CULTURA & SOCIETA'

Un viaggio onirico che attraversa mille anni

di Lisa Divina

Mentre a Ischia tutto accade sotto il Sole, altrove c’è chi si impegna raggiungendo il traguardo per “far accadere” qualcosa di nuovo e aggiungere valore al territorio isolano. Si tratta di un riconoscimento prestigioso, quello consegnato al primo classificato “La Vigna dei Mille anni”, nella seconda edizione de “Il Rotary delle Comunità, Città e paesaggi UNESCO della Campania”, Distretto 2101, nell’ambito del Premio Fotografico organizzato dalla Commissione Distrettuale Città Patrimonio dell’Unesco. La candidatura nasce da un’idea che parte dal cuore sposando la passione, l’idea è dell’avvocato Benedetto Migliaccio, patron de “La Vigna dei Mille anni”.

Quando si dice che le parole non servono ma servono le azioni, ne viene fuori chi, come l’avvocato Migliaccio, ci da l’esempio (che non parte mai da noi “altri”). Diciamo pure che la polemica non trova spazio davanti al risultato sperato, tant’è che conviene immergerci nell’insegnamento che ne deriva. E allora vi chiedo di abbandonare le vostre convinzioni, lasciate le resistenze e seguitemi! Vi racconto, attraverso i miei sensi, di un viaggio quasi Onirico che attraversa coste e pezzi della nostra isola. Questo percorso vi farà immergere nella storia che appartiene alla terra isolana tra grandi passi storici, cultura locale e racconti che arrivano dal passato e narrano del “qui ed ora”. Percepirete l’importanza di riconoscere nelle nostre radici la via che le unisce all’origine, attraversando paesaggi rurali e terrazzamenti inebrianti. Lo scopo finale è giungere al traguardo consapevole che si può rinnovare il vecchio modello di sviluppo, magari ispirandoci al Mito e alla Storia, per orientarci verso un’inedita visione di prosperità. Riunire i territori e scongiurare la frammentazione del paesaggio e quella sociale è l’obiettivo per creare un equilibrio tra le diverse comunità. Basta preamboli, preparatevi a un percorso quasi inedito che vi farà apprezzare la nostra isola come mai prima d’ora. Tutto inizia dal centro di questa montagna “galleggiante”, verso le punte più alte del nostro lembo di terra, dalla Chiesa di Serrara, lungo un percorso storico che nonostante le sue sfide è intriso d’incanto e ci accompagna alla Vigna dei Mille anni.

Mentre ci immergiamo e camminiamo lentamente lungo la Via Iesca, possiamo ammirare l’autenticità di un un luogo “surreale”, un tributo alla bellezza nel blocco di un respiro, un esempio di vanità scolpita dalle forze che dominano la natura che al ritmo ripreso di un latente respiro lacera e genera modellando scenari ineffabili che si possono vivere solo in esperienza diretta. Qui gli Dei hanno ridisegnato il Paradiso. La Vigna si svela su uno sfondo suggestivo, omaggio ai colori vividi di una Natura spesso scontata e dimenticata. Non ci sono parole ma silenzio. I sentieri si snodano tra i profumi della macchia mediterranea, tra il finocchio selvatico e la ginestra, allungandosi fin sulla Punta Imperatore che si apre in verticale sul mare imponente che accoglie un tramonto arcaico e carico di memoria. Proseguendo attraverso le viuzze scavate dal tempo, con gli occhi curiosi di un archeologo alla scoperta del passato, ci si può fondere con Punta Chiarito che abbraccia Sorgeto, in una danza dal tempo sospeso. Sotto il cielo dei Maronti, Sant’Angelo brilla mentre le Fumarole sussurrano storie di terra e mare, di pirati e bevute. Capri e Sorrento disegnano lo scenario, da Buonopane e Testaccio si scende in un mosaico di esistenze ed intrecci di presenze. Le alture celano segreti, poi giù risucchiati da depressioni improvvise, vene di terra sembrano cattedrali sommerse che celano tesori nascosti che alimentano le sorgenti termali, calde e primordiali. Segnalate da sbuffi e vapori accarezzano la pietra componendone gioielli che impreziosiscono il luogo. Regnano silenzio e solitudine. Valori di un non luogo e di un tempo che incantarono viaggiatori folli d’amore per quest’isola unica al mondo. Davanti alla Vigna dei Mille Anni s’innalzano i Pizzi Bianchi mentre il cammino procede a strapiombo verso il mare dei Maronti, articolandosi tra taverne e grotte scolpite nel tufo che racconta di semplicità ormai perdute. Cavascura ruba la scena con la sua fonte leggendaria di acque antiche amate da Greci e Romani. Qui il superfluo è bandito. La testa riposa sulla pietra. Dove i lussi chiamano, qui regna la semplicità. Meditare al solo suono dei passi si fa meccanismo vitale, un dono dell’isola ai propri amanti mentre lo spirito si trova rapito dalla perfezione di una vita, senza pretese e senza confini.

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