CRONACA

“Trappola” in zona rossa, si demolisce un’abitazione

Avviata ieri l’opera di demolizione di un immobile a rischio crollo tra via D’Aloisio e via Serrato. Domenica mattina i sopralluoghi in località La Rita

Sono stati giorni intensi sul fronte della prevenzione del rischio idrogeologico a Casamicciola. L’attenzione alla sicurezza nella zona del paese più colpita dal sisma non si è limitata alla problematica degli alvei. Infatti, ieri mattina sono iniziate alcune operazioni proprio in via D’Aloisio, l’arteria principale che attraversa la cosiddetta zona rossa. Un fabbricato fortemente lesionato dal sisma minacciava di crollare definitivamente, proprio all’angolo tra via D’Aloisio e via Serrato, laddove in una delle case crollate si visse una notte di ansia e tensione per il salvataggio dei tre bambini rimasti sotto le macerie nelle ore immediatamente seguenti il sisma del 21 agosto 2017. Proprio allo scopo di prevenire il crollo e mettere in sicurezza le due strade, è cominciata l’opera di demolizione dell’edificio pericolante dopo i necessari rilievi eseguiti dai tecnici del comune. Inoltre, come si ricorderà, sabato mattina in località La Rita si era verificato il crollo di un’altra porzione dell’Hotel Santa Rita, già inagibile dal giorno del terremoto verificatosi il 21 agosto 2017.

Durante la prima parte della giornata festiva si è svolto un accurato sopralluogo sul posto, con il sindaco Castagna e i componenti dell’Ufficio tecnico insieme agli uomini del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, che opera in accordo con la Protezione Civile. Il sopralluogo ha accertato che l’alveo sottostante alle varie strutture termali che sorgono nella zona è stato ostruito dal recente crollo, come aveva ipotizzato l’Ufficio tecnico casamicciolese. La località è infatti attraversata da un alveo tombato, collegato a Cava Cuccufriddu. L’ostruzione è un potenziale altissimo pericolo, di qui la necessità di intervento immediato, anche se si dovrà poi decidere delle antiche strutture termali del luogo, tutte con legittimità edilizia, e che ai piani inferiori ospitavano pozzi di acqua termale a temperatura massima di 90 gradi. In particolare, si tratta di quattro strutture, una delle quali quasi completamente distrutta durante il sisma, a cui si aggiunge l’hotel vittima dell’ulteriore crollo di sabato scorso, mentre altre due strutture sono rimaste ancora in piedi.

L’intervento nell’alveo richiede speciali mezzi e competenze per ridurre il rischio idrogeologico. Inoltre è stato rilevato un ulteriore pericolo nell’alveo denominato Cava del Monaco, che origina sul territorio lacchese della località Fango e arriva sul territorio casamicciolese: in tale alveo sono stati rilevati alcuni massi che rallentano il deflusso delle acque, ma il rischio è che essi si accumulino concentrandosi in un punto, ostruendo completamente il canale. Dopo il sopralluogo si è svolto un tavolo tecnico le cui risultanze finali le leggete in maniera più ampia e dettagliata in altra parte del giornale, dove viene illustrato il contenuto della relazione redatta dopo la riunione.

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