei canaloni alluvionali benchè in presenza di ingenti finanziamenti regionali stanziati a tempo debito per la messa in sicurezza degli alvei torrentizi apportatori di distruzione e di morte. Omissioni conclamate, distrazione di fondi per eseguire opere diverse da quelle finanziate e addirittura totale inerzia nel governo idrogeologico di Casamicciola sono stati il cavallo di battaglia del Gip e dei PM nel condurre in porto un processo al cui centro s’innalzava l’ombra malefica di un omicidio colposo che si sarebbe potuto evitare a condizione di eseguire pertempo i lavori necessari per mettere in sicurezza la fascia collinare di Casamicciola… Un processo che lasciava ben sperare perle accertate responsabilità, si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati e con una condanna risibile per il sindaco Vincenzo D’Ambrosio che si avvalse poi della prescrizione!— Una deriva della società che non tiene più conto del valore della vita umana…”

Di tutta la poco edificante storia -che attende il responso della Magistratura- vi è una “coda” importantissima che va raccontata e che attiene alla montagna di miliardi di vecchie lire divorate da personaggi malfidati nella esecuzione di lavori di pulizia e messa in sicurezza delle località pedemontane di Casamicciola scarsamente vigilati e del trasporto fanghi di cui si è recentemente occupata la Procura della Repubblica e la stampa locale, regionale e nazionale. Alla terza e ultima puntata. (2 – continua)

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