CRONACAPRIMO PIANO

Truffa, altri nove indagati nel caso del consorzio ischitano SGAI

Non si arresta l’onda lunga delle truffe da Superbonus, buoni su 110 è ristrutturazioni, nei giorni delle nuove inchieste e dei giri milionari sui falsi finanziamenti la Procura salva le vittime del consorzio ischitano Sgai dai guai col Fisco

Mentre imperversa la bufera  “Capisci ammè” che ha portato alla luce una maxi frode in materia di bonus edilizi che ha  visto coinvolto il commercialista coinvolto è Enrico Maria Giuffrida, 55 anni, finito in cella con il fiscalista albanese Robert Arapi e dei costruttori Eduard Sinani e DashnorLushnjari. Ai domiciliari altri tre campani: Ciro Ioviero, Vincenzo Polverino e Salvatore Brusco.La Procura di Napoli lancia una salvagente ai truffati dal Consorzio“ischitano”Sgai.Stando a quanto ci è dato apprendere, il gip della Procura di Napoli, Giovanna Ceppaluni, accogliendo la richiesta dei sostituti procuratori Maria Cristina Ribera e Daniela Varone, che conducono le indagini sul consorzio, ha archiviato il reato di truffa. Un buona notizia, anche se restano le altre imputazioni di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, frode fiscale e false fatturazioni – stralciando 1.296 parti offese.Non c’è stato alcun pagamento, e per questo il Gip e i pm hanno ritenuto non esserci la truffa ai danni del privato, solo a danno dello Stato e degli istituti quali banche o società che hanno monetizzato i crediti fasulli.Di fatto secondo questa interpretazione dei giudici chi ha affidato i lavori con il Superbonus a Sgai non è stato truffato, sebbene non abbia usufruito del beneficio fiscale e non sia riuscito a portare a termine i lavori. Insomma quasi una beffa che da un lato chiude la porta del procedimento penale(per ottenere un risarcimento ci resta quella civilistica), ma apre al blocco di possibili rivendicazioni da arte dell’Agenzia delle Entrate.Nemmeno le false fatture inserite nei cassetti fiscali poi svuotati, o la mancata esecuzione dei lavori promessi per le ristrutturazioni edilizie sono stati ritenuti sufficienti dalla Procura di Napoli a far valere la truffa. Insomma un provvedimento che soddisfa a metà i privati che si erano affidati a consorzio Sgai per beneficiare dei Superbonus e che di fatto, proprio per “colpa”di Sgainon hanno potuto usufruirne.Come si legge nel decreto di archiviazioni, avendo ottenuto di non essere soggetti alle sanzioni da parte del FiscoFa si che l’archiviazione sia una buona notizia per i 1.296 truffati.Infatti secondo i giudici:“Ignari delle procedure attivati dal consorzio non possono essere considerati concorrenti nel reato, atteso che il profitto era direttamente conseguito dal cedente dei crediti, e cioè dal Consorzio stesso. Neppure agli stessi può essere attribuita la veste di persone offese, considerato che il danno derivante dalla frode era sopportato direttamente dai concessionari, oppure, tramite loro, dallo Stato in sede di rimborsi”.Infine lo stop all’Agenzia delle Entrate. Il Pubblico ministero ha segnalato la circolare con cui l’Agenzia delle Entrate che espressamente ha ipotizzato l’ipotesi in cui venga richiesto un “rimborso all’insaputa del contribuente, prevedendo che a seguito di denuncia, non si verifichino effetti pregiudizievoli per il soggetto laddove la segnalazione risulti fondata”.Da qui scrive il tribunale napoletano:”Né potrebbe ipotizzarsi un danno derivante dall’azione nei loro confronti dell’Agenzia delle Entrate in relazione alle false fatture confluite nei rispetti cassetti fiscali”.Nel merito la Procura di Ferrara che pure lavora sulla vicenda in salsa ischitana, l’unica, con Fermo (che ha prorogato le indagini), non ha unificato con Napoli i propri procedimenti a carico del Consorzio Sgai. 

La procura indaga su altri nove soggetti

L’inchiesta in ogni caso si allarga iscrivendo tra gli indagati altri nove soggetti. Un anno di lavoro da parte della Procura e della Guardia di Finanza partenopee ha fatto si che il numero degli indagati salisse a 28, nove in più rispetto all’avvio dell’indagine. E tra questi è stato inserito anche un altro trevigiano, Riccardo Feltrin. Con la sua Yes110, con sede in via Montello, avrebbe procacciato alcuni degli “affari” per conto di Sgai e compare in molte delle denunce presentata nella Marca. Una posizione secondaria la sua rispetto a quella dell’ischitano di Sgai, Roberto Galloro, amministratore del consorzio, e considerato la mente della maxi truffa con il Superbonus. A finire tra gli indagati anche Antonio Muro, amministratore subentrato a Galloro, che si è sempre detto estraneo ai fatti, avvenuti prima che l’avvocato napoletano ne prendesse il comando. Gli altri nomi aggiunti al registro degli indagati sono Gabriele Cocchetto, Antonio Saturno, Mauro Macchiarella, Sabino Canto, Federico Frenna, Luciano Di Costanzo, Antonello De Lorenzo e Ugo Moscariello.

Nel mentre sono iscritti nel registro degli indagati altri nove soggetti. Per gip e pm chi ha denunciato non potrà essere sanzionato. Nel fascicolo nuovi nomi. Archiviata la truffa semplice

Ora non resta che comprendere se anche Sgai (che ha subito un sequestro da 109 milioni ndr) andrà in liquidazione giudiziale. In quel caso i privati cittadini per essere risarciti si dovranno insinuare come creditori.

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La matrice Ischitana del consorzio SGAI 

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Oltre alla mente ischitana, Roberto Galloro,  nel CdA del consorzio accusato di aver truffato lo stato per 95 milioni di euro con i fondi dei bonus edilizi in tutta Italia c’è un noto politico di Forio ( per questioni elettorali omettiamo il nome ). E’ stato membro del consiglio di amministrazione del Consorzio di Roberto Galloro dalla data del 3 febbraio 2021. Lo è ancora nella data del 12 febbraio 2021 e ancora al 17 gennaio 2022.Senza volte troppo andare nei dettagli che può essere scocciante, basta evidenziare che nell’ordinanza mossa contro Galloro ci sono 1296 fatture contestate alla data del 30 ottobre 2021. L’uomo non è indagato. 

Il caso

Il consorzio “ischitano” Sgai, già nell’occhio del ciclone per svariate denunce anche nelle Marche per lavori di ristrutturazione, mai partiti, con l’utilizzo del Superbonus del 110%, è finito al centro di una maxi inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Aosta e condotta dalla Guardia di Finanza. Nel novembre scorso a finire in manette era stato il presidente del Consorzio, il 48enne Roberto Galloro. L’imprenditore residente ad Ischia in Via Michele Mazzella, aveva espanso lungo tutto lo stivale i suoi affari sino a giungere all’acquisto della squadra di calcio del Pro Patria. A Novembre 2021 le prime mosse di una indagine che si è allargata a macchia d’olio.Quella che viene ritenuta dagli inquirenti un’imponente frode e sulla quale si indaga ancora. Le accuse muovono nei confronti del suddetto consorzio Sgai e nei confronti di persone che sarebbero, a vario titolo, coinvolti nella beffa per i lavori di ristrutturazione previsti nel cosiddetto «Decreto Rilancio», alla fine, risultati realizzati solo sulla carta. Una villa ad Ischia era già stata sequestra nella coda del 2021.Le persone indagate si muovono ed operano sui territori della Campania tra Napoli e provincia, isole incluse e dove il consorzio ha una delle sedi in viale Gramsci 5. Indagati risultano così alcuni componenti del consiglio di amministrazione, i cessionari finali dei crediti, gli intermediari e anche i tecnici accusati di avere rilasciato i visti di conformità per interventi di ristrutturazione “fantasma”.

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