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Cassa forense, arriva l’esposto per tagliare i costi di gestione

Un esposto per chiedere l’immediata diminuzione dei costi di gestione della Cassa forense. È questa l’iniziativa partita e promossa dall’avvocato Teofilo Migliaccio, che in questi giorni ha coinvolto anche molti professionisti che esercitano sulla nostra isola. «Il nostro Paese – esordisce l’avvocato Migliaccio – ha troppi debiti e la crisi economica/finanziaria non è finita. Di qualsiasi libera professione si parli, i termini più comuni sono inchiodati ad un mercato che appare immobile e privo di risorse propulsive per il prossimo futuro. La professione forense non fa eccezione, ovviamente. Distrutta tra l’altro da attuali ed assurde politiche persecutorie e di austerità. A tutto questo si aggiunge la Cassa Forense con consuntivi dell’ultimo biennio che parlano di oltre tre milioni di euro di gestione totale della “macchina operativa” (gettoni, indennità, rimborsi spese, oneri sociali)».

«Tale impatto su “comune Avvocato” – prosegue il professionista – si sostanzia con le seguenti modalità: vincolo di bilancio “soggettivo” dell’Avvocato “medio” italiano non calcolabile e pareggio di bilancio inesistente. Infatti, facendo due conti, da un reddito medio di 25.000 euro annui la Professione “costa” tanto. L’avvocato paga le tasse, il proprio studio ed eventuali dipendenti ne poi anche la Cassa forense, “la cui iscrizione obbligatoria è illegittima – Sent. 7353/2016 Tar del Lazio”. Paga circa 200.000 euro annui per supportare le “cariche ricoperte da colleghi che contano”, ne paga le presenze operative e relativi rimborsi spese. Insomma, un “ulteriore” onere annuale che certamente non può non gravare in termini micro e macroeconomici sugli sviluppi della professione. Le “giovani leve” devono svendere il loro lavoro di “new entry” nell’attività. Chi è già dentro, da anni, vede diminuire sempre più il proprio “status” professionale, ulteriormente depauperato da procedure “fai da te” in mano ai cittadini».

«L’attuale normativa della Cassa Forense – spiega l’avvocato Migliaccio – viola gli artt. 2, 4, 33, 41 e 53 della Costituzione. Tanto esposto”, l’avvocato Teofilo Migliaccio «invita i colleghi che ricoprono i ruoli di rappresentanza della stessa: a ridurre dell’80% i costi di gestione totale della “macchina operativa” (gettoni, indennità, rimborsi spese, oneri sociali) in quanto, ad oggi, non più sostenibili; a sostituire o modificare l’attuale metodo di versamento dei contributi – che oggi prevede un ingiusto “minimo” versamento obbligatorio anche senza aver percepito alcuna remunerazione – con quello proporzionato alla dichiarazione dei redditi da lavoro e quindi al reale ed effettivo guadagno/incasso. In caso di mancato riscontro – chiosa Teofilo Migliaccio – mi riservo di adire le autorità amministrative e giurisdizionali competenti per la tutela del mio lavoro e dei miei diritti ed interessi».

Quanto costa mantenere la macchina operativa?

Vediamo ora nel dettaglio quanto denaro è necessario per mantenere in piedi la “macchina operativa” della Cassa forense (nella tabella in alto sono indicati i compensi degli organi amministrativi e di controllo).

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Le consulenze legali e notarili – L’importo di euro 1.131.643,30 può essere così scomposto: consulenze legali e notarili Euro 810.425,31; rimborso di spese legali a seguito contenzioso sfavorevole Euro 321.217,99. Le consulenze “notarili” sono state di circa Euro 20.000,00, ed hanno riguardato oltre alla vidimazione dei libri obbligatori anche le spese inerenti l’acquisto delle quote di Banca Italia.

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Le consulenze amministrative e tecniche – Le principali voci di spesa che hanno movimentato la voce di costo nell’esercizio 2015 con la relativa incidenza percentuale sono le seguenti: 21% circa per consulenze in materia immobiliare (direzione lavori per interventi di manutenzione ordinaria, pratiche per ottenimento dei certificati per la protezione incendi, variazioni catastali e svincolo pratiche di rimborso danni appartamenti); 24% circa per il compenso inerente il ruolo di Internal Auditing; 12% circa per consulenza in materia previdenziale e varia con particolare riferimento alla stesura del bilancio tecnico attuariale al 31.12.2013 (circa Euro 43.500,00) e alla gestione del piano welfare dipendenti (circa Euro 19.700,00); 12% circa per consulenze nell’area mobiliare relative al supporto al processo di investimento dell’Ente, controllo del rischio ex post e aggiornamento modello ALM; 9% circa per consulenze di natura informatica legate all’assistenza software e hardware; 4% circa per gli incarichi legati all’Organo di Vigilanza ex Dlgs. 231/01; 9% circa per la certificazione del bilancio consuntivo.

Le altre consulenze – Le “altre consulenze”, pari a Euro 330.555,24, si riferiscono per il 99% agli accertamenti sanitari agli iscritti effettuati nell’anno finalizzati alla verifica dei requisiti per l’ottenimento delle pensioni di inabilità o di invalidità e per il riconoscimento dello stato di infortunio o malattia ai fini dell’assistenza indennitaria prevista dall’art. 10 comma 1 lettera b) del Regolamento dell’assistenza vigente nell’esercizio 2015; si ricorda che il nuovo Regolamento per l’Assistenza è stato approvato dai Ministeri Vigilanti con nota 14325 il 25 settembre 2015. A titolo informativo si segnala che la voce in analisi registra anche i costi per gli accertamenti sanitari eventualmente richiesti dal giudice in fase processuale e per quelli propedeutici ai rimborsi della polizza sanitaria. (fonte: www.cassaforense.it)

 

Francesco Castaldi

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