CRONACAPRIMO PIANO

Tra rabbia e accuse, sindaci e avvocati: «Non ci resta che la marcia su Roma»

Ieri mattina l’incontro nella sala consiliare del Comune di Ischia per discutere le iniziative dirette a scongiurare la chiusura del Tribunale locale: pronti a chiedere l’aiuto del Presidente della Regione Vincenzo De Luca

La politica isolana si mobilita per salvare il Tribunale di Ischia. In queste ore i sei sindaci stanno studiando diverse iniziative per un’efficace azione politica a vari livelli, in grado di porre rimedio al mancato inserimento dell’emendamento salva-isole nel decreto Milleproroghe che sta arrivando in Parlamento, circostanza che significherebbe infatti la chiusura del presidio giudiziario di via Michele Mazzella dopo il prossimo 31 dicembre. Ieri mattina, dopo che erano stati apposti alcuni striscioni in piazza Antica Reggia per protestare contro il mancato accoglimento delle istanze isolane, nella sala consiliare del Comune di Ischia avvocati e sindaci hanno tenuto una conferenza stampa in cui sono stati esposti i principali punti programmatici e le linee strategiche, subito messe in pratica compulsando vari canali istituzionali e politici, per evitare che Ischia perda uno dei pilastri fondamentali a servizio della comunità.

Il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino ha sintetizzato la situazione, ribadendo che le amministrazioni locali hanno prontamente raccolto il grido di dolore dell’avvocatura, per quella che si profila come un enorme ingiustizia contro l’intera isola, privandola di un servizio indispensabile e violando il dettato costituzionale a garanzia della continuità territoriale. Il primo cittadino ha rimarcato il paradosso secondo cui altri territori hanno visto garantito il loro diritto alla giustizia, nonostante ambiti territoriali già forniti di vari tribunali e con comunità aventi un numero di abitanti molto modesto rispetto a Ischia. Enzo Ferrandino ha inoltre rivendicato il grande lavoro quotidiano dell’Associazione nazionale dei comuni delle isole minori, presieduta dal sindaco di Forio, un lavoro di alto profilo che rischia di essere vanificato da ciò che giovedì scorso è accaduto nella commissione parlamentare, e che rappresenta un forte campanello d’allarme in quanto dopo la negazione della giustizia, potrebbe essere la volta della sanità, dell’istruzione e dei trasporti. Una richiesta formale è già stata inviata al Ministro Cartabia e agli altri vertici istituzionali, ma è necessario attivarsi con molteplici iniziative per scongiurare tale pericolo.

Enzo Ferrandino: «L’esclusione della proroga configura una violazione dei diritti costituzionalmente garantiti ai danni degli abitanti delle isole, mentre paradossalmente sono state accolte le istanze di piccole comunità appenniniche»

A sua volta il sindaco di Forio Francesco Del Deo, ha confermato che le amministrazioni continueranno a sostenere la battaglia, da condurre insieme all’Assoforense. Il presidente Ancim ha ripercorso i dieci anni trascorsi da quando la legge sulla nuova geografia giudiziaria aveva deciso la soppressione delle sezioni distaccate, le varie proroghe triennali ottenute, fino al recentissimo riconoscimento dell’isola come settantatreesima area interna disagiata, a cui sta già facendo seguito il lavoro per ottenerne il riconoscimento a livello costituzionale. Adesso, secondo Del Deo, non c’è tempo da perdere: è il momento di realizzare un’azione forte, una manifestazione pacifica a Roma già questa settimana, con tutti i sindaci delle isole minori, gli avvocati, le autorità regionali, coinvolgendo la stampa nazionale. Il sindaco di Forio ha assicurato che continuerà a fare pressioni per fissare un incontro col ministro Cartabia, e ha denunciato l’ostilità che si palesa verso le isole, mentre in Abruzzo piccole comunità locali hanno ottenuto il mantenimento dei tribunali. Una ingiustizia che finirebbe per aggravare i disagi degli utenti isolani, soprattutto dei cittadini colpiti da disabilità, e quindi con ulteriori difficoltà per raggiungere la terraferma. In un contesto fortemente colpito dalla crisi economica e sociale aggravata dalla pandemia, non è pensabile pretendere un attivo coinvolgimento dell’intera cittadinanza, ma certamente politici e avvocati sono pronti a manifestare pacificamente a via Arenula nella Capitale. «Restiamo uniti, e non molliamo», ha concluso il presidente Ancim.

Dionigi Gaudioso, primo cittadino di Barano, ha rimarcato il fatto che i sindaci sono intervenuti a supportare gli avvocati in rappresentanza dei cittadini, proprio perché non si tratta di un problema che tocca esclusivamente gli avvocati, ma l’intera popolazione. È quindi giusta e doverosa un’azione sinergica e incisiva. E anche se la regione non ha competenza in materia, andrebbe coinvolto anche il presidente Vincenzo De Luca, la cui voce è spesso ascoltata anche a livello nazionale. Un atteggiamento in linea col sindaco di Serrara Fontana, Irene Iacono: «C’è unità e voglia di combattere insieme. Tra i consiglieri comunali isolani ci sono diversi avvocati. Anche Serrara farà la sua parte».

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Francesco Del Deo: «In settimana organizzeremo una manifestazione pacifica di protesta a Roma in via Arenula con tutti i sindaci delle isole minori, gli avvocati, le autorità regionali, e coinvolgendo la stampa nazionale»

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Da parte sua, il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale ha ribadito che il problema è di natura essenzialmente politica: «Assurdo che un governo che comprende tutte le forze politiche, che si erano dette d’accordo, poi affossi in commissione il provvedimento di proroga». Il tribunale è stato messo in condizione di non funzionare e poi per questo di chiudere. Secondo Pascale il maxi emendamento non appare una strada percorribile tecnicamente, dunque la via da seguire è quella tracciata dal sindaco Del Deo. In definitiva, i sindaci sono pronti ad assumersi le proprie responsabilità e ad agire uniti, come compete a un’isola come Ischia, che resta un territorio fondamentale per la Campania e per l’Italia.

È stato l’avvocato Gianpaolo Buono a prendere la parola per concludere l’incontro nella sala consiliare. Il presidente dell’Assoforense ha puntato con veemenza il dito contro la sostanziale subalternità della politica rispetto ad altri “poteri forti”, che calano provvedimenti dall’alto: una lucida strategia diretta a rendere sempre più difficile il funzionamento del tribunale, e creare ad arte i motivi per sopprimerlo. È ora, ha ribadito l’avvocato, di riconoscere anche a livello politico il grande peso che Ischia rappresenta a livello di prodotto interno lordo nel settore turistico, e dunque va garantito il diritto alla giustizia. Un diritto che dovrebbe essere riconosciuto innanzitutto proprio alle isole, vista la condizione intrinseca di luogo disagiato. «Noi avvocati siamo al fianco dei sindaci, che dovranno indicare la direzione da seguire. Ora dobbiamo sbollire la rabbia e la delusione, e riprendere a lottare. Il vulnus colpisce l’intera comunità. Noi avvocati possiamo pure seguire i processi a Napoli, ma i disagi colpiranno tutti i cittadini».

Gianpaolo Buono: «Quanto accaduto va ascritto alla subalternità della politica rispetto ad alcuni “poteri forti” che calano dall’alto i provvedimenti. Una lucida strategia diretta a rendere impossibile il funzionamento del Tribunale di Ischia e poi a sopprimerlo»

Anche il presidente dell’Assoforense ha fatto l’esempio della geografia giudiziaria abruzzese, e proprio su questo punto ha denunciato la latitanza dei rappresentanti politici a livelli extraisolani. Di qui la necessità di imitare ciò che è avvenuto in Abruzzo, dove le comunità locali hanno fatto scendere in campo il Presidente della Regione: a questo punto coinvolgere il presidente campano Vincenzo De Luca diventa prioritario. Gianpaolo Buono chiamato a raccolta ogni categoria del territorio, per porre in essere nuove iniziative con l’Ancim insieme ai sindaci. «Abbiamo ancora dieci mesi davanti per cercare di salvare il Tribunale». Anche il giornalista Gennaro Savio è stato sulla stessa lunghezza d’onda, con un intervento appassionato: «La perdita del tribunale sarà una disgrazia per tutta la popolazione, una disgrazia che si aggiunge alla crisi economica che ha portato povertà e disoccupazione. Da dieci anni lottiamo per mantenere la sede del tribunale, ma paghiamo lo scotto di un peso politico pari a zero. È il momento di farsi sentire, anche da quei politici extraisolani che chiedono i voti della nostra gente. La manifestazione a Roma deve coinvolgere anche la cittadinanza. Siamo isolani ma non dobbiamo essere isolati». Dopo la conclusione dell’incontro, il primo cittadino Enzo Ferrandino e alcuni avvocati sono stati intervistati da emittenti nazionali televisive. Poi i sindaci si sono riuniti per elaborare una missiva indirizzata al Presidente della Regione Campania, nella quale le amministrazioni chiedono un incontro urgente alla luce della bocciatura in commissione giustizia dell’emendamento che prevedeva la permanenza degli uffici giudiziari sul territorio dell’isola d’Ischia, missiva diretta oltre che a De Luca anche per conoscenza anche all’assessore Fortini. È dunque iniziata la rincorsa per tentare di salvare il presidio giudiziario: la strada è stretta e ripida, i prossimi mesi diranno se gli sforzi avranno possibilità di successo.

Foto Franco Trani

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