CRONACAPRIMO PIANO

Sei mesi di dolore infinito

Il 26 novembre 2022 la frana che sconvolse Casamicciola causando morti e distruzione. A distanza di 180 giorni, e con 12 vite umane strappate, si contano ancora 291 persone sfollate. E, soprattutto, sono ancora visibili tante, troppe “cicatrici” della furia devastatrice di madre natura

Le montagne di terra smossa, i rigurgiti di tronchi e radici, gli ammassi di case, auto, suppellettili, testamenti di vite vissute, in attesa che qualcuno trovi le competenze, le risorse ed il metodo per portarli via, sono ancora accatastati sulla strada della morte, lungo i canali e gli alvei. Al Celario, alla Pera di Basso a La Rita, sopra e sotto Casamicciola Terme, il centro de Cratere di Ischia, l’alluvione non è un lontano ricordo ma un incubo senza fine.

E’ la storia di 291 sfollati, intrappolati da una doppia tragedia, il terremoto e la frana che ha bloccato ogni prospettiva, che sopra ogni cosa ha ucciso, ferito a morte il paese. Da sei mesi (nella giornata di oggi ci siamo messi alle spalle il quinto mese della tragedia) queste zone sono un Camposanto a cielo aperto, dove gli enti attuatori, gli operai che dovevano salvare il paese dalla devastante frana non lavorano quasi più e, dove, la gente si sposta, portandosi da una maceria all’altra inattesa di risposte, di un domani che non arriva mai. Fanno capolino persino i turisti, i visitatori occasionali nei week end c’è al folla sui luoghi del disastro. Poi il nulla nei fatti di chi aveva promesso di “risolvere il problema” e non l’ha fatto. Un chilometro e mezzo forse due di cammino, tra sentieri, strade ben asfaltate e scalini per vedere quel che resta di un paese che non c’è più per la gente, ma che resta terreno fertile di potere, un cantiere aperto senza operai, e centinai di custodi. Una ferita che non rimargina e che dopo sei mesi ci lascia una unica tragica certezza. Quella maledetta notte di sei mesi fa perdevano la loro giovane vita: Scotto di Minico Giovan Giuseppe, Monti Mariateresa, Monti Michele, Monti Francesco, Monti Gianluca, Castagna Valentina, Blagova Nikolinka Gancheva, Scotto di Minico Maurizio, Mazzella Giovanna, Sirabella Eleonora, Impagliazzo Salvatore, Arcamone Mariateresa.

Un intero versante del monte Epomeo sopra Piazza Bagni ed il Majo ha ceduto, travolto dalla furia dell’acqua, trascinando fango e detriti e lasciando morti lungo il suo nefasto percorso, segni indelebili sul terreno. Il nefasto passeggio della valanga di fango verso il paese e poi giù fino al mare non ha risparmiato nessuno. “In questi mesi poco o nulla è stato fatto. Tante promesse mancate, pochissime certezze, ormai siamo rassegnato –  ricorda Giuseppe –  Ci siamo arrangiati ma non ne possiamo più, in sei anni abbiamo perso due volte la nostra attività, oggi perdiamo anche la casa, in questo paese e con una famiglia da mandare avanti, non si può più aspettare i vedremo ed i faremo. Da settimane, mesi è tutto fermo. Sono passati sei mesi e siamo ancora in piena emergenza. Ci sentiamo abbandonati”. E tra sei mesi sarà ancora pieno inverno.Un ritorno alla normalità che sembra ancora lontano. Dallo Stato, dalla Regione sono stati stanziati i primi finanziamenti cifre iperboliche per le somme urgenze, ma l’andazzo è il solito e vedere nei fatti il lavoro svolto fa dubitare delle capacità degli incaricati e nell’effettiva capacità di incidere e risolvere delle aziende che hanno ottenuto le commesse dopo la prima emergenza. Molte si sono presentate sulla catastrofe di Ischia senza neppure avere in dotazione le motoseghe o uno “zappone”, altre hanno portato trivelle datate si potrebbe dire tra il 1015 e il 1918, trivelle ferme per guasti tecnici, da oltre un mese nei canali che avrebbero dovuto ripulire e mettere in sicurezza dopo la frana. Il Consiglio dei ministri riunitosi il 9 Febbraio a Palazzo Chigi ha deliberato «l’ulteriore stanziamento di euro 54.200.000 per la realizzazione degli interventi in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nel territorio dell’isola di Ischia a partire dal giorno 26 novembre 2022». Il 28 Novembre la Regione aveva stanziato 4 milioni di euro per far fronte alle più immediate esigenze relative alla frana di Ischia.

Poche ore prima nel Consiglio dei Ministri il Governo aveva stanziato 2 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali per l’attuazione dei primi interventi urgenti, di soccorso e assistenza alla popolazione e di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche dell’isola di Ischia. Nella parte inferiore della frana è stato risistemato li dove l’occhio batte, dove “passa la suocera”, recita un vecchio detto casamicciolese ed il commento è più che calzante per descrivere il decoro urbano, i giardinetti, le fioriere e la nuova illuminazione dei centri in basso. Ma la sicurezza, il contrasto agli effetti della valanga di novembre sono altra cosa e ad oggi si stenta a vedere concretezza, anzi. Dopo gli annunci si attende di capire quando dovrebbero partire per davvero i lavori per sistemare la parte a monte e recuperare, quando chi lo sa, almeno parte della viabilità consentire il rientro a casa degli sfollati. Il medico studia:Dagli ultimi controlli dei geologi il terreno è ancora fragile? C’è solo terra in movimento ? LA terra è stata smossa con el è somme urgenze o cosa? Tanti i dubbi, tante le legittime perplessità! Ma all’appello mancano risorse, mancano i progetti, mancano le iniziative solo soluzione temporanee.

E mentre numeri e progetti per ora restano negli intenti, neppure sulla carta, nel Cratere di Ischia, sei anni dopo ancora più di 1000 sfollati del terremoto 2017 a cui si aggiungono 291 sfollati dell’alluvione 2022.La ricostruzione è un miraggio per molti, l’ingranaggio delle procedure muove a rilento, l’emergenza abitativa è un dato di fatto soprattutto per Casamicciola Terme. Da quando è cominciata la stagione turistica, da Pasqua in particolare (dopo le elezioni comunali di Casamicciola e Forio) si sono registrati innumerevoli problemi per l’assistenza alberghiera, molti hotel nonostante gli impegni presi da Federalberghi per un anno, hanno inteso ritornare a fare turismo a partire da questa Pasqua 2023, quindi rendendo necessario trovare nuovi spazi o riorganizzare la localizzazione degli sfollati in quelle strutture che intendono lavorare solo con gli alluvionati 2022, a conferma degli impegni presi a 12 mesi con la dichiarazione dello Stato di Emergenza in ordine al supporto per le popolazioni che verrano assistite in alberghi disponibili a sopperire la crisi abitativa conseguente la sciagura. I morti e un futuro amaro sono le uniche certezze in un paese dove persino il sogno di sovvertire il toponimo di disastro e di devastazione è morto come la speranza come i figli di Casamicciola sepolti vivi dalla montagna, mentre lottavano disperati per costruirsi una vita, per mettere su famiglia nel paese che li aveva visti nascere. 

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex