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Scarichi alberghieri, oggi le conclusioni?

Dovrebbe chiudersi stamane la fase dibattimentale del processo riguardante lo smaltimento dei rifiuti termali negli alberghi della famiglia De Siano. Salvo rinvii, lo schieramento difensivo dovrebbe completare oggi la precisazione delle conclusioni, in particolare per quanto riguarda le posizioni di Michele De Siano e della signora Lucia Castagna. Nell’udienza del 9 marzo scorso, toccò all’avvocato Rossetti, legale di fiducia del senatore Domenico De Siano, formulare la propria arringa difensiva, chiedendo l’assoluzione per Domenico De Siano “perché il fatto non sussiste”, o in subordine “per non aver commesso il fatto” o ancora, in via gradata, per la “particolare tenuità del fatto”. Il penalista sottolineò che De Siano rivestì la carica di amministratore al San Montano lungo l’arco di ben pochi mesi, dalla morte del fratello sino alla nomina della madre nello stesso ruolo, avvenuta il 30 dicembre 2013, ribadendo le eccezioni sollevate il primo aprile di un anno fa, quando aveva affermato la nullità degli accertamenti compiuti dalle forze dell’ordine presso i tre alberghi, perché tali attività non erano state precedute dall’avviso agli indagati circa la possibilità di farsi assistere da un difensore di fiducia durante gli accertamenti stessi.

Una difesa che si sviluppò lungo due direttrici, parallelamente alle accuse contestate: in relazione all’accusa dell’illecito smaltimento dei rifiuti sanitari prodotti dal centro benessere, il noto penalista  affermò che i rifiuti di natura farmaceutica furono rinvenuti, peraltro in quantità minima, in un apposito contenitore nell’ufficio del direttore sanitario, circostanza che proverebbe l’assenza dell’illecito contestato. L’estraneità di Domenico De Siano alle accuse sarebbe stata provata anche dalla produzione del contratto con la ditta Climax stipulato nel 2013, quindi prima dei sopralluoghi del Nucleo ecologico, che dimostrerebbe il corretto smaltimento dei rifiuti. Invece,  per quanto riguarda la contestazione dell’illecito smaltimento dei fanghi di sedimentazione, secondo l’avvocato Rossetti l’accusa avrebbe  ipotizzato tale reato soltanto perché non sono stati prodotti tutti i formulari attestanti il periodico e regolare smaltimento. Ipotesi che secondo la difesa sarebbe stata ripetutamente smentita dai vari testimoni ascoltati nel processo: l’ingegner Trani, dirigente dell’Evi, aveva confermato nella sua deposizione che non si può parlare di illecito quando il fango viene stoccato nelle apposite vasche.

La Procura, ricordiamo, ha chiesto pene variabili tra nove e i sedici mesi di reclusione più alcune migliaia di euro di ammenda, oltre a complessivi 110mila euro di sanzioni per le due società che controllano gli alberghi di famiglia. Nel dettaglio, per il senatore De Siano è stata chiesta la condanna alla pena di nove mesi di reclusione e di 7.500 euro di ammenda, mentre per la signora Castagna il pubblico ministero ha chiesto un anno e diecimila euro. La pena più alta auspicata dalla Procura è per Michele De Siano: un anno e quattro mesi di reclusione, più 15mila euro di ammenda. Per quanto riguarda gli illeciti amministrativi dipendenti dai reati contestati alle  società cui fanno capo gli alberghi, per la Srl “Albergo San Montano” è stata chiesta l’applicazione di una sanzione pecuniaria pari a 51mila euro, mentre per la Dmf Srl, la richiesta dell’accusa è pari a 60mila euro.

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